lunedì 30 novembre 2020

LA CICALA E IL GRIDO DEL CIELO ANALISI

La cicala e il grido del cielo di Franco Marcoaldi


Sei la colonna sonora dell’estate
però non ti ho mai vista in faccia.
Pratichi il mimetismo e se qualcuno
si avvicina al tuo ricovero
taci di colpo, per sottrargli traccia.
Il tuo rumore è rauco, lento,
cadenzato; quasi raspassi il sole
in un giorno ideale da bucato.
Ché appena arriva l’ombra
il tuo tamburo ammutolisce,
le lamine vibranti giacciono inerti:     
il paesaggio non respira più,
grido del cielo che svanisce.

Quella sgradita sinfonia
che sgorgava dalla terra screpolata
martellando il cervello
nell’ora più accaldata,
ora mi manca. Il tuo silenzio
pare un avvertimento:
l’ombra ha trionfato sulla luce
e si riaffaccia lo sgomento.



PARAFRASI

Il tuo canto risuona per tutta l'estate, ma non sono mai riuscito a vederti. Ti nascondi mimetizzandoti e se qualcuno passa vicino alla tua tana di colpo smetti di cantare, così da non far capire dove sei.  
Il suono che produci è basso, lento e ritmico, come se in un giorno ideale per stendere i panni tu graffiassi la superficie del sole. Perché appena il sole va via il tuo canto si ammutolisce, le lamine della tua bocca che vibrano per produrre il suono si fermano: il paesaggio sembra non respirare più (perché il suono ritmato della cicala è simile al ritmo del respiro) e il rumore che sembra provenire dal cielo (perché si sente ovunque) svanisce. Quel rumore fastidioso, che usciva dalle crepe del terreno e martellava il mio cervello nelle ore più calde della giornata, ora mi manca. Il tuo silenzio sembra un avvertimento, sembra voler dire che le tenebre hanno prevalso sulla luce e torna la tristezza.


ANALISI METRICA

Lirica composta da due strofe di 13 e 8 versi (totale 21 versi) di vario metro (dodecasillabi, endecasillabi, novenari e altri). La struttura ritmica è anch'essa varia e non segue uno schema preciso, ci sono però alcune rime baciate (v. 2- faccia, v. 5 - traccia -  v.10 ammutolisce, v. 13 - svanisce - v. 19 avvertimento - v. 21 sgomento). 


FIGURE RETORICHE

Metafora: v. 1 "colonna sonora dell'estate" (indica la cicala e il suo canto) - v. 10 "il tuo tamburo" (cioè il suono che produce la cicala) - v. 20 "l'ombra" metafora del male (o comunque di un elemento negativo) che l'ha avuta vinta sulla luce, a sua volta metafora del bene)
Personificazione: v. 2 "vista in faccia" (alla cicala viene attribuito un volto umano)
Enjambement: v. 3 "se qualcuno/si avvicina" - v. 18 "silenzio/pare" - 
Enumerazione: vv. 6/7 "rauco, lento, cadenzato"
Similitudine: v. 7 "quasi raspassi il sole" (quasi sta per "come se" )
Perifrasi: v. 8 "un giorno ideale da bucato" (intende un giorno molto soleggiato)



domenica 22 novembre 2020

RIASSUNTO IL FILIPPINO DI SAROYAN

Il racconto di W. Saroyan "Il filippino" narra le vicende di un giovane ragazzo filippino che, molestato da un uomo ubriaco, finisce per compiere un gesto criminale.


TRAMA
All'interno di una sala d'attesa, dove molte persone stanno aspettando il traghetto per attraversare la baia di Oakland, un giovane filippino, in ordine e ben vestito, viene notato da un uomo bianco ubriaco che inizia ad offenderlo davanti a tutti e ad alta voce gli urla di andarsene e di non mischiarsi ai bianchi. 
Tutti i presenti si accorgono delle molestie dell'uomo, ma nessuno reagisce o fa nulla per difendere il filippino. Quando il traghetto arriva, il ragazzo sale per primo cercando un posto dove non possa essere notato, ma poco dopo vede di fronte a sé l'ubriaco e corre a rifugiarsi nelle toilette.
Qui viene subito raggiunto dall'uomo che inizia a colpire le porte di tutti i bagni per scovare il ragazzo. Il giovane si chiede come mai nessuno degli altri uomini  provi a fermarlo fino a quando si rende conto di essere rimasto solo con lui. Sentendosi braccato, prega l'uomo di andare via e di non creare problemi. 

Nel mentre, sente che la paura e l'amarezza per l'indifferenza degli altri si sta tramutando in una forte rabbia. Tira fuori il coltello che ha con sé, stringendolo forte fino a conficcarsi le unghie nel palmo della mano ed esce dal bagno, ripentendo all'uomo di andarsene. 
L'ubriaco ignora le sue parole e lo afferra per il vestito; il ragazzo allora inizia a colpirlo al fianco fino a farlo cadere a terra. 
Tornato nella sala tutti vedono le sue mani e i suoi abiti insanguinati, ma nessuno fa né dice nulla. 
Il ragazzo sa di non poter fuggire, ma prima che arrivi la polizia, si rivolge ai presenti chiedendo loro perché non lo hanno aiutato a fermare l'ubriaco prima che lui fosse costretto ad ucciderlo. 



