venerdì 23 dicembre 2022

RIASSUNTO NASCITA DEL MONACHESIMO

IL MONACHESIMO NASCE IN ORIENTE
La pratica del monachesimo prese avvio nel IV secolo dopo Cristo in Egitto, dove alcuni credenti particolarmente devoti iniziarono a condurre una vita ritirata e incentrata sull'autonegazione. Si pensa che questi monaci si siano ispirati alle privazioni patite da Gesù durante i suoi 40 giorni nel deserto.
Vi sono varie forme di monachesimo "primitivo", tutte caratterizzate dalla mortificazione del corpo e dalla penitenza. Le due forme principali di monachesimo sono:
EREMITISMO E CENOBITISMO
Gli eremiti sono coloro che scelgono di vivere in solitudine, in grotte o posti isolati, spogliandosi di tutti i beni materiali e rifugiandosi lontano dal mondo e dagli affetti, nutrendosi del poco che la natura elargisce.
I cenobiti, invece, sono coloro che scelgono di vivere la loro esperienza religiosa in comune.

Primo fra tutti fu Paolo l'Eremita che, intorno al 250 d.C.,  si rifugiò nel deserto per evitare le persecuzioni cristiane sotto l'imperatore Decio.
Gli storici tramandano che condusse una vita semplice e in riflessione e che visse eccezionalmente a lungo: il suo biografo ufficiale, San Girolamo, riporta infatti che morì all'età di 113 anni. 
Negli ultimi anni della sua vita Paolo ricevette la visita di Sant'Antonio Abate, monaco ascetico considerato il fondatore del monachesimo cristiano. Nato in Egitto, Antonio si rifugiò nel deserto a causa delle persecuzioni di Diocleziano e vi rimase per moltissimi anni praticando l'ascesi e infliggendosi dure persecuzioni fisiche. Altri monaci furono attirati dalla sua esperienza e lo raggiunsero, vivendo in grotte vicine alla sua e imitando il suo stile di vita. 
Sull'esempio di Antonio Abate, San Pacomio fondò l'ascesi cenobitica, una comunità religiosa basata su una regola, cioè su specifiche caratteristiche, che tutti gli appartenenti dovevano seguire e rispettare. Anche altri ordini monastici avranno poi una loro regola, magari simile oppure diversa da quella dei cenobiti, ma era fondamentale che venisse rispettato ciò che la regola imponeva. 
Anche San Basilio fondò un suo ordine monastico, con una sua propria regola, la regola basiliana appunto, che predicava l'amore e l'aiuto del prossimo. Fu grazie a San Basilio che nacquero scuole, ospedali, ospizi, orfanotrofi e asili. 
IL MONACHESIMO IN OCCIDENTE
A Roma, nella metà del '300, iniziano a comparire i primi monasteri. Il più importante ordine monastico di quell'epoca fu fondato da San Benedetto da Norcia, padre della famosa regola "ora et labora" (prega e lavora). Nel monastero benedettino di Montecassino si viveva una vita di pace e operosità, nel nome di Gesù e seguendo soprattutto la regola basiliana dell'aiuto verso il prossimo. Nel monastero tutto era perfettamente organizzato, le attività lavorative e quelle di preghiera si alternavano durante il giorno e vi regnava una pace che non si poteva trovare al di fuori del convento. 
L'importanza dei monasteri nati in questo periodo è soprattutto dovuta al fatto che si impegnarono a conservare e a trascrivere le opere letterarie greche, latine e anche orientali. E' grazie al lavoro degli amanuensi (così erano detti i monaci che trascrivevano a mano i testi classici) che molte opere del passato sono giunte fino a noi.  
La scrittura, come il lavoro nei campi, faceva parte appunto della regola del "prega e lavora" voluta dal San Benedetto: un modo per impegnare l'uomo in attività umili e in linea con la vita semplice di Cristo. 


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martedì 20 dicembre 2022

PARAFRASI DONNA CHE SI PETTINA MARINO

DONNA CHE SI PETTINA - GIAMBATTISTA MARINO

Onde dorate, e l’onde eran capelli,
Navicella d’avorio un dì fendea;
1' una man pur d’avorio la reggea
per questi errori prezïosi e quelli;

e, mentre i flutti tremolanti e belli
con drittissimo solco dividea,
l’òr de le rotte fila Amor cogliea,
per formarne catene a’ suoi rubelli.

Per l’aureo mar, che rincrespando apria
il procelloso suo biondo tesoro,
agitato il mio core a morte gìa.

Ricco naufragio, in cui sommerso io moro,
poi ch’almen fûr, ne la tempesta mia,
di diamante lo scoglio e ’l golfo d’oro. 


PARAFRASI

Un giorno i capelli biondi erano percorsi da un pettine d'avorio, sorretto da una mano bianchissima, che si muoveva qua e là fra le ciocche disordinate e mentre il pettine divideva i capelli in una riga drittissima, Amore raccoglieva i fili di capelli spezzati per formare delle catene destinate a chi voleva ribellarsi a lui. Il cuore del poeta batteva agitato solo a intravedere la capigliatura bionda mossa dai movimenti del pettine. L'innamoramento del poeta è prezioso, perché la tempesta d'amore lo ha gettato su uno scoglio di diamante immerso in un golfo dorato.  

 
ANALISI METRICA
La lirica è un sonetto diviso in 2 quartine e due terzine che rimano ABBA ABBA CDC DCD

FIGURE RETORICHE
Metafora= v. 1 "onde dorate" sono i capelli - v. 2 "navicella" è il pettine - v. 2 "errori" sono le ciocche disordinate - v. 5 "flutti tremolanti e belli" = sono i capelli - v. 12 "ricco naufragio" è l'innamoramento del poeta per la donna. E' ricco perché avviene anche a causa dell' oro dei capelli.
Ossimoro= v. 2 "errori preziosi" - v. 12 "ricco naufragio"
Arcaismo= v. 11 "gìa", dal verbo gire, che a sua volta deriva dal latino ire, cioè andare. 

ANALISI E COMMENTO
La lirica di Marino riprende un topos classico, la donna dai bei capelli biondi che fa innamorare il poeta, stravolgendolo e portandolo verso quella ricerca dello stupore e della meraviglia che caratterizza tutta la letteratura del Barocco. La poesia ricorda immediatamente Petrarca e i ritratti della sua amata, colta in momenti anche privati, ma in questo caso Marino esaspera l'azione quotidiana del pettinarsi i capelli con la metafora del mare e della navicella che costituisce tutto l'asse della lirica. Non c'è approfondimento psicologico, le sensazioni del poeta e il suo amore sono anch'esse appena accennate e si risolvono anch'esse nella metafora del naufragio. 

giovedì 15 dicembre 2022

RIASSUNTO NERVA, TRAIANO E ADRIANO

Dopo aver abbattuto Domiziano (appartenente alla dinastia dei Flavi), i congiurati portarono al trono NERVA: una figura rassicurante per il Senato. Nerva era già anziano, era tradizionalista, non aveva figli. Alla sua morte designa come suo successore TRAIANO, autorevole generale e legato della Germania. Traiano, nato in Spagna, apparteneva all'aristocrazia di una provincia romana---> fatto molto importante perché per la prima volta sale al potere un abitante della provincia. Traiano regna per vent'anni e gode dell'approvazione generale. In politica estera conquista la Dacia (attuale Romania) che era ricca di giacimenti d'oro. Per questa impresa fa erigere nel Foro la Colonna Traiana.

Poi sposta la sua attenzione militare verso Oriente e combatte contro i Nabatei (arabi) che controllavano le vie commerciali verso il Mar Rosso e l'India. Traiano riesce a sconfiggerli e crea la provincia romana dell'Arabia. 

Infine si scontra con i Parti. Nella lotta contro uno dei nemici più ostici dell'impero romano, Traiano ottiene prima alcune successi (infatti conquista sia l'Armenia che la Mesopotamia), però l'insorgere di alcune rivolte in Palestina, a Cipro e in alcuni territori della Mesopotamia provoca una frammentazione dell'avanzata dell'esercito romano che piano piano porta Traiano a ritirarsi fino a quando viene ucciso in battaglia, in Cilicia. Con la sua morte, anche le conquiste di questa parte di Oriente vanno perdute.

