Di cosa parla la prima lettera di Jacopo Ortis?
Nella prima lettera del romanzo di Ugo Foscolo "Le ultime lettere di Jacopo Ortis", datata 11 ottobre 1797, il protagonista scrive all'amico Lorenzo Alderani, dopo essersi rifugiato sui colli Euganei, nei dintorni di Bologna, per sottrarsi alle persecuzioni contro i patrioti veneziani.
Jacopo è un giovane moralmente sconfitto e sente che ormai tutto è perduto, prevedendo la perdita della libertà della Repubblica Veneta (cosa che puntualmente avverrà pochi giorni dopo, in seguito al trattato di Campoformio con cui Napoleone Bonaparte consegnava all’Austria la Repubblica veneta, in cambio della Lombardia).
Per i sostenitori napoleonici iniziarono persecuzioni e arresti, quindi molti fuggirono proprio come fa Jacopo su consiglio della madre. Il giovane scrive all'amico che non teme la morte, ma che, fuggendo, almeno ha fatto in modo che il suo cadavere non cada in mano nemica.
Il suo stato d'animo è evidente dalla sentenza implacabile con cui si apre la lettera "Il sacrificio della patria nostra è consumato". Anche se il romanzo è solo all'inizio si comprende bene come Jacopo sia un giovane finito, senza più speranze né sogni: il suo destino pare ormai segnato e questo stato d'animo lo condurrà inesorabilmente verso il suicidio.
Il suo stato d'animo è evidente dalla sentenza implacabile con cui si apre la lettera "Il sacrificio della patria nostra è consumato". Anche se il romanzo è solo all'inizio si comprende bene come Jacopo sia un giovane finito, senza più speranze né sogni: il suo destino pare ormai segnato e questo stato d'animo lo condurrà inesorabilmente verso il suicidio.
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