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sabato 3 dicembre 2022

LA PRIMA LETTERA DI JACOPO ORTIS

Di cosa parla la prima lettera di Jacopo Ortis?

Nella prima lettera del romanzo di Ugo Foscolo "Le ultime lettere di Jacopo Ortis", datata 11 ottobre 1797, il protagonista scrive all'amico Lorenzo Alderani, dopo essersi rifugiato sui colli Euganei, nei dintorni di Bologna, per sottrarsi alle persecuzioni contro i patrioti veneziani. 

Jacopo è un giovane moralmente sconfitto e sente che ormai tutto è perduto, prevedendo la perdita della libertà della Repubblica Veneta (cosa che puntualmente avverrà pochi giorni dopo, in seguito al trattato di Campoformio con cui Napoleone Bonaparte consegnava all’Austria la Repubblica veneta, in cambio della Lombardia). 

Per i sostenitori napoleonici iniziarono persecuzioni e arresti, quindi molti fuggirono proprio come fa Jacopo su consiglio della madre. Il giovane scrive all'amico che non teme la morte, ma che, fuggendo, almeno ha fatto in modo che il suo cadavere non cada in mano nemica. 

Il suo stato d'animo è evidente dalla sentenza implacabile con cui si apre la lettera "Il sacrificio della patria nostra è consumato". Anche se il romanzo è solo all'inizio si comprende bene come Jacopo sia un giovane finito, senza più speranze né sogni: il suo destino pare ormai segnato e questo stato d'animo lo condurrà inesorabilmente verso il suicidio. 

giovedì 14 febbraio 2013

BREVE RIASSUNTO LE ULTIME LETTERE DI JACOPO ORTIS

E' un romanzo epistolare--->cioè scritto in forma di lettere.
Jacopo Ortis è un giovane che scrive ad un amico, Lorenzo Alderani; sarà lui a raccogliere le lettere dell'amico e a raccontarne la tragica fine.
L'epoca.
Siamo nel periodo del Trattato di Campoformio (1797), con cui Napoleone cede Venezia all'Austria.
Jacopo Ortis si rifugia sui Colli Euganei (che sono monti vicino a Padova) dove si innamora di Teresa, già promessa sposa al ricco Odoardo.
Jacopo frequenta l'università di Padova, poi vaga per diverse città italiane (Ferrara, Bologna,Milano, Firenze, Genova) e poi torna sui Colli Euganei dove ritrova Teresa che nel frattempo si è sposata come voleva il padre.
Jacopo torna un'ultima volta a Venezia per abbracciare la madre.
Dopodiché, deluso nei suoi ideali di patria e di amore, si uccide con un pugnale.

Commento
Il romanzo è considerato autobiografico non perché vengono raccontate le vicende personali di Ugo Foscolo, ma perché attraverso l'Ortis, Foscolo espresse le proprie idee e i propri valori, i sentimenti e le delusioni. Infatti, il pessimismo di cui è permeata l'opera, è lo stesso che tormento il giovane Foscolo dopo il Trattato di Campoformio, quando le sue speranze e le sue illusioni sembrarono crollare tutte insieme.