A Traiano succede il cugino, ADRIANO, anch'egli originario della Spagna. Adriano fu uno dei più grandi personaggi a caratterizzare la storia di Roma: aveva una vasta cultura, una grande saggezza e diede il via alla costruzione di monumenti e opere pubbliche.


Adriano viaggiò moltissimo per cercare di riorganizzare l'Impero a livello militare e amministrativo. Le numerose e infruttuose guerre avviate contro i Parti gli fecero capire che i Romani dovevano rinunciare alla conquista dell'Oriente e dovevano iniziare a fortificare i confini dell'Impero per renderlo più sicuro. 

Il limes prima era una linea immaginaria che segnava il confine dei territori appartenenti all'Impero. Con Adriano il limes diventa una vera e propria zona fortificata e difensiva, come ad esempio il Vallo di Adriano, fatto costruire per difendere il territorio della Britannia dai popoli del nord (gli Scuti).

Come proprio successore Adriano scelse Antonino (più tardi definito Pio), adottandolo. Con Antonino inizia la dinastia degli Antonini. 

lunedì 12 dicembre 2022

RIASSUNTO GUERRA SOCIALE O GUERRA ITALICA

Siamo intorno al 90 a.C.

Le popolazioni italiche, alleate dei Romani, pur fornendo un grosso contributo alla potenza militare di Roma, erano escluse dalle decisioni politiche, militari ed economiche. Inoltre non potevano comandare l'esercito ed erano sfruttate economicamente.   


Livio Druso, tribuno della plebe, propose alcune riforme tra cui la concessione della cittadinanza romana agli Italici. Quando era quasi riuscito a convincere il Senato a votare a favore della sua riforma, viene ucciso. A questo punto scoppia una rivolta praticamente in tutti i territori della penisola---> inizia la GUERRA SOCIALE (cioè dei socii=gli alleati).

Dopo una serie di feroci battaglie Roma riesce a vincere sul piano militare, ma nel frattempo aveva concesso la cittadinanza a tutti quei popoli che avevano giurato fedeltà a Roma (e non le si erano ribellati) e anche a quelli che si erano arresi... Alla fine quindi Roma vince sì la guerra, ma i rivoltosi ottengono quanto avevano richiesto, cioè la cittadinanza!

TEMA: GUARDANDO FUORI DALLA MIA FINESTRA

Panorama in città

Guardando fuori dalla mia finestra non è che il panorama offra granché: vivo alla periferia di una grande città e di fronte a me ho un altro palazzo del tutto simile al mio. Posso vedere le finestre degli altri appartamenti, i balconi ingombri di oggetti che non trovano posto nelle piccole case in cui viviamo qui in periferia.
C'è solo un appartamento che si distingue dagli altri: ha un terrazzino ordinato e pulito, con tante piante che in primavera fanno fiori colorati. Mi ero sempre chiesta chi potesse abitarvi, forse una signora sola o una giovane mamma amante del giardinaggio, poi un giorno è uscito sul balcone un vecchietto, un po' curvo sulle spalle. Si è chinato è ha cominciato a togliere alcune foglie secche dalle piante, con le dita smuoveva la terra dei vasi e con una bottiglia di plastica le ha bagnate tutte. Da allora ogni tanto mi è capitato di rivederlo, sempre lui e sempre solo a occuparsi del suo mini-giardino di città.
A parte questo i miei occhi non trovano occasioni per gioire nell'osservare il panorama che ho di fronte. Per vedere il cielo devo alzare un bel po' la testa e anche in questo caso non sono molto fortunata: ne intravedo un piccolo spicchio, sempre che non sia grigio e ingombro di nuvole cariche di pioggia. 
Se invece mi affaccio e guardo di sotto, posso osservare il movimento frenetico della via che si trova sotto casa mia: auto e traffico a tutte le ore, negozi etnici e verdurai indiani che espongono le loro mercanzie in scaffali colorati a ridosso dei palazzi. Almeno in questo caso ho una vista piacevole, piena di colori e profumi esotici. 

(280 parole, circa 28 righe di un foglio A4)   



Panorama in campagna

Al di là della finestra il mio sguardo può spaziare sulla campagna circostante. 
Proprio di fronte a me corre la strada che collega il mio paese con la città più vicina. 
E' una strada piuttosto ampia, costeggiata da un filare di alberi ad alto fusto, che fa una curva proprio in fondo, nel punto in cui inizia una serie di piccoli rilievi.
Queste colline costituiscono la fine del mio orizzonte: oltre ad esse non posso vedere, ma il panorama che mi offrono è sempre molto piacevole. Sui pendii ci sono alcune case bianche, col tetto di legno spiovente, e alcuni spazi coltivati. Spesso posso vedere i proprietari al lavoro nei loro orti, mentre tagliano le erbacce o raccolgono i frutti di quello che hanno seminato. 
In lontananza, sulla destra, posso scorgere alcuni raggruppamenti di alberi, dei veri e propri boschetti, intorno a cui si vedono spesso volare uccelli di varia specie. 
La natura intorno a me cambia moltissimo a seconda delle stagioni, variando dai caldi colori autunnali, quando le foglie degli alberi ingialliscono, ai tanti fiori primaverili che punteggiano i prati che ho davanti a casa mia. Il cielo è ampio sopra di me: posso vedere le nuvole rincorrersi spinte dal vento e accorgermi subito se un temporale si sta avvicinando. 
D'estate il sole tramonta proprio oltre le colline e posso così godermi uno degli spettacoli naturali più affascinanti senza neanche muovermi dalla mia casa. 
 

(235 parole, circa 23 righe di un foglio A4)

domenica 11 dicembre 2022

CARATTERISTICHE DELLA GUERRA LAMPO O BLITZKRIEG

Caratteristiche fondamentali della guerra lampo o Blitzkrieg:


  • movimenti ampi e rapidi delle truppe meccanizzate
  • non lasciare tempo al nemico di organizzare una difesa stabile
  • uso massiccio di carri armati
  • truppe organizzate in forze mobili 
  • eccellenti comunicazioni fra reparti
  • meno combattimento diretto col nemico
  • interruzione dei rifornimenti, della logistica, delle comunicazioni nelle linee nemiche


Tattica della guerra lampo


  • effettuare uno sfondamento nel fronte nemico con la combinazione carri-artiglieria-aviazione
  • dirigere i carri verso i centri logistici per tagliare le linee di rifornimento e di comunicazione
  • sempre coi carri accerchiare il fronte nemico a medio raggio 
  • la fanteria doveva seguire i mezzi corazzati per proteggere fianchi e retrovie dei mezzi corazzati






giovedì 8 dicembre 2022

PARAFRASI SPERANZA DI GUIDO GOZZANO

Guido Gozzano - Speranza


Il gigantesco rovere abbattuto
l’intero inverno giacque sulla zolla,
mostrando, in cerchi, nelle sue midolla
i centonovant’anni che ha vissuto.

Ma poi che Primavera ogni corolla
dischiuse con le mani di velluto,
dai monchi nodi qua e là rampolla
e sogna ancora d’essere fronzuto.

Rampolla e sogna - immemore di scuri -    
l’eterna volta cerula e serena
e gli ospiti canori e i frutti e l’ire

aquilonari e i secoli futuri...
Non so perché mi faccia tanta pena
quel moribondo che non vuol morire!


PARAFRASI

Un grande albero di rovere dopo essere stato abbattuto è rimasto tutto l'inverno disteso sul terreno e dal tronco tagliato si possono vedere i cerchi che indicano un'età di 190 anni. 
Quando poi è arrivata la primavera, che delicatamente ha fatto sbocciare nuovi fiori, il grande albero ha iniziato a mettere germogli dai nodi della corteccia come se volesse essere ancora coprirsi di fogliame. Dimenticando le accette che lo hanno abbattuto mette germogli e sogna il cielo azzurro e sereno, gli uccellini, i frutti e la furia dei venti settentrionali e una lunga vita da vivere per secoli... 
Il poeta non capisce il motivo per cui prova così tanta pena per quell' albero mezzo morto che non si dà per vinto. 

SCHEMA METRICO
La poesia di Gozzano è un sonetto, diviso in due quartine e due terzine di versi endecasillabi che rimano ABBA BABA CDE CDE. 

