Moltissimi studi effettuati sul linguaggio non verbale hanno individuato molteplici e differenti tipi di gestualità “fisica”. Ad esempio, i gesti usati per accompagnare il parlato vengono chiamati gesti illustratori, mentre in quelle situazioni dove non possiamo fare uso del parlato usiamo i gesti simbolici che sono culturalmente condivisi e sostituiscono la parola.
I gesti che vengono usati dai vigili per regolare il traffico, ad esempio, sono gesti simbolici; così come è costituito da simboli il linguaggio dei segni utilizzato dai sordomuti (in questo caso è più corretto, però, parlare di una lingua vera e propria).
Bisogna ricordare inoltre che, sebbene la gestualità sia universalmente diffusa, ogni nazione ha le sue regole e i suoi significati a cui porre attenzione.
Ad esempio guardare qualcuno negli occhi mentre ci sta parlando è per noi occidentali un buon segno (franchezza, attenzione), mentre in alcuni paesi (Estremo Oriente, paesi arabi) potrebbe essere frainteso con uno sguardo di sfida o di palese seduzione.
Stessa situazione rovesciata: tenere gli occhi quasi chiusi e la testa china durante una conversazione da noi può essere scambiato come disinteresse e, forse, sonnolenza (!), mentre in Giappone è segno di grande interesse e concentrazione.
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