La maggior parte di loro era di origine meridionale ed era arrivata in America con un bassissimo livello di istruzione (circa il 54% non sapeva leggere); per questo vennero più che altro impiegati in lavori edili: scavo di canali, posa di pavimentazione urbana, costruzione di ponti e tunnel della metropolitana.
Le donne, invece, lavoravano come domestiche o in fabbrica; così come lavoravano la maggior parte dei ragazzi che abbandonavano la scuola a favore della possibilità di guadagnare qualche soldo per aiutare la famiglia.
Molti immigrati italiani avevano in progetto di ritornare quanto prima nella madre patria, ma in realtà moltissimi di loro decisero di rimanere a vivere negli Stati Uniti.
A New York, come in altre città, nacquero diversi quartieri chiamati Little Italy (oggi il più famoso si trova a Manhattan) dove gli immigrati trovavano alloggio in case piccole, spesso sovraffollate e dove le condizioni igieniche lasciavano molto a desiderare.
Come gli ebrei, anche gli italiani spesso venivano trattati con disprezzo ed erano considerati al tempo stesso "poco intelligenti" e "troppo furbi" per non essere inclini ad attività illecite.
Nel 1914, il sociologo americano E.A Ross, in questo documento esprimeva timore per la contaminazione degli anglosassoni con il sangue degli europei del sud usando queste parole: "A un occhio esperto, la fisionomia di alcuni gruppi rivela inequivocabilmente un qualche tipo di inferiorità. In ogni volto c'è qualcosa che non va - labbra spesse, bocche grossolane, labbra superiori troppo lunghe, zigomi troppo alti, mento poco formato, ponte del naso incavato, base del naso inclinato.."
C'era, da parte di molti americani la paura che questi italiani inferiori, integrandosi nella civilissima società americana, l'avrebbero danneggiata e in qualche modo imbastardita. Ma questo trattamento non era riservato solo agli italiani, naturalmente. C'era la stessa diffidenza nei confronti degli immigrati ebrei, irlandesi e tedeschi.
Tuttavia, gli immigrati sono ciò che ha reso New York la prima città cosmopolita del mondo: la cultura e le tradizioni hanno contribuito alla grande modernità che New York, allora come oggi, rappresenta.
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