FIGURE RETORICHE
Sineddoche: v. 2 "zolla" sta per terreno (la parte per il tutto)
Personificazione: v. 5 "Primavera" - v. 8 e 9 "sogna" = il poeta attribuisce all'albero la facoltà di sognare - v. 14 "che non vuol morire" anche in questo caso l'albero sembra aggrapparsi disperatamente alla vita secondo le parole del poeta. 
Perifrasi: v. 6: "con mani di velluto" per indicare la delicatezza con cui i teneri germogli sbocciano a primavera - v. 
Ripetizione: vv. 7-8-9 "rampolla e sogna" il poeta ribadisce più volte il concetto per sottolineare la caparbietà dell'albero e della vita che rinasce, nonostante tutto. 
Metafora: v. 10 "l'eterna volta cerula" intendendo il cielo, appunto la volta celeste. - v. 11 "gli ospiti canori" cioè gli uccellini
Latinismo: v. 12 "aquilonari" il termine deriva dal latino aquilo - aquilonis, cioè "vento settentrionale".
Nella mitologia romana, Aquilone è la personificazione del vento del nord.
Ironia: vv. 13-14 "non so perché mi faccia tanta pena quel moribondo che non vuol morire"= il poeta sa benissimo perché quell'albero gli fa tanta pena, lo sa perché anch'egli sta vivendo con la paura di morire. L'ironia è appunto dire il contrario di quanto si vuole significare. 
Poliptoto: v. 14 "moribondo" e "morire"

ANALISI E COMMENTO
La poesia fa parte della raccolta "La via del rifugio" pubblicata nel 1907. Proprio in quell'anno Gozzano riceve la prima diagnosi della malattia che lo porterà alla morte: la tubercolosi. La poesia riflette lo stato d'animo di un uomo che non si arrende, che sta cercando di combattere il suo male così come l'albero abbattuto torna a mettere germogli con l'arrivo della primavera. Esemplificativo di questo stato d'animo è sicuramente il titolo "Speranza", che sottolinea appunto il desiderio di guarire e tornare a godere di una vita piena e in salute. L'uomo-albero della lirica sogna di vincere il male, è moribondo, ma non si arrende.
Il linguaggio è aulico, ci sono latinismi come "aquilonari" per intendere i venti del nord e alcune parole arcaiche come "fronzuto", ma la lirica ha comunque un'atmosfera intima e familiare. 
La disillusione del poeta nei confronti della vita è evidente nei due versi finali, dove opera quel distacco ironico che fa intendere quanto sia vano e inutile da parte della creature cercare di opporsi al destino e alla morte. 


lunedì 5 dicembre 2022

TEMA SULLO SPORT E I SUOI VALORI

Le squadre e le discipline sportive devono rappresentare un modello educativo per le giovani generazioni ?

Lo sport da sempre rappresenta un momento positivo di forza e vitalità umana. Sin dai giochi olimpici nell'antica Grecia, per arrivare ai giochi romani fino alle Olimpiadi moderne, l'uomo si è sempre misurato coi propri limiti, arrivando a stabilire record e prestazioni inimmaginabili. 

Le grandi imprese sportive mettono l'uomo a confronto non soltanto con gli altri, ma soprattutto con sè stesso, con le proprie difficoltà e debolezze. 
Prima che superare gli altri, per me il vero significato dello sport è sfidare sè stessi e provare a fare meglio.
In questo senso lo sport non può che rappresentare un modello positivo per chiunque si avvicini per la prima volta ad una disciplina. 
E' anche vero che, come in altri settori, anche nello sport esistono scorrettezze e slealtà. 
Basti pensare alla pratica del doping che negli ultimi anni ha visto tanti atleti squalificati e deturpati nella loro fulgida carriera. 
Molti premi sono stati ritirati a quegli sportivi che, si è scoperto, avevano vinto grazie all'uso di sostanze che ne facilitassero le prestazioni sportive. 
Non solo: alcune discipline più di altre sembrano mettere in evidenza le debolezze umane, quando mostrano atleti che danno sfogo alla propria frustrazione con gesti davvero poco esemplificativi. Penso ad esempio ad alcuni calciatori nei confronti dei loro avversari, a quei colpi sferrati in campo, in preda all'ira e alla rabbia. 
Certamente questi non possono essere considerati gesti sportivi degni di essere ricordati, ma, come dicevo prima, non è solo lo sport che ci offre esempi di disonestà: la politica prima di tutto, dove la corruzione è all'ordine del giorno, o l'amministrazione pubblica sono solo alcuni settori dove possiamo trovare esempi di scorrettezze. 
Preso atto della presenza di alcuni aspetti meno positivi, secondo me è giusto concentrarsi su tutto ciò che di buono può derivare dall'esercitare una determinata attività e in questo senso lo sport ci offre davvero tanti esempi che è giusto ricordare, a cominciare dagli atleti paraolimpici, che lottano ogni giorno con le proprie difficoltà e riescono a raggiungere sportivamente livelli eccezionali. 

(340 parole, circa 35 righe di un foglio A4)

sabato 3 dicembre 2022

LA RIFORMA DEL TEATRO DI GOLDONI

In che modo Goldoni attua la riforma del teatro?

Goldoni voleva portare in scena la realtà, la vita vera e il modo migliore per farlo era servirsi della commedia, perché riteneva che fosse il genere teatrale più adatto a rappresentare la realtà di tutti i giorni. 



I punti della riforma goldoniana: 

  • Approfondimento psicologico dei personaggi
Fino ad allora la commedia dell'arte era basata su quelle che sono chiamate "maschere", cioè su personaggi stereotipati: i loro comportamenti sono predeterminati e gli spettatori li conoscono già perfettamente. Le maschere sono fisse e sempre uguali nel loro modo di agire e di pensare. 
Goldoni propone invece di portare sul palco personaggi "veri", presi dalla realtà, così che avessero un loro carattere e una loro psicologia. I personaggi di Goldoni non hanno un carattere "fisso", ma si modificano nel corso della commedia, sono in evoluzione.
In questo modo alla tradizionale "commedia per tipi" subentra "una commedia per caratteri". 


  • Porta in scena situazioni realistiche           
La commedia dell’arte era costruita con trame complicate e spesso inverosimili, mentre Goldoni propone un teatro fortemente impostato sull’analisi psicologica dei personaggi, eliminando tutti quegli intrecci secondari che rendevano la vicenda quasi improbabile e, appunto, poco vera.
Portando sul palco vicende reali, Goldoni voleva fare in modo che il pubblico potesse quasi specchiarsi in ciò che veniva rappresentato, ritrovando quei difetti, quelle debolezze e quelle passioni che caratterizzano ogni essere umano. 

  • Introduce il copione ed abolisce il canovaccio
La commedia dell’arte era recitata  "a soggetto", cioè non veniva scritta per intero, ma solo accennata in quello che è chiamato "canovaccio", cioè la vicenda narrata nei suoi aspetti principali. Gli attori quindi recitavano improvvisando per la maggior parte del tempo. 
Goldoni riuscì invece a far accettare il cambiamento, proponendo commedie scritte per intero (si chiamano commedie "distese") che gli attori dovevano imparare a memoria. 

LA PRIMA LETTERA DI JACOPO ORTIS

Di cosa parla la prima lettera di Jacopo Ortis?

Nella prima lettera del romanzo di Ugo Foscolo "Le ultime lettere di Jacopo Ortis", datata 11 ottobre 1797, il protagonista scrive all'amico Lorenzo Alderani, dopo essersi rifugiato sui colli Euganei, nei dintorni di Bologna, per sottrarsi alle persecuzioni contro i patrioti veneziani. 

Jacopo è un giovane moralmente sconfitto e sente che ormai tutto è perduto, prevedendo la perdita della libertà della Repubblica Veneta (cosa che puntualmente avverrà pochi giorni dopo, in seguito al trattato di Campoformio con cui Napoleone Bonaparte consegnava all’Austria la Repubblica veneta, in cambio della Lombardia). 

Per i sostenitori napoleonici iniziarono persecuzioni e arresti, quindi molti fuggirono proprio come fa Jacopo su consiglio della madre. Il giovane scrive all'amico che non teme la morte, ma che, fuggendo, almeno ha fatto in modo che il suo cadavere non cada in mano nemica. 

