Il razzismo è
quell'insieme di teorie per cui le popolazioni vengono distinte in
base al patrimonio genetico e alle loro caratteristiche biologiche.
Stabilendo, quindi,
scientificamente la superiorità di alcune razze sulle altre, nel
corso dei secoli i popoli hanno legittimato ed esercitato lo
sfruttamento, il predominio, gli stermini di massa.
Elementi di razzismo sono
presenti da sempre nella storia, ma fu con un saggio pubblicato nella
seconda metà dell'800 da De Gobineau che si aprì la strada alle
teorie naziste e fasciste sulla supremazia della razza ariana
(bianca).
Hitler se ne servì per
giustificare l'odio verso gli ebrei e per la dominazione in Africa
orientale .
In America il razzismo si
concentrò soprattutto sui neri, mentre in Sudafrica si sviluppo la
dottrina dell'apartheid, cioè la separazione della razza bianca da
quella nera (dovevano vivere separati, diverse scuole, negozi,
attività).
Gli studi sulla genetica
invece hanno dimostrato l'infondatezza di queste teorie, anzi hanno
evidenziato che due persone appartenenti a due gruppi etnici
differenti hanno più caratteri in comune rispetto a due appartenenti
allo stesso gruppo etnico.
Si è dimostrato infatti
che alcuni tratti sono comuni a tutte le persone e che i colori (ad
esempio della pelle o degli occhi) sono “varianti” più presenti
in alcuni popoli semplicemente perchè più adatti all'ambiente
(DARWIN!).
Quindi le differenze fra i
popoli sono frutto dell'evoluzione.