Fino al 19 febbraio 1861 i contadini russi hanno solo l'usufrutto, anche detto godimento in uso, della
terra.
Dopo questa data, i terreni coltivati dai
contadini venivano ad essi attribuiti a seguito di riscatto e di
parallelo spossessamento dei latifondisti. Altrimenti potevano essere acquisiti
dalla comunità mentre i contadini ne assumevano il possesso.
Ogni
membro riceveva una certa quantità di terreno arabile per un tempo limitato (solitamente di tre anni); allo scadere del termine le terre tornavano
alla comunità al fine di essere nuovamente distribuite.
Quadro del realismo russo - metà '800 |
Al diritto
di "usare" delle terre e di appropriarsi dei raccolti, si
aggiunge la titolarità piena, per ogni famiglia del dvor, il
"focolare contadino", rappresentato dalla casa di
abitazione e da piccoli porzioni di terreno circostante.
Con lo Statuto di Alessandro II
sull'abolizione della schiavitù (1861), ai contadini viene infatti
concesso il riscatto dei terreni loro attribuiti dalla comunità
dietro un pagamento rateale; ma tale tentativo di diffondere la
formazione di proprietà contadine individuali fallisce sia a causa
della maggiore idoneità della comunità nel riscatto dei terreni,
sia perché molto spesso i contadini preferiscono sottomettersi ad
una sorta di "regime comunitario ancestrale".
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