Il suo stato d'animo è evidente dalla sentenza implacabile con cui si apre la lettera "Il sacrificio della patria nostra è consumato". Anche se il romanzo è solo all'inizio si comprende bene come Jacopo sia un giovane finito, senza più speranze né sogni: il suo destino pare ormai segnato e questo stato d'animo lo condurrà inesorabilmente verso il suicidio. 

venerdì 2 dicembre 2022

DIFFERENZA TRA NATURALISMO E VERISMO

 Il Realismo è la corrente artistica in generale che nacque in Francia nel diciannovesimo secolo

Il Naturalismo è la corrente letteraria (e solo letteraria) che origina dal Realismo e che poi in Italia si chiamerà Verismo. 

Il Realismo è una tendenza artistica sviluppatasi in Francia nel clima politico e culturale della rivoluzione del 1848, della quale i principali esponenti, oltre a Gustave Courbet furono Bonvin, Gigoux, Honoré Daumier e Jean-François Millet.
Il naturalismo è il movimento letterario che nasce in Francia alla fine dell'Ottocento come applicazione diretta del pensiero positivista e che si propone di descrivere la realtà psicologica e sociale con gli stessi metodi usati dalle scienze sociali.

giovedì 1 dicembre 2022

TEMA SUI REALITY SHOW

 Al giorno d'oggi i programmi televisivi hanno invaso qualunque aspetto della vita privata: c'è chi va in TV mentre è in sala parto, chi mentre sta facendo un ritocchino dal chirurgo estetico, qualcuno si sposa in diretta nazionale e qualcun altro porta le telecamere nelle aule dei tribunali.

E' diventato tutto così normale che ormai siamo abituati a metterci in mostra e a "spiare" le vite degli altri non solo tramite il mezzo televisivo, ma anche grazie a tutte le applicazioni "social" come Instagram o Facebook che rivelano tutto di noi: come viviamo, dove andiamo in vacanza, le persone che frequentiamo e quelle con cui tagliamo ogni rapporto.
La dimensione del "reality" oggi non è più solo quella dei programmi come il Grande Fratello, ma appartiene alla maggior parte delle persone che, in misura diversa, mettono a disposizione degli altri la propria vita pubblicando fotografie e scrivendo post su fatti a volte anche molto personali.
Secondo me i reality hanno successo proprio perché mettono in mostra la vita delle altre persone nella quotidianità, rendendola simile alla vita che tutti facciamo normalmente.
E' come se vedendo un vip nella sua normalità o addirittura in una situazione ridicola lo vedessimo in modo meno "mitico" e più umano.
Tenendo in considerazione questo aspetto ritengo difficile definire spazzatura i programmi televisivi come i reality, in quanto non viene mostrato niente di più di ciò che normalmente rendiamo pubblico ogni giorno: la nostra vita privata esibita con orgoglio e sfacciataggine anche in quegli aspetti che sarebbe più decoroso tenere riservati.

(255 parole - 1600 caratteri - circa 25 righe di un foglio A4)

lunedì 28 novembre 2022

RIASSUNTO LA CONQUISTA NORMANNA IN INGLESE

 THE NORMAN CONQUEST AND THE DOMESDAY BOOK

William was the Duke of Normandy: he ruled giving land the barons in return for military service. He claimed English crown, so he gathered an army of about 8000 warriors, He fought against King Harold at Hastings, in 1066. Harold was killed by Normans, the Anglo-Saxons escaped to woods and the Normans won the battle. This events marks one of the most important moments in English history: in fact there was a deep change in culture, politics and society.

As many Anglo-Saxon noblemen died in Hasting's battle the feudal system was established in England: the French barons received land by the king and gave him military service. The work of the peasants guaranteed food and in this way there was peace and prosperity for all.  

William the Conqueror wanted to create the Domesday Book, a book in which he could find all the information on the country he ruled. There were recorded the annual value of every piece of landed property, the resources in land, manpower, and livestock. The book was also used to collect taxes.

The Normans replaced English with French as the language of the elite. Latin remained the main language in legal and ecclesiastic context, while English survived in everyday speech. 


sabato 26 novembre 2022

ESEMPIO TEMA SU UNA TUA PASSIONE O HOBBY

 Uno sport


La mia passione è la pallavolo. (si può cambiare sport e lavorare sulla falsariga di questo tema)
Ci gioco da quando ho sei anni e oramai è diventato parte della mia vita. 
Quando ho iniziato questo sport non pensavo che mi sarebbe piaciuto così tanto, credevo solo che potesse far bene alla mia crescita e alla mia salute, ma la pallavolo adesso è molto di più!
Innanzitutto è un'attività fisica impegnativa: mi alleno due volte alla settimana per un totale di quattro ore, in più al sabato o alla domenica ho la partita di campionato. 
Quindi dedico molto del mio tempo per praticare questo sport.
Da quest'anno gioco come banda, mentre prima ero un palleggio, ma questo ruolo lo preferisco perché lo trovo più adatto alle mie caratteristiche e oltretutto mi piace molto di più. 
In squadra siamo tutte ragazze all'incirca della mia età, c'è qualche giocatrice più piccola e alcune un po' più grandi, ma siamo tutte affiatate e ci comportiamo proprio come un vero gruppo di amiche.
I momenti più divertenti sono quelli nello spogliatoio, dove possiamo ridere e scherzare fra noi.
In campo cerchiamo di essere più serie e concentrate, ma a volte, durante gli allenamenti, accadono cose troppo divertenti che è impossibile non sorridere e scherzare un po'. 
Il nostro allenatore è abbastanza severo, ci fa lavorare parecchio in allenamento e durante le partite pretende moltissimo, però sappiamo che lo fa per darci i giusti stimoli e aiutare a migliorare i nostri difetti di gioco. Qualche volta vorrei che sorridesse un po' di più, ma nel complesso posso dire che è un bravo allenatore e che stiamo imparando grazie ai suoi consigli.
Non so se in futuro continuerò a giocare a pallavolo, chiaramente mi piacerebbe diventare una pallavolista di serie A e magari giocare in nazionale, ma per adesso non posso dire che succederà.
Sicuramente mi impegnerò sempre tanto per dare il meglio di me stessa, sia in campo che fuori per riuscire a raggiungere i traguardi che desidero.  

(330 parole, circa 33 righe di un foglio A4)


Uno strumento musicale

La passione che occupa maggiormente le mie giornate è il violino.
Forse sembra strano perché sono ancora abbastanza piccolo, ma davvero questo strumento è parte della mia vita e non potrei più farne a meno.
Da giovane mia mamma è stata una concertista, mentre oggi fa l'insegnante di musica, e mi ha fatto conoscere tanti strumenti fin da quando ero molto piccolo. 
A casa, in tavernetta, abbiamo una zona della musica dove ci sono una batteria, una tastiera, una fisarmonica e altri strumenti come flauti, tamburi e chitarre. Abbiamo anche un didgeridoo!
Di sopra, nel salotto, c'è invece il pianoforte della mamma che è stato lo strumento su cui ho iniziato a suonare quando avevo 5 anni. Io non ricordo bene, ma i miei genitori mi raccontano che mi sedevo da solo al piano e passavo ore a strimpellare schiacciando i tasti a caso. Ero così piccolo che non arrivavo nemmeno ai pedali!
Quando avevo sei anni sono stato mandato a una famosa scuola di musica della mia città e lì ho conosciuto la mia passione: il violino! In casa non lo avevamo, quindi non conoscevo il suono di questo strumento e nemmeno lo avevo mai provato. Alla scuola invece me ne sono subito innamorato e da allora non l'ho più lasciato. Naturalmente ho portato avanti anche lo studio del pianoforte, ma principalmente suono il violino.
Tutti mi dicono che sono molto bravo e devo ammettere che riesco molto bene.
Suonare è una passione impegnativa, perché ogni giorno devo dedicare almeno un'ora o due ad esercitarmi a suonare. L'esercizio è fondamentale per imparare bene uno strumento e basta anche solo una giornata senza suonare che già si possono perdere molte abilità.
Dall'anno prossimo mi iscriverò al conservatorio perché voglio diplomarmi e provare a diventare un famoso violinista e comporre da solo la mia musica. 
Se non ci riuscissi mi piacerebbe diventare direttore d'orchestra, ma forse questo è un sogno veramente troppo ambizioso. 

