Nell'estate del
1936 le Olimpiadi si svolsero a Berlino. La Germania nazista e soprattutto Hitler vedevano questa come l'occasione migliore per mostrare al mondo intero come il paese fosse ben organizzato e quanto la razza ariana fosse superiore alle altre.
Il team tedesco era stato sottoposto ad allenamenti durissimi e altamente competitivi; fra gli atleti tedeschi va ricordato il nome di
Lutz Lang, un giovane specializzato nel salto in lungo, biondo e con gli occhi azzurri, perfetto per rappresentare la superiorità della razza bianca.
 |
| In questa targa le vittorie di Jesse Owens |
Fra gli americani, invece, l'atleta più famoso era il 22enne
Jesse Owens, un ragazzo nero che si era messo in evidenza negli anni precedenti per le sue brillanti prestazioni sportive e che, nonostante ciò che i nazisti pensavano riguardo l'inferiorità dei neri, turbò i piani del Furher vincendo ben
4 medaglie d'oro. Nonostante gli insulti razzisti e le svastiche esposte ovunque, Owens conquistò prima i 100 metri, poi il salto in lungo, proprio battendo Lang in finale, i 200 metri piani e infine l'oro a squadre nella staffetta 4x100. A proposito di quest'ultima gara è importante ricordare che fra i 4 atleti statunitensi che avrebbero dovuto partecipare alla gara due erano di

origine ebrea (
Marty Glickman e
Sam Stoller) e le cronache raccontano che Hitler chiese espressamente ai funzionari americani di non essere messo ulteriormente in imbarazzo di fronte al suo popolo con due ebrei in corsa per l'oro. Se andò realmente così non si sa, ma all'ultimo minuto Owens e Metcalfe sostituirono i due atleti ebrei e portarono a casa l'oro nella staffetta in 39,8 secondi.
Si racconta anche che Hitler, al momento della premiazione, rifiutò di recarsi al podio per porgere la medaglia, e la mano, all'americano.
Owens è diventato il simbolo della lotta per i diritti umani e civili e ancora oggi la sua impresa resta memorabile, non tanto per i 4 ori vinti, ma per aver dimostrato in maniera plateale di fronte al mondo intero l'infondatezza delle teorie naziste sulla superiorità della razza.
Nel 1984, una strada vicino allo stadio di Berlino è stato chiamata
Jesse Owens Allee per rendergli onore sia come uomo che come atleta.