venerdì 30 novembre 2012

RIPASSO GIUSEPPE UNGARETTI


Nasce nel 1888 ad Alessandria d’Egitto, si trasferisce a Parigi dove viene a contatto con artisti e poeti famosi. Partecipò alla prima Guerra Mondiale e nel 1919 aderì al fascismo. Dal 1936 al ’42 visse in Brasile e tornato in Italia ottenne la cattedra di Letteratura italiana all’università di Roma. Morì nel 1970. 

Nella poesia di Ungaretti ci sono due periodi ben distinti fra loro.
Il primo dove la parola è utilizzata in maniera essenziale. I versi sono brevissimi e il poeta utilizza lo spazio bianco proprio per sottolineare le pause e di conseguenza mettere in rilievo le poche parole. La punteggiatura viene abolita così come i nessi logici contribuiscono a rivalutare la parola e il suo significato.

Esempio poesia del primo periodo:  "La Veglia" scritta nel 1915, fa parte della raccolta "Allegria"

Un’intera nottata
buttato vicino
a un compagno
massacrato
con la sua bocca
digrignata
volta al plenilunio
con la congestione
delle sue mani
penetrata
nel mio silenzio
ho scritto
lettere piene d’amore
Non sono mai stato
tanto
attaccato alla vita

Nel secondo periodo invece si ha quasi un ritorno alla tradizione: i versi sono organizzati in strofe ed è presente la punteggiatura. I temi non sono più la guerra, la morte e la fragilità dell’uomo ma il poeta si concentra sul mistero della vita connessa al tempo e alla storia. 
Esempio poesia del secondo periodo:  "La Madre" scritta nel 1930

E il cuore quando d'un ultimo battito
avrà fatto cadere il muro d'ombra 
per condurmi, Madre, sino al Signore,
come una volta mi darai la mano.

In ginocchio, decisa,
Sarai una statua davanti all'eterno,
come già ti vedeva
quando eri ancora in vita.

Alzerai tremante le vecchie braccia,
come quando spirasti
dicendo: Mio Dio, eccomi.

E solo quando m'avrà perdonato,
ti verrà desiderio di guardarmi.

Ricorderai d'avermi atteso tanto,
e avrai negli occhi un rapido sospiro
.



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