(320 parole, circa 32 righe di un foglio A4)



La lettura

La mia passione più grande è leggere e si può dire che sono un vero e proprio divoratore di libri.
Fin da piccolo mi appassionavano i libri di avventura che mi leggevano i miei genitori e a forza di ascoltarli alla fine li imparavo quasi a memoria. 
Mi hanno  raccontato che ero talmente affascinato dalle immagini che stavo ore a sfogliare il mio libro preferito intitolato Dinotopia, che ho ancora adesso nella mia libreria.
Crescendo ho iniziato a leggere Geronimo Stilton e possiedo praticamente tutta la serie di questi romanzi per ragazzi. 
Mi piacciono i libri di viaggi e di esplorazione, ma soprattutto quelli di fantascienza. Su consiglio di mio papà adesso sto leggendo Guida galattica per gli autostoppisti di Douglas Adams che è un libro molto divertente, ma anche profondo. Ne hanno fatto anche un film, ma prima di vederlo voglio prima finire il libro.
Lo scorso Natale mi hanno regalato un lettore Kindle, per cui leggo soprattutto libri in digitale, però ho anche alcuni libri "veri", di carta, soprattutto quelli che mi hanno regalato e che mi piace allineare nella libreria a seconda del genere. 
Ho dimenticato di dire che sono anche molto metodico nella catalogazione dei miei libri e ho un file sul computer dove scrivo tutti i libri che ho letto, l'autore e la mia votazione. 
Per adesso il voto più alto l'ho dato a Jules Verne, 2Viaggio al centro della Terra", e a "Il Buio oltre la siepe" di Lee Harper. 

(250 parole, 25 righe di un foglio A4)


Lo spazio

La mia passione più grande è l'astronomia: amo tutto ciò che riguarda lo spazio e l'Universo intorno a noi. Fin da piccolo facevo domande sulle stelle e sulle costellazioni in genere. Mi piaceva molto salire in mansarda e guardare il cielo dalla grande finestra della mia camera. Sdraiato sul letto potevo vedere il cielo cambiare sotto i miei occhi fin quando mi addormentavo sfinito. I miei genitori mi hanno sempre seguito in questa mia passione e mi hanno portato tante volte in montagna, di notte, a vedere la Via Lattea, la nostra costellazione formata da miliardi e miliardi di stelle.
Quando avevo 12 anni ho ricevuto il mio primo vero telescopio per la visione notturna. E' uno strumento abbastanza complicato, non è semplice individuare le varie stelle e costellazioni per non parlare poi di quando ho provato a fotografare un astro per la prima volta!
A casa abbiamo riso tanto di quella foto, ma poi ho imparato e oggi posso dire di aver fotografato diverse costellazioni insieme al mio papà che, se non è troppo stanco per il lavoro, sale con me in mansarda e mi aiuta a impostare lo strumento per scattare foto alle stelle.
Non so se un giorno diventerò un astronauta, anche se non penso perché è un traguardo difficilissimo da raggiungere, ma di sicuro voglio diventare bravissimo e andare a visitare alcuni dei più grandi telescopi del mondo, come quello di Paranal in Cile. 

(240 parole, circa 24 righe di un foglio A4)

giovedì 24 novembre 2022

RIASSUNTO IN INGLESE ANGLO SASSONI E VICHINGHI

THE ANGLO SAXONS AND THE VIKINGS IN BRITAIN

In 5th and 6th century Britain was dominated by people coming from Northern Europe: the Jutes, the Angles and the Saxons. They settled south of Hadrians's wall because they were lowland. 

Thei society was founded on clan (that is the family) and the loyalty of the members of the family to the clan. 

In 597 AD Pope sent a monk, Augustine, to bring back Christianity in England. It was a successful mission, in fact in 602 AD the Cathedral of Canterbury was built and Augustine became the first Archibishop of Canterbury. 

The Danes (known as the Vikings) came from Northern Europe and were sea people. They crossed the sea looking for treasure and slaves. They invaded Britain and sacked monastries taking the monks as slaves. From the 9th century they started to settle in the land and established Danish laws. 

When they tried to invade Wessex the met the opposition of King Alfred who defeated them in the Battle of Edington (878 AD).

King Alfred re-organised the army and built fortresses in order to protect his reign. He also made Winchester as the capital of hte reign and invited scholars to translate latin texts in Anglo-Saxon language. 

In 991 AD the Vikings attacked Britain again and Alfred payed a lot of money (the Danegeld) to save land from being sacked and destroyed. 

The last Anglo-Saxon king was Harold, who tried to defeat the Danes and also William, duke of Normandy, who was claiming English throne. 

martedì 22 novembre 2022

RIASSUNTO IN INGLESE DAI CELTI AI ROMANI LETTERATURA

FROM PRE-CELTIC TO ROMAN BRITAIN  

Six thousand years ago Britain was already inhabited: people grew cereals and wheat. In four centuries the inhabitants changed the landscape and built places for cerimonies like Stonhenge. They also started to work metals and produced pottery and leather.

The Celts arrived around 700 BC from Germany and settled in the country. They were tall, with blue eyes and blond hair. There were farmers, fishermen and hunters. They built forts on top of the hills as a defence. Women were nearly equal to men: they could choose the man they wanted to marry and could be leaders in wars.  

The Druids were the Celts' priests. They were important not only in religion but also in medicine, justice and education.

The Celts worshipped natural elements (like sun, moon and rivers) and believed in the transmigration of soul from one person to another. 

The Romans invaded Britain with Julius Cesar and conquered it with Claudius in 43/47 AD. Romans didn't control the whole island, in fact Emperor Adrian ordered to build a wall to mark the border between Britain and northern population, such as Scots and Picts.

Romans built roads (in order to better move soldiers and make commercial goods move easier) and also many towns and villages. The most important is Londinium, built on the river Thames.

Romans also brought in Britain their  culture, the latin language and religion. 

In 409 AD their control of Britain came to an end: Roman soldiers had to go back to Rome, in order to fight against Barbarians, and left the Celts to fight alone against the Saxon invaders. 



lunedì 24 ottobre 2022

RIASSUNTO IL MALATO IMMAGINARIO MOLIERE

Argante è il malato immaginario protagonista di quest'opera di Moliere, rappresentata per la prima volta al Palays Royal, a Parigi, il 10 Febbraio del 1673.

E’ un ricco borghese perfettamente sano, ossessionato dalle malattie.  L'uomo è circondato da dottori senza scrupoli che, pur conoscendo il suo stato di salute, inventano finte cure e rimedi improbabili pur di farsi pagare profumatamente.

Argante ha avuto due figlie dal suo primo matrimonio: Luigina, la più piccola, e Angelica, la più grande. Il padre vorrebbe che Angelica sposasse Tommaso Diaforetico, medico figlio di un medico. La ragazza, però, è innamorata del giovane Cleante.

Bèlinda, la seconda moglie di Argante, chiama un notaio affinché il marito faccia testamento. Donna senza scrupoli, Belinda vorrebbe ereditare tutto il patrimonio del marito, mandando le figlie di Argante in convento. Tonietta, la domestica, che è invece dalla parte delle due figlie, decide di aiutarle e appoggia l'amore di Angelica verso Cleante. 

Cleante ad un certo punto entra in casa travestito da maestro di musica, così da poter stare vicino alla sua amata,  ma Argante lo scopre e lo caccia di casa minacciando di mandare Angelica in convento se non acconsentirà a sposare Tommaso. 

Beraldo, fratello di Argante, è anch'egli dalla parte di Angelica e parla col fratello, consigliandogli di non fidarsi dei dottori che fingono di curarlo per le sue finte malattie. Per dimostrargli questo organizza una sorta di scherzo: fa travestire Tonietta da medico e le fa visitare Argante. Questa gli trova diversi disturbi, tra cui una malattia ai polmoni, e gli propone delle cure improbabili come ingozzarsi di cibo e tagliarsi un braccio… Argante è perplesso. Qualcosa nella sua testa inizia a risvegliarsi.

Tonietta, una volta rivelato lo scopo dello scherzo, convince Argante a fingersi morto per vedere la reazione di Belinda. Quando la moglie viene avvisata della morte del marito si mostra sollevata, dice che era un uomo sgradevole, sudicio e chiede alla domestica di aiutarla a nascondere il cadavere in modo da razziare indisturbate i suoi averi. A questo punto Argante si alza dal letto di morte, smascherando la moglie e le sue vere intenzioni.

