la pargoletta mano,
il verde melograno
da' bei vermigli fior,
rinverdì tutto or ora
e giugno lo ristora
di luce e di calor.
Tu fior della mia pianta
percossa e inaridita,
tu dell'inutil vita
estremo unico fior,
sei ne la terra fredda,
sei ne la terra negra;
né il sol più ti rallegra
né ti risveglia amor.
PARAFRASI
L'albero verso cui allungavi la tua mano di fanciullo, quel melograno verde coi suoi bellissimi fiori rossi, ora è di nuovo fiorito nel giardino desolato e silenzioso (muto) e il mese di giugno gli offre forza e calore. Tu, fiore della mia pianta, colpita dalla tragedia e divenuta ormai arida, tu unico e ultimo fiore della mia vita inutile, ora sei sepolto nella terra fredda, sei sepolto nella terra nera e il sole non può più scaldarti né il mio amore può risvegliarti dal tuo sonno eterno.
ANALISI METRICA
La lirica è un'ode anacreontica composta da quattro quartine per un totale di 16 versi settenari. Lo schema delle rime è ABBC DEEC FGGC HIIC
FIGURE RETORICHE
Simbolismo= v. 1 "L'albero" è simbolo della vita
Latinismo= v. 5 "orto", sta per giardino e deriva dal latino hortus
Metafora= v. 9 "fior della mia pianta" = il fiore e la pianta sono metafora rispettivamente per il figlioletto e il padre
Anafora= vv. 9 e 11 "Tu...tu", vv. 13, 14 "sei...sei", vv. 15, 16 "nè...nè"
ANALISI E COMMENTO
La lirica, composta nel 1871 e contenuta nella raccolta "Rime Nuove", ha un contenuto autobiografico in quanto venne scritta dal poeta per ricordare il figlioletto Dante, morto a soli tre anni. Attraverso le parole, però, questa esperienza dolorosa travalica la sfera personale per divenire universale e possiamo vederlo fin dal titolo dove il dolore di un padre per la morte di un figlio viene definito "antico", perché può capitare a tutti, e certo è accaduta a molti, fin dai tempi più remoti. Carducci, quindi, si rivolge idealmente a tutti gli uomini, li abbraccia e li comprende in quella che la più grande tragedia che si possa vivere.
La lirica è tutta giocata sui contrasti tra vita e morte: le immagini di fanciullezza e risveglio primaverile dei primi versi (pargoletta, verde, vermigli) sono in antitesi con note ben più tragiche (muto, solingo). La gioia e le grida di un bimbo che gioca non risuonano più nel giardino di casa Carducci. Anche adesso che è tornata la primavera e il melograno torna a ricoprirsi di fiori rossi grazie al caldo sole di giugno, qualcuno non potrà più godere di quel sole e di quel calore. Neppure tutto l'amore di un padre potranno mai risvegliare il sonno eterno di un figlio.
L'immagine guida della poesia e quella dell'albero, simbolo e metafora di vita, ma anche di aridità e morte. E' verde il melograno, ma è arida la "pianta"-padre. Una pianta che si è seccata per il dolore e che non è più in grado di generare nulla.
Da notare infine l'inarrestabile ciclo della vita e della natura che, appunto, contrastano con il dolore dell'uomo: la rinascita della vita continua, indipendentemente dalle dolorosissime tragedie dell'uomo.
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