L'Isola di Giuseppe Ungaretti
A una proda ove sera era perenne
A una proda ove sera era perenne
Di anziane selve assorte, scese,
E s'inoltrò
E lo richiamò rumore di penne
Ch'erasi sciolto dallo stridulo
Batticuore dell'acqua torrida,
E una larva (languiva
E rifioriva) vide;
Ritornato a salire vide
Ch'era una ninfa e dormiva
Ritta abbracciata a un olmo.
In sé da simulacro a fiamma vera
Errando, giunse a un prato ove
L'ombra negli occhi s'addensava
Delle vergini come
Sera appié degli ulivi;
Distillavano i rami
Una pioggia pigra di dardi,
Qua pecore s'erano appisolate
Sotto il liscio tepore,
Altre brucavano
La coltre luminosa;
Le mani del pastore erano un vetro
Levigato da fioca febbre.
PARAFRASI
E vide un' immagine indefinita (che appariva e scompariva).
In seguito si accorse che quella creatura era una divinità [ninfa], che dormiva in piedi abbracciata ad un olmo.
Passando da visioni evanescenti ad altre più concrete e vivide, arrivò ad un prato dove c'erano fanciulle sui cui occhi l'ombra del bosco si posava come cala la sera ai piedi di un uliveto.
I raggi di sole passavano attraverso i rami come una pioggia lenta e rada.
Alcune pecore si erano appisolate sotto quella luce a metà fra il sole e l'ombra, mentre altre brucavano il prato.
Le mani del pastore erano umide come il vetro levigato da un debole calore.
ANALISI METRICA
La lirica è composta da 24 versi (in maggioranza settenari, novenari ed endecasillabi) divisi in due strofe (la prima di 11 versi e la seconda di 13).
Ungaretti non segue uno schema ritmico preciso anche se ci sono rime baciate ("perenne-penne") e rime interne ("s'inoltrò-lo richiamò").
Il ritmo della lirica è spezzato da frequenti enjambements e dall'uso, abbondante, della punteggiatura.
FIGURE RETORICHE
Iperbole= v. 1 "sera perenne"
Personificazione= v. 2 "anziane selve assorte" - v. 6 "batticuore dell'acqua"
Enjambement= v. 4 "penne/ch'erasi sciolto" - vv. 7/8 "languiva/rifioriva" - vv. 10/11 "dormiva/ritta"
Antitesi= vv. 7/8 "languiva e rifioriva"
Epifora= vv. 8/9 "vide" - "vide" (stessa parola ripetuta in fine di verso)
Metafora= v. 6 "stridulo batticuore" (che rappresenta l'incresparsi dell'acqua") - v. 23 "le mani del pastore erano un vetro"
Iperbato= v. 14 e seguenti "negli occhi si addensava... delle vergini"
Similitudine= v. 15/16 "come sera appiè degli ulivi"
Sinestesia= v. 20 "liscio tepore" - v. 24 "fioca febbre"
COMMENTO
Il paesaggio richiama per molti versi il topos del locus amoenus: popolato di ninfe, creature misteriose, pastori e greggi, e ricco di simboli, di acque magiche e tenebrose foreste.
La critica ha di volta in volta confrontato l'isola di Ungaretti a un luogo di sogno o, come dicevamo, alla mitica Arcadia, popolata da ninfe e pastori.
In realtà la lirica appartiene ad un periodo di profonda crisi del poeta, quando più forte si fece in lui il disagio esistenziale e il profondo senso di vuoto interiore che gli provocava angoscia.
La lirica rispecchia per questo pienamente l'ermetismo ungarettiano, densa com'è di figure e connessioni particolari, dalla difficile interpretazione.
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