Tonietta convince poi Argante a fare la stessa scena con la figlia Angelica. La ragazza, saputo della morte del padre, mostra piangendo una disperazione sincera. Argante capisce che la ragazza gli vuole veramente bene, la abbraccia e acconsente che sposi il suo Cleante, a patto che questo diventi un medico.

Cleante teme di non riuscire a diventarlo: sa che bisogna studiare molto, mentre lui non conosce neppure il latino. Tonietta e Beraldo lo convincono che per fare il medico non serve studiare, ma
basta indossare il camice…

giovedì 17 marzo 2022

RIASSUNTO SONETTI PETRARCA

Riassunti di alcuni tra i più importanti sonetti tratti dal Canzoniere di Petrarca


VOI CH'ASCOLTASTE IN RIME SPARSE IL SUONO

E' il sonetto proemiale dell'opera: viene posto come prima poesia anche se fu scritta in tarda età da Petrarca. La sua posizione non è casuale: qui infatti il poeta traccia un bilancio della propria esistenza e del proprio lavoro poetico. Petrarca si volta indietro e riguardando tutto non ha un'impressione positiva: amare Laura è stato un errore che ha condizionato tutta la sua vita; anche l'opera poetica ne è stata negativamente influenzata (le rime infatti sono definite "sparse", cioè non bene delineate, non armoniche). Il poeta si vergogna di quel sentimento che lo ha così condizionato e spera di trovare perdono fra i lettori, soprattutto fra color che come lui sono caduti nello stesso errore. 

ERA IL GIORNO CH'AL SOL SI SCOLORARO

In questa lirica Petrarca rievoca il giorno in cui vide Laura per la prima volta e si innamorò di lei (Venerdì 6 Aprile, che era un Venerdì Santo---> giorno della passione e della morte di Cristo). Petrarca paragona la propria sofferenza d'amore alla sofferenza di Gesù. L'amore per Laura ostacola la sua fede e quindi anche la sua salvezza nel regno dei cieli. In questo sonetto è forte l'influenza stilnovistica (gli occhi di Laura che "legano" il cuore del poeta, Amore che ferisce con le sue saette, Amore che arriva al cuore attraverso lo sguardo della donna amata). 

MOVESI IL VECCHIEREL CANUTO E BIANCO

Questo sonetto è basato sulla similitudine fra il vecchio che lascia la sua casa, la famiglia e gli affetti più cari per cercare la vera immagine del volto di Cristo e il poeta che, similmente, cerca il volto di Laura, ormai morta, nei visi delle altre donne. C'è un forte contrasto fra l'amore sacro (quello del vecchio verso Dio) e l'amore profano (quello del poeta per Laura).

SOLO ET PENSOSO I PIU' DESERTI CAMPI

In questo sonetto il poeta desidera allontanarsi dalla società e dagli uomini per sfuggire alla vergogna di essere innamorato e per cercare un po' di pace, ma la natura stessa sembra essergli ostile e, pur lontano da tutti, non può evitare che quel sentimento così forte lo raggiunga e lo faccia soffrire. Per alcune tematiche questo sonetto richiama quanto trattato nel proemio del Canzoniere ("Voi ch'ascoltaste in rime sparse il suono") e cioè quel senso di vergogna che il poeta prova davanti agli altri uomini e il desiderio di non volersi far vedere. La natura partecipa al suo stato d'animo: sono luoghi desolati, aridi, selvaggi dove non si può trovare pace per la propria sofferenza. 

ERANO I CAPEI D'ORO A L'AURA SPARSI

Questo sonetto è incentrato su Laura e la sua bellezza. La donna è descritta mentre cammina e parla, con il vento che le scompiglia i capelli. La descrizione è di tipo stilnovistico: le forme sono angeliche, lo spirito celeste, i capelli sono d'oro e gli occhi sono luminosi. In questo caso però Laura è inserita nel tempo: il poeta ripensa al passato e quindi ripensa anche a Laura, che fa appunto parte di un tempo preciso. In Dante e Guinizelli le donne amate erano cristallizzate in un eterno presente: sempre giovani, bellissime. Erano donne angelo, sovraumane e perfette, mentre Laura è donna terrena e mortale. 

CHIARE FRESCHE ET DOLCI ACQUE

Anche questo sonetto è incentrato sulla figura di Laura, che viene rievocata, nel ricordo del poeta, intenta a fare un bagno nelle acque di un laghetto, circondata da piante e fiori primaverili. E' qui presente il topos letterario del locus amoenus e un importante elemento stilnovistico (quello dell'intercessione di Laura presso Dio per la salvezza del poeta). Sia Laura che la natura sono rappresentate in modo stilizzato, senza definizioni precise: Laura potrebbe essere qualunque donna e quel laghetto potrebbe essere ovunque nel mondo. 

ZEFIRO TORNA E IL BEL TEMPO RIMENA

In questa lirica si tratta il tema del ritorno della primavera: la bella stagione porta con sé la rinascita della vita, della natura e di tutte le cose viventi. Solo il poeta non riesce a partecipare a questa gioia diffusa. E' troppo addolorato per la morte di Laura e per lui non è prevista alcuna gioia, alcuna serenità. Anche in questo sonetto la natura è descritta in modo stilizzato, senza precisazioni dei luoghi. 



giovedì 17 febbraio 2022

ANALISI PIANTO ANTICO CARDUCCI

L'albero a cui tendevi
la pargoletta mano,
il verde melograno
da' bei vermigli fior,

nel muto orto solingo     
rinverdì tutto or ora
e giugno lo ristora
di luce e di calor. 

Tu fior della mia pianta
percossa e inaridita,
tu dell'inutil vita
estremo unico fior,

sei ne la terra fredda,
sei ne la terra negra;
né il sol più ti rallegra
né ti risveglia amor.


PARAFRASI
L'albero verso cui allungavi la tua mano di fanciullo, quel melograno verde coi suoi bellissimi fiori rossi, ora è di nuovo fiorito nel giardino desolato e silenzioso (muto) e il mese di giugno gli offre forza e calore. Tu, fiore della mia pianta, colpita dalla tragedia e divenuta ormai arida, tu unico e ultimo fiore della mia vita inutile, ora sei sepolto nella terra fredda, sei sepolto nella terra nera e il sole non può più scaldarti né il mio amore può risvegliarti dal tuo sonno eterno. 

ANALISI METRICA
La lirica è un'ode anacreontica composta da quattro quartine per un totale di 16 versi settenari. Lo schema delle rime è ABBC DEEC FGGC HIIC

FIGURE RETORICHE
Simbolismo= v. 1 "L'albero" è simbolo della vita
Latinismo= v. 5 "orto", sta per giardino e deriva dal latino hortus
Metafora= v.  9 "fior della mia pianta" = il fiore e la pianta sono metafora rispettivamente per il figlioletto e il padre
Anafora= vv. 9 e 11 "Tu...tu", vv. 13, 14 "sei...sei", vv. 15, 16 "nè...nè"

ANALISI E COMMENTO
La lirica, composta nel 1871 e contenuta nella raccolta "Rime Nuove", ha un contenuto autobiografico in quanto venne scritta dal poeta per ricordare il figlioletto Dante, morto a soli tre anni. Attraverso le parole, però, questa esperienza dolorosa travalica la sfera personale per divenire universale e possiamo vederlo fin dal titolo dove il dolore di un padre per la morte di un figlio viene definito "antico", perché può capitare a tutti, e certo è accaduta a molti, fin dai tempi più remoti. Carducci, quindi, si rivolge idealmente a tutti gli uomini, li abbraccia e li comprende in quella che la più grande tragedia che si possa vivere. 
La lirica è tutta giocata sui contrasti tra vita e morte: le immagini di fanciullezza e risveglio primaverile dei primi versi (pargoletta, verde, vermigli) sono in antitesi con note ben più tragiche (muto, solingo). La gioia e le grida di un bimbo che gioca non risuonano più nel giardino di casa Carducci. Anche adesso che è tornata la primavera e il melograno torna a ricoprirsi di fiori rossi grazie al caldo sole di giugno, qualcuno non potrà più godere di quel sole e di quel calore. Neppure tutto l'amore di un padre potranno mai risvegliare il sonno eterno di un figlio. 
L'immagine guida della poesia e quella dell'albero, simbolo e metafora di vita, ma anche di aridità e morte. E' verde il melograno, ma è arida la "pianta"-padre. Una pianta che si è seccata per il dolore e che non è più in grado di generare nulla. 
Da notare infine l'inarrestabile ciclo della vita e della natura che, appunto, contrastano con il dolore dell'uomo: la rinascita della vita continua, indipendentemente dalle dolorosissime tragedie dell'uomo.

lunedì 14 febbraio 2022

RIASSUNTO SENILITA' ITALO SVEVO

Il romanzo racconta le vicende di Emilio Brentani, uno scapolo trentacinquenne con ambizioni letterarie, impiegato in un ufficio di assicurazioni, che vive in un modesto appartamento di Trieste con la sorella Amalia. I due fratelli sono ancora abbastanza giovani, ma conducono una vita "da vecchi", senza emozioni o allegria. Amalia, priva di qualsiasi avvenenza fisica, non è sposata né fidanzata e non ha praticamente contatti col mondo esterno: la sua unica occupazione è accudire il fratello.  

