martedì 13 novembre 2012

FLUSSI MIGRATORI - CONSIDERAZIONI GENERALI


Sono dovuti agli squilibri delle condizioni economiche tra un paese e l'altro o tra una regione e l'altra (esempio: emigrazione dal Sud Italia verso le città industrializzate del Nord negli anni '50).
Chi emigra sfugge solitamente ad un condizione di povertà e va all'estero per guadagnare abbastanza per mantenere la propria famiglia.
In altri casi si verificano emigrazioni per sfuggire alla guerra o alle persecuzioni.
Per quanto riguarda i flussi migratori internazionali essi si verificano fra i paesi dell'Asia e dell'Africa verso l'Europa e il Nord America.

Rispetto ai grandi flussi migratori dei primi del '900 che hanno coinvolto migliaia di persone, oggi sono cambiate fondamentalmente due cose:

  • i paesi ospitanti hanno imposto delle restrizioni sulla possibilità di risiedere PERMANENTEMENTE nel paese, quindi l'emigrazione è spesso temporanea o soggetta a determinate condizioni (acquisto casa, lavoro fisso, matrimonio ad esempio)
  • il livello culturale degli emigranti è molto cambiato: oggi molti hanno un grado d'istruzione medio-superiore mentre un tempo erano poveri contadini o operai praticamente analfabeti.
Nonostante questo, gli emigrati sono spesso impiegati in lavori inferiori al loro livello culturale o alla loro qualifica: quindi capita che un medico egiziano si ritrovi a raccogliere i pomodori in Basilicata.
Inoltre è ancora molto diffuso il lavoro nero, che non garantisce al lavoratore una paga decente e neppure condizioni di sicurezza accettabili.
C'è poi un'emigrazione di tipo “politico” che avviene quando la popolazione di un paese in guerra fugge per salvarsi la vita. In questo caso si parla di profughi di guerra. Recentemente Lampedusa è stata teatro di decine di sbarchi di persone che cercavano si sfuggire agli orrori della guerra in nord africa. 

Nessun commento:

Posta un commento