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lunedì 25 febbraio 2013

BREVISSIMO RIASSUNTO "IL SENTIERO DEI NIDI DI RAGNO" ITALO CALVINO


"Il sentiero dei nidi di ragno" è il primo romanzo di Italo Calvino. 
Pubblicato nel 1947, è ambientato in Liguria all'epoca della seconda guerra mondiale e della Resistenza partigiana.  


Trama
Il libro racconta la storia di Pin, un ragazzino di circa 10 anni orfano e con una pessima reputazione, e delle sue vicissitudini al tempo della lotta partigiana
Il ragazzo ha frequenti scontri con la sorella che intrattiene dubbie relazioni con i soldati tedeschi e viene addirittura messo in prigione per aver rubato una pistola. Riuscito ad evadere dal carcere si rifugia nel suo magico luogo segreto: un sentiero dove i ragni fanno i nidi.
E' qui che, dopo averne passate di tutti i colori, Pin si illude di aver trovato, in un partigiano chiamato Cugino, l’amico sempre cercato e col quale dividere il proprio universo di sogni e di illusioni.  


Commento
Calvino, che ne fu testimone e protagonista, volle raccontare la Resistenza partigiana, combattuta, in Liguria come altrove, da poveri ragazzi spesso lasciati allo sbaraglio. E, sentendo il tema come troppo impegnativo e solenne, decise di affrontarlo con gli occhi di un bambino, scegliendo volontariamente (per andar contro alla «rispettabilità ben pensante» come ebbe a dire Calvino stesso) di non raccontare i migliori partigiani, ma i peggiori possibili. 
Il libro, seppur scritto più di 60 anni fa, rimane sempre attualissimo soprattutto per il tema "guerra e infanzia" : la condizione di Pin, per certi versi, è la stessa di molti bambini di oggi (pensiamo alle guerre in medioriente-->Afghanistan, Pakistan) che si trovano ad imbracciare armi e a compiere azioni di cui ignorano gravità e significato. La loro solitudine, l'incomunicabilità, la fiducia negli adulti spesso mal riposta, appartengono anche a Pin: figura tenerissima di un bambino costretto dalla vita a crescere troppo in fretta. 

venerdì 14 dicembre 2012

RIASSUNTO DALLA CRISI DEL '29 ALLA II GUERRA MONDIALE

Il grande ottimismo degli anni '20 portò l'idea che fosse facile arricchirsi con la borsa. Il 24 Ottobre 1929 (il giovedì nero) Wall Street crollò: fallirono banche e in poco tempo grandi fortune si volatilizzarono.
Il "Giovedì Nero" sul London Herald 
La crisi investì anche gli altri paesi; ogni nazione cercò di proteggere la propria economia producendo autonomamente ciò di cui aveva bisogno.
Il capitalismo sembra avere fallito mentre l'URSS , basata sul socialismo, conosceva in quegli stessi anni un intenso sviluppo.
Con Roosevelt si attuò la politica del "New Deal": svalutazione del dollaro, grandi lavori pubblici e provvedimenti favorevoli per i lavoratori. E in effetti la situazione migliorò tanto che Roosevelt venne rieletto. In Germania la crisi portò moltissima disoccupazione e disagio per i cittadini. Fu in questo clima che si affermò il nazismo: disprezzo verso la democrazia, odio verso gli ebrei e il comunismo.
Nel 1933 Hitler divenne cancelliere. Poco dopo sciolse il parlamento e indisse nuove elezioni in cui i nazisti trionfarono. Tutti i partiti furono messi fuori legge e venne creata la Gestapo (polizia segreta di stato) che aveva il compito di scovare gli oppositori. Hitler ha adesso della Germania un controllo senza limiti. Prese così forma un nuovo impero, il terzo Reich, che era un regime totalitario.
Nel 1935 vengono introdotte le leggi contro gli ebrei (nella notte dei cristalli vennero distrutte molte sinagoghe e migliaia di negozi ebrei). Dando forte impulso all'industria bellica voleva rivitalizzare l'economia del paese.
Con la morte di Lenin, anche in URSS ci si arma verso un regime totalitario. Stalin era a capo del potere e , per dar vita all'industrializzazione pensò di sfruttare le campagne facendo entrare i contadini nelle fattorie collettive. In questo modo riportò di fatto l'economia nelle mani dello stato. L'obbiettivo venne raggiunto: alla vigilia della seconda guerra mondiale l'URSS era diventata una potenza industriale seconda sola a USA e Germania.