La loro casa è frequentata da Stefano Balli, un amico di Emilio, brillante e affascinante che fa lo scultore e colleziona avventure sentimentali. Amalia è segretamente innamorata di lui, mentre Emilio invidia la sua esperienza in campo amoroso. 

La monotonia della vita di Emilio è sconvolta dall'incontro con Angiolina Zarri, una giovane e bella popolana dalla vita amorosa movimentata ed esuberante. L'uomo vorrebbe avere con lei una breve scappatella amorosa, sul modello delle avventure sentimentali dell'amico Stefano, ma in realtà si innamora di Angiolina. La donna, invece, ha poca considerazione dei suoi sentimenti e si incontra anche con altri uomini. Gli avvertimenti di Stefano sulla vera natura di Angiolina non sortiscono effetti su Emilio, che anzi allontana l'amico da casa facendo piombare Amalia in una profonda tristezza che la conduce prima all'assunzione di uno stupefacente, l'etere profumato, e poi ad ammalarsi di polmonite.  

Emilio abbandona spesso la sorella malata per incontrarsi con Angiolina, ma poi diventa talmente sospettoso e geloso che decide di lasciarla. Quando si accorge di non poter fare a meno di lei, Angiolina si è gia innamorata di Stefano per cui ha posato come modella. Emilio lascia la sorella morente per un ultimo incontro con Angiolina, in cui la insulta violentemente, e poi, rimasto solo senza Angiolina e senza Amalia, si richiude di nuovo, e definitivamente, nella sua condizione di senilità. 

 Il romanzo si conclude con un'immagine significativa: anni dopo, nel ricordo, Emilio vede le due donne idealizzate secondo i propri desideri e fuse in una singola persona, con l'aspetto dell'amata e il carattere della sorella.

lunedì 7 febbraio 2022

SCHEMA GERUSALEMME LIBERATA TORQUATO TASSO

LA GERUSALEMME LIBERATA

AUTORE

TORQUATO TASSO

PUBBLICAZIONE

1580

TEMA

PRIMA CROCIATA E CONQUISTA DI GERUSALEMME DA PARTE DEI CRISTIANI

GENERE

POEMA EROICO (IN VERSI)

DEDICA

ALFONSO II D’ESTE, SIGNORE DI FERRARA

STRUTTURA

20 CANTI DIVISI IN OTTAVE

METRO

ENDECASILLABI

FONTI

OMERO, VIRGILIO, LUCANO, OVIDIO, ORAZIO, DANTE, PETRARCA, ARIOSTO

TEMPO

1099 (POCO PRIMA DELLA LIBERZIONE DI GERUSALEMME DA PARTE DEI CROCIATI)

LUOGO

REGIONE DELLA GIUDEA (IN PALESTINA), CITTA’ DI GERUSALEMME - ALTRI LUOGHI DI FANTASIA

TRAMA

RIASSUNTO GERUSALEMME LIBERATA

 

mercoledì 12 gennaio 2022

PARAFRASI QUEL RAMO DEL LAGO DI COMO PROMESSI SPOSI

Quel ramo del lago di Como, che volge a mezzogiorno, tra due catene non interrotte di monti, tutto a seni e a golfi, a seconda dello sporgere e del rientrare di quelli, vien, quasi a un tratto, a ristringersi, e a prender corso e figura di fiume, tra un promontorio a destra, e un’ampia costiera dall’altra parte; e il ponte, che ivi congiunge le due rive, par che renda ancor più sensibile all’occhio questa trasformazione, e segni il punto in cui il lago cessa, e l’Adda rincomincia, per ripigliar poi nome di lago dove le rive, allontanandosi di nuovo, lascian l’acqua distendersi e rallentarsi in nuovi golfi e in nuovi seni. La costiera, formata dal deposito di tre grossi torrenti, scende appoggiata a due monti contigui, l’uno detto di san Martino, l’altro, con voce lombarda, il Resegone, dai molti suoi cocuzzoli in fila, che in vero lo fanno somigliare a una sega: talchè non è chi, al primo vederlo, purchè sia di fronte, come per esempio di su le mura di Milano che guardano a settentrione, non lo discerna tosto, a un tal contrassegno, in quella lunga e vasta giogaia, dagli altri monti di nome più oscuro e di forma più comune. Per un buon pezzo, la costa sale con un pendìo lento e continuo; poi si rompe in poggi e in valloncelli, in erte e in ispianate, secondo l’ossatura de’ due monti, e il lavoro dell’acque. Il lembo estremo, tagliato dalle foci de’ torrenti, è quasi tutto ghiaia e ciottoloni; il resto, campi e vigne, sparse di terre, di ville, di casali; in qualche parte boschi, che si prolungano su per la montagna. Lecco, la principale di quelle terre, e che dà nome al territorio, giace poco discosto dal ponte, alla riva del lago, anzi viene in parte a trovarsi nel lago stesso, quando questo ingrossa: un gran borgo al giorno d’oggi, e che s’incammina a diventar città.
Quella diramazione del lago di Como orientata verso sud, tra due catene continue di monti,  ricca di baie e golfi che seguono lo sporgere e il rientrare delle montagne, ad un certo punto si restringe fino a sembrare il corso di un fiume, con un promontorio sulla parte destra e un'ampia costa dall'altra parte; e il ponte che in quel punto unisce le due rive sembra evidenziare ancora di più questo cambiamento [cioè il fatto che il lago sembra diventare un fiume] e segnare il punto in cui il lago finisce e riprende il corso del fiume Adda, anche se poi il lago ricomincia più avanti, dove le due rive sono più lontane e permettono all'acqua di allargarsi e rallentare in altri golfi e insenature. La costa, formatasi dai depositi di tre grossi torrenti, digrada protetta da due monti vicini, uno è chiamato San Martino e l'altro, con una parola del dialetto lombardo, Resegone, a causa delle molte cime l'una accanto all'altra, che lo fanno assomigliare ad una sega; tanto che, a chi capiti di vederlo frontalmente a prima vista, ad esempio trovandosi sulle mura di Milano che guardano a Nord, non riesce a distinguerlo (il Resegone), dalle altre montagne, in quella lunga serie di monti che hanno un nome meno famoso e più comune. Per un lungo tratto la costa sale con una pendenza lieve, ma continua; poi questa cosa si spezza in colline e piccole valli, in salite e pianure, in base alla forma dei due monti e all'erosione provocata dai corsi d'acqua. L'estremità (della costa), troncata dalla foce dei torrenti, è costituita quasi tutta da ghiaia e grosse pietre; nella restante parte ci sono campi e vigne, appezzamenti di terreno, ville, case rustiche; in alcuni punti ci sono boschi, che si protendono verso la montagna. Lecco, che è il paese principale di quelle zone e che dà il nome al territorio, si trova vicino al ponte, sulla riva del lago, anzi in parte si trova proprio sul lago, quando questo si innalza per l'abbondanza di acqua, oggi è un grosso borgo che sta per diventare una città. 











sabato 8 gennaio 2022

DESCRIZIONE OGGETTIVA E SOGGETTIVA ESEMPI

Alcuni esempi di descrizioni su uno stesso tema rese prima in maniera oggettiva e poi soggettiva


SCRIVANIA

Descrizione oggettiva
La mia scrivania è formata da un piano rettangolare in legno chiaro sostenuto da due gambe in ferro nero.
E' spessa circa quattro centimetri e lunga un metro e venti.
Il piano di legno è liscio e lucido, con alcune venature più scure.
Sopra la scrivania ci sono molti oggetti: il mio pc portatile, un organizzatore contenente penne ed evidenziatori, i fogli su cui prendo appunti ed una calcolatrice scientifica.
Per sedermi uso una sedia ergonomica di legno di abete con la seduta in stoffa blu. 