TEMI 

I temi principali di questo racconto sono il razzismo e l'indifferenza. Il giovane, offeso e minacciato solo perché "straniero" in terra americana, appare come una vittima non solo dell'ubriaco, ma della società intera, rappresentata dai passeggeri del traghetto. Tutti, infatti, mostrano indifferenza verso il comportamento del molestatore e non offrono aiuto al giovane ragazzo, lasciandolo al proprio destino, prima di vittima e poi di carnefice. Anche dopo averlo visto sconvolto e con le mani insanguinate, infatti, non ci sono reazioni da parte dei presenti che sembrano proprio non voler vedere quanto appena accaduto. E' presente, anche se più sottinteso, il  tema della colpa: quella della vittima che per difendersi compie un atto più grave dell'offesa diventando di fatto il carnefice. 


mercoledì 18 novembre 2020

RIASSUNTO LANCILLOTTO O IL CAVALIERE DELLA CARRETTA CHRETIEN DE TROYES

Lancillotto o il Cavaliere della carretta è un romanzo d'avventura in versi ottonari scritto tra il 1176 e il 1181 da Chrétien de Troyes su richiesta della sua protettrice, Maria di Francia. 

TRAMA
Il crudele Meleagant - figlio del re di Gorre e cavaliere della Terra del Non Ritorno - tiene prigionieri nelle sue terre molti abitanti del regno di Artù. Uno dei Cavalieri della Tavola Rotonda dovrà duellare con Malgeant per liberarli, altrimenti anche la regina verrà imprigionata. Il siniscalco Kay accetta la sfida ma perde il combattimento e Ginevra viene rapita. In quel momento il cavaliere Galvano insieme a Lancillotto, che ha una relazione segreta con Ginevra, partono per andare a salvarla.  Non avendo un cavallo, Lancillotto deve sottostare al ricatto di un nano che ha notizie del luogo ove si trovi Ginevra e che gli offre un passaggio sul carro usato per portare i malfattori al patibolo. Farsi vedere a bordo di quel carro è simbolo di grande disonore, ma Lancillotto è disposto a tutto per salvare Ginevra: ingoiando il suo orgoglio e sacrificando il suo titolo di Cavaliere, sale sul carro e viene condotto presso un castello dove rincontra Galvano e da dove, attraverso una finestra,  vedono la regina insieme a Melegeant. 
I due cavalieri vanno in soccorso di Ginevra, prendendo strade diverse. Melegeant e Lancillotto si affrontano e quando Malegeant sembra soccombere suo padre, Baudemagus, chiede a Ginevra di interagire affinché Lancillotto smetta di combattere. Lancillotto allora rimanda il duello all'anno successivo presso la corte di Re Artù. Nel frattempo prende con sé Ginevra e libera tutti i prigionieri. 
Lancillotto incontra segretamente Ginevra nella sua stanza, ma nel tagliare le sbarre della finestra della camera da letto, si ferisce alla mano e macchia di sangue le lenzuola. Il giorno successivo, Malegeant trovando il sangue nel letto li accusa di tradimento e nuovamente inizia un duello fra Lancillotto e Malegeant. Ancora una volta il combattimento viene interrotto da Baudemagus quando vede suo figlio in grave difficoltà. Lancillotto va quindi alla ricerca di Galvano insieme ai prigionieri, ma con un trucco, viene imprigionato da un nano al servizio di Méléagant. La sua gente, disperata, parte per salvare Galvano che sta per affogare e, nel frattempo Ginevra riceve una lettera falsa in cui le viene fatto credere che Lancillotto si trovi già alla Corte di Artù. 

 Ritornati a corte non trovano Lancillotto e capiscono che deve essere stato imprigionato da qualche parte. Nel frattempo viene organizzato un grande torneo e Lancillotto riesce a negoziare una licenza di libertà per parteciparvi in incognito. 
Lì, solo Ginevra lo riconosce e gli chiede di combattere "al peggio" per un giorno. Accettando di umiliarsi in questo modo, Lancillotto dimostra il suo amore per lei. 
Il giorno successivo, vince tutti i combattimenti e poi, ancora in incognito, torna alla sua prigione. Méléagant lo trasferisce quindi su un'isola dove gli fa costruire una torre per trattenerlo. 


Il romanzo è stato completato da Geoffroy de Lagny con il consenso di Chrétien de Troyes. 
In questo epilogo, si dice che Méléagant vada a corte per continuare il duello con Lancillotto, ma senza trovarlo perché imprigionato. La  sorella di Malegeant aiuta poi Lancillotto a fuggire dalla torre e il coraggioso cavaliere combatte l'ultimo duello con Malegeant, in cui vince tagliandogli la testa. 

giovedì 5 novembre 2020

10 FRASI CON L'APPOSIZIONE

Alcune frasi con l'apposizione

1) Il dottor Rossi è un medico scrupoloso ed attento

2) Il fiume Po attraversa tutta la Pianura Padana

3) La macchina dello zio Mario si è guastata lungo l'autostrada

4) Mia madre come cuoca lascia proprio a desiderare

5) Mio papà da giovane ha lavorato come ingegnere aeronautico

6) Ti presento l'avvocato Mario Rossi

7) I Parti, popolazione stanziata in Medio Oriente, ebbero lunghi scontri con i Romani

8) Mio fratello Enrico si è laureato molto presto

9) Selena Gomez, cantante e attrice statunitense, ha recentemente pubblicato un nuovo disco

10) Tua madre, in qualità di rappresentante, ha diritto di partecipare ai consigli di classe

11) Parigi, capitale della Francia, è uno dei luoghi più visitati del mondo 

12) Suo nonno, architetto affermato, lavorò alla ricostruzione della città dopo il terremoto

13) Paolo si è innamorato di Anna, la sua segretaria

14) La Divina Commedia, opera di Dante, è un capolavoro della nostra letteratura

15) A Londra visiterò Buckingham Palace, residenza della regina