Garcia Marquez nacque nel 1927 nella città colombiana di Aracataca. Era il più grande di 12 fratelli e frequentò le scuole dei padri gesuiti. Finito il liceo fu mandato a Bogotà per studiare Legge, ma abbandonò presto gli studi per lavorare come giornalista. Nel 1948 venne assunto presso il quotidiano El Espectador e nel 1954 ricevette un incarico come corrispondente estero, lavorando a Roma, New York, Barcellona e Caracas.
Nel 1958 ritornò in Colombia per sposare Mercedes Barcha, con cui era fidanzato già prima di partire per l'Europa e da cui ebbe due figli.
Negli anni '60 Marquez si trasferì a Città del Messico dove lavorò come sceneggiatore e giornalista. Qui scrisse il suo romanzo più famoso, Cent'anni di solitudine, pubblicato nel 1967.
Nel 1973 andò a vivere a Barcellona e in quegli anni iniziò una lunga amicizia col leader cubano Fidel Castro che portò lo scrittore ad essere escluso per trent'anni dall'ingresso negli Stati Uniti perché considerato un simpatizzante del comunismo.
Fu solo con la presidenza di Bill Clinton, il cui romanzo preferito era appunto il capolavoro di Marquez, che lo scrittore poté essere riammesso nel paese.
Nel 1999 gli fu diagnosticato il cancro, ma reagì bene alle cure e guarì.
Morì nel 2014 a causa di una polmonite quando aveva 87 anni e fu sepolto a Città del Messico.
L'attività di scrittore di Marquez è stata molto intensa quasi fino alla fine dei suoi giorni.
Nei suoi numerosi lavori uno degli elementi principali sono gli eventi magici e fantastici che gli aveva trasmesso la nonna materna coi suoi racconti.
Oggi questa sua caratteristica è chiamata realismo magico.
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