Descrizione soggettiva
La mia scrivania è un gran caos, ma non potrei farne a meno perché è comoda e molto spaziosa.  
E' fatta di legno (mi pare!) e ha le gambe di ferro. E' abbastanza spessa e ampia così da poter ospitare tutti gli oggetti che mi servono quotidianamente per lo studio.
Sopra il piano c'è il mio indispensabile pc portatile, un organizzatore che ho preso a un prezzo stracciato e che si è poi rivelato una manna dal cielo perché può contenere un incredibile numero di penne ed evidenziatori colorati, un sacco di fogli sparsi che mi servono per prendere appunti e la calcolatrice per le lezioni di matematica. 
Come seduta ho una modernissima sedia ergonomica, tutta fatta di legno eccezion fatta per la seduta che è di stoffa blu. L'ho scelta personalmente dopo averne provate tantissime, ed è davvero la sedia più confortevole su cui mi sia mai seduto. 

PRANZO DI NATALE

Descrizione oggettiva
Il pranzo di Natale si è svolto a casa dei miei zii. 
La tavola era apparecchiata per otto persone nella veranda che dà sul giardino, con una tovaglia bianca e rossa, i piatti bianchi e i tovaglioli decorati con un motivo natalizio.
Prima di sederci abbiamo preso un aperitivo nel salotto, poi ci siamo seduti a tavola: gli adulti da una parte e noi ragazzi dall'altra. 
Come primo abbiamo mangiato i cappelletti in brodo fatti da mia madre, mentre come secondo la zia ha servito il tacchino ripieno di castagne con contorno di patate arrosto.
Per dolce c'era il tiramisù e fette di pandoro accompagnate da una crema al cioccolato.
Dopo pranzo i miei cugini ed io siamo andati a giocare in giardino, mentre gli adulti sono rimasti a tavola fino alle 17.
Poco prima delle 19 ci siamo salutati e siamo andati via.

Descrizione soggettiva
Anche quest'anno abbiamo festeggiato il Natale con i miei zii e i miei cugini. 
Come al solito la zia aveva apparecchiato la tavola nella veranda che prende luce dal giardino ed è una stanza così bella che sembra fatta apposta per ricevere ospiti. 
Eravamo in otto persone e la tavola era apparecchiata in tema natalizio: la tovaglia era quella rossa, la preferita dalla zia, i piatti bianchi e i tovaglioli decorati con l'agrifoglio e le palline colorate. 
Prima di pranzo abbiamo preso un aperitivo nel salotto, poi ci siamo seduti a tavola. 
Con i miei cugini abbiamo fatto a gara per scegliere i posti a sedere e alla fine noi ragazzi eravamo tutti seduti a un lato della tavola, mentre gli adulti erano vicini tra loro. 
Come primo piatto abbiamo mangiato i tortellini in brodo che mia mamma aveva preparato la sera prima, mentre di secondo c'era il tacchino arrosto con le patate che è il piatto preferito dello zio e che non può mancare nel suo pranzo natalizio.  
Alla fine ero talmente pieno che ho solo assaggiato un po' di tiramisù, anche se c'era anche il pandoro accompagnato da una salsa al cioccolato deliziosa (a quella non ho potuto resistere!).
Dopo pranzo è uscito un bel sole e noi cugini siamo usciti in giardino a giocare a pallacanestro, mentre i grandi, come al solito, sono rimasti a tavola a sgranocchiare frutta secca e a chiacchierare.
Anche se ci stavamo divertendo, verso le sette di sera i miei genitori hanno deciso di tornare a casa e così ci siamo salutati con la promessa di rivederci presto. 

IL MIO MIGLIORE AMICO

Descrizione oggettiva
Il mio migliore amico si chiama Marco, ha 15 anni ed è alto circa 1 metro e 75.
Ha i capelli scuri e ricci, un fisico snello e le spalle larghe. 
Il viso è lungo e magro, gli occhi sono scuri dal taglio ovale, mentre il naso è stretto con una piccola gobba al centro.
Caratterialmente è simpatico e socievole, anche se a volte è un po' permaloso e non sopporta che si parli male della sua squadra del cuore. 
Ci conosciamo da circa 10 anni perché abbiamo fatto insieme sia le elementari che le medie e andiamo molto d'accordo, soprattutto quando giochiamo insieme a calcio. 

Descrizione soggettiva
Il mio migliore amico si chiama Marco e lo conosco da circa 10 anni, infatti ci siamo incontrati in prima elementare e ci frequentiamo ancora adesso.
Come me ha 15 anni, ma è più alto e molto più magro di me. 
Ha le spalle larghe perché fa pallanuoto, il viso è un po' lungo e ha sia occhi che capelli scuri.
Ha il naso piccolo, ma con una gobbetta che lui non sopporta proprio e di cui si preoccupa molto quando si fa un selfie, infatti cerca sempre di non mettersi di profilo! 
Di carattere è simpatico e socievole, anche se dal mio punto di vista certe volte è troppo permaloso, soprattutto quando si parla del suo naso e della Juventus, che è la squadra per cui fa un tifo sfegatato.
Con Marco vado quasi sempre d'accordo, ci troviamo bene a parlare e ridere insieme e ci divertiamo un sacco a giocare a calcio nel campetto dietro casa sua.   



IL PARCO 

Descrizione oggettiva
Il parco vicino a casa mia è di medie dimensioni.
Vi si accede attraverso un grande cancello di ferro che rimane aperto tutti i giorni dalle 7 alle 20.
Dopo l'ingresso, una serie di vialetti di ghiaia bianca conducono a zone diverse, mentre un viale più largo costeggia il perimetro del parco creando un anello che si può percorrere in circa 20 minuti di cammino. 
Sulla sinistra dopo l'entrata c'è la zona con le panchine e i giochi per i bambini più piccoli. Questa parte si differenzia dalle altre perché ha anche un pavimento in gomma morbida ed è delimitata da un recinto.
Al centro si trova invece un'area attrezzata per pic-nic, con tavoli e panche e una radura erbosa dove ci si può stendere per prendere il sole. 
A sinistra c'è una zona più in ombra, con tanta vegetazione e un piccolo boschetto di larici, dove sono presenti attrezzature per fare ginnastica, organizzate in un circuito con vari livelli di difficoltà.
Oltre quest'area si trova un piccolo chiosco-bar, aperto solo nella bella stagione, dove si possono consumare cibi e bevande seduti ai tavolini all'aperto. 

Descrizione soggettiva
Vicino a casa mia c'è un parco abbastanza grande dove si possono svolgere molte attività e che resta aperto tutti i giorni, dal mattino fino alle otto di sera.
Per entrare si passa attraverso un grande cancello di ferro, poi si può scegliere dove andare percorrendo alcuni sentieri di ghiaia che conducono a zone diverse.
Volendo si può anche fare una passeggiata di una ventina di minuti, camminando lungo il viale che delimita il perimetro del parco. 
Per le mamme con bambini c'è una zona appositamente creata per loro, con panchine e tanti giochi, resa sicura da un pavimento di gomma morbida e da un recinto per evitare che i bambini si perdano. 
Proseguendo verso il centro del parco, si può trovare un'area attrezzata con panche e tavoli di legno e una bella radura erbosa dove stendere le coperte per fare un pic-nic nelle giornate più calde.
Poi c'è la mia zona preferita: quella per fare attività fisica all'aperto. E' all'interno di un boschetto, così da restare un po' in ombra, ed è circondata da piante e aiuole di fiori che in Primavera mandano un profumo dolcissimo.
Si può svolgere attività liberamente oppure seguire i percorsi attrezzati affrontando i diversi esercizi che vengono proposti. 
Oltre questa parte del parco, nella bella stagione, si trova un chioschetto dove poter fare merenda o prendere un aperitivo seduti ai tavolini all'aperto. 
Devo dire che mi sento molto fortunato a poter disporre di una zona così verde e ben tenuta all'interno di una città caotica e inquinata come la mia.