sabato 24 novembre 2012

L'AVVENTO DEL FASCISMO IN ITALIA


Anche in Italia, come in altri paesi europei, il  dopoguerra fu caratterizzato da tensioni sociali e politiche. Inflazione, disoccupazione e carovita sfociarono in tumulti. Nel Settembre del 1919 l'Italia firmò il trattato di pace, ma le sue pretese su Fiume e sulla Dalmazia non vennero ascoltate. Si parlò di "Vittoria Mutilata".

D'Annunzio con alcuni volontari e alcuni soldati occupò la città di Fiume per cercare di annetterla all'Italia, ma dovettero sgombrare.
Dopo la guerra migliaia di contadini e operai si iscrissero ai sindacati per tutelare i propri interessi lavorativi. Ci furono intense lotte sociali tra il 1919 e il '20 tanto che quel periodo su chiamato il Biennio Rosso.

Nel Settembre 1920 vennero occupate circa 300 fabbriche; gli industriali chiesero l'intervento dell'esercito per sgomberarli, ma il governo (Giolitti) rifiutò inducendoli a trattare con i lavoratori. Poco dopo nacque il partito Comunista, tra i suoi dirigenti Gramsci e Togliatti.
Fu in questo clima di grande tensione sociale che si fece strada il fascismo.
Puntarono tutto sulla battaglia contro i socialisti e usavano la violenza contro gli avversari vennero organizzate delle squadre armate che dovevano attaccare e distruggere le organizzazioni dei socialisti.

Il seguito di questo partito cresceva fino a ottenere l'appoggio e il finanziamento di gruppi industriali. Il PNF organizzò una marcia su Roma e davanti alla minaccia di un colpo di stato Vittorio Emanuele III incaricò Mussolini di formare il nuovo governo. Una volta al potere Mussolini cercò di conquistarsi il favore della chiesa, diede vita a una riforma scolastica (obbligo insegnamento religione cattolica).

Nel 1924 Giacomo Matteotti, deputato dei socialisti, venne assassinato dai fascisti per aver denunciato in parlamento pestaggi e violenze. Il re non intervenne nemmeno in questo caso. Per Mussolini fu chiaro allora che il re non avrebbe agito contro di lui e che le opposizioni non avevano la forza di rovesciarlo. Fu allora che iniziò la dittatura; tra il 1925 e il 1926 fu costruito un nuovo stato totalitario: furono cancellate tutte le libertà democratiche, fu soppressa la libertà di stampa, vennero sciolti i partiti, fu abolita la libertà sindacale, fu istituito il confino di polizia e fu istituito il tribunale speciale per la difesa dell'Italia.

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