Né più mai toccherò le sacre sponde
ove il mio corpo fanciulletto giacque,
Zacinto mia, che te specchi nell'onde mito dell'esilio
del greco mar da cui vergine nacque
Il poeta prova dolore per l’esilio, ha la nostalgia verso la propria patria in cui sa di non poter fare ritorno.
Venere, e fea quelle isole feconde
col suo primo sorriso, onde non tacque
le tue limpide nubi e le tue fronde mito della bellezza
l'inclito verso di colui che l'acque
Si fa un richiamo alla bellezza, impersonata da Venere, e alla poesia rappresentata dal poeta Omero, che cantò Ulisse.
cantò fatali, ed il diverso esiglio
per cui bello di fama e di sventura
baciò la sua petrosa Itaca Ulisse.
Si torna al concetto della patria.
Tu non altro che il canto avrai del
figlio,
o materna mia terra; a noi prescrisse mito della poesia
il fato illacrimata sepoltura. mito della sepoltura
Si allude alla poesia e alla tomba
Nel sonetto sono presenti tutti i valori più importanti che la poesia di Foscolo ha narrato:
-
- il mito dell'esilio---> cioè il rifiuto del Foscolo di accettare i valori della società in cui viveva e l'esilio era visto come una ribellione nei confronti della società.
- il mito della bellezza----> la bellezza in Foscolo ha una funzione serenatrice, cioè solo attraverso la bellezza e la sua contemplazione l'uomo può sollevarsi dalla tristezza che è la condizione naturale dell'animo umano
- il mito del sepolcro-----> la tomba conserva il ricordo del defunto presso i vivi, quindi è per Foscolo un valore fondamentale della civiltà umana: e' il centro degli affetti familiari e la garanzia della loro durata dopo la morte; è la conservazione delle tradizioni di un popolo, centro dei suoi valori civili.
- il mito della poesia---> la poesia è per Foscolo eternatrice, cioè è il mezzo che, sfidando il tempo, può tramandare alle generazioni successive i più grandi valori della civiltà umana.
Tomba di Ugo Foscolo in Santa Croce - Firenze |
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