IL MONACHESIMO NASCE IN ORIENTE
La pratica del monachesimo prese avvio nel IV secolo dopo Cristo in Egitto, dove alcuni credenti particolarmente devoti iniziarono a condurre una vita ritirata e incentrata sull'autonegazione. Si pensa che questi monaci si siano ispirati alle privazioni patite da Gesù durante i suoi 40 giorni nel deserto.
Vi sono varie forme di monachesimo "primitivo", tutte caratterizzate dalla mortificazione del corpo e dalla penitenza. Le due forme principali di monachesimo sono:
EREMITISMO E CENOBITISMO
Gli eremiti sono coloro che scelgono di vivere in solitudine, in grotte o posti isolati, spogliandosi di tutti i beni materiali e rifugiandosi lontano dal mondo e dagli affetti, nutrendosi del poco che la natura elargisce.
I cenobiti, invece, sono coloro che scelgono di vivere la loro esperienza religiosa in comune.
Primo fra tutti fu Paolo l'Eremita che, intorno al 250 d.C., si rifugiò nel deserto per evitare le persecuzioni cristiane sotto l'imperatore Decio.
Gli storici tramandano che condusse una vita semplice e in riflessione e che visse eccezionalmente a lungo: il suo biografo ufficiale, San Girolamo, riporta infatti che morì all'età di 113 anni.
Negli ultimi anni della sua vita Paolo ricevette la visita di Sant'Antonio Abate, monaco ascetico considerato il fondatore del monachesimo cristiano. Nato in Egitto, Antonio si rifugiò nel deserto a causa delle persecuzioni di Diocleziano e vi rimase per moltissimi anni praticando l'ascesi e infliggendosi dure persecuzioni fisiche. Altri monaci furono attirati dalla sua esperienza e lo raggiunsero, vivendo in grotte vicine alla sua e imitando il suo stile di vita.
Sull'esempio di Antonio Abate, San Pacomio fondò l'ascesi cenobitica, una comunità religiosa basata su una regola, cioè su specifiche caratteristiche, che tutti gli appartenenti dovevano seguire e rispettare. Anche altri ordini monastici avranno poi una loro regola, magari simile oppure diversa da quella dei cenobiti, ma era fondamentale che venisse rispettato ciò che la regola imponeva.
Anche San Basilio fondò un suo ordine monastico, con una sua propria regola, la regola basiliana appunto, che predicava l'amore e l'aiuto del prossimo. Fu grazie a San Basilio che nacquero scuole, ospedali, ospizi, orfanotrofi e asili.
IL MONACHESIMO IN OCCIDENTE
A Roma, nella metà del '300, iniziano a comparire i primi monasteri. Il più importante ordine monastico di quell'epoca fu fondato da San Benedetto da Norcia, padre della famosa regola "ora et labora" (prega e lavora). Nel monastero benedettino di Montecassino si viveva una vita di pace e operosità, nel nome di Gesù e seguendo soprattutto la regola basiliana dell'aiuto verso il prossimo. Nel monastero tutto era perfettamente organizzato, le attività lavorative e quelle di preghiera si alternavano durante il giorno e vi regnava una pace che non si poteva trovare al di fuori del convento.
L'importanza dei monasteri nati in questo periodo è soprattutto dovuta al fatto che si impegnarono a conservare e a trascrivere le opere letterarie greche, latine e anche orientali. E' grazie al lavoro degli amanuensi (così erano detti i monaci che trascrivevano a mano i testi classici) che molte opere del passato sono giunte fino a noi.
La scrittura, come il lavoro nei campi, faceva parte appunto della regola del "prega e lavora" voluta dal San Benedetto: un modo per impegnare l'uomo in attività umili e in linea con la vita semplice di Cristo.
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