Penelope nell'Odissea è la moglie
amorevole e fedele di Ulisse.
Didone, invece, è la donna che, rasentando la follia, vorrebbe sposare Enea.
Differenze
Penelope è, come dicevamo, fedele, fiduciosa nel ritorno del marito; è forte, anche se ogni tanto sembra vacillare sotto il peso della solitudine e di quei 20 anni di lontananza dal marito.
Però sa sempre ritrovare la forza e il coraggio, non si da per vinta e riesce a non cedere all'insistenza dei Proci.
Didone dal canto suo appare più volubile, più fragile. Il suo "amore" sembra meno solido di quello di Penelope: ha più l'aspetto di un'infatuazione, di una passione violenta, destinata a consumarsi presto. Didone infatti perde la testa, maledice l'uomo che ama e poi si uccide.
Non è forte abbastanza per superare l'abbandono e non trova altro rimedio per la sua sofferenza che quello più tragico ed estremo: una vendetta che la porta solo all'autodistruzione.
Penelope e Didone sono personaggi profondamente diversi: entrambi caratterizzati da un grande sentimento d'amore che però viene vissuto in maniera opposta: leale e profondo il primo, lussurioso e devastante il secondo.
Punti in comune
Queste due donne hanno però in comune il destino di tutte le donne del mondo antico: mentre i loro uomini sono protagonisti di vicende avventurose, esse restano confinate alla scena domestica, all'attesa, alla paziente accettazione di ciò che gli dei capricciosi decidono per i loro uomini.
Ulisse ed Enea non hanno altra scelta che avventurarsi nelle missioni gloriose e nelle battaglie che li portano lontani dalle loro donne; le donne, dal canto loro, non hanno altra scelta che restare a soffrire per la loro assenza, per i loro tradimenti, per la solitudine cui sono inevitabilmente condannate.
Questo atteggiamento remissivo e paziente è sicuramente poco compatibile con il mondo moderno, con i valori che oggi regolano i rapporti tra uomo e donna che sono ormai paritari in quasi tutti i paesi del mondo.
Penelope tesse la sua tela |
Penelope è, come dicevamo, fedele, fiduciosa nel ritorno del marito; è forte, anche se ogni tanto sembra vacillare sotto il peso della solitudine e di quei 20 anni di lontananza dal marito.
Però sa sempre ritrovare la forza e il coraggio, non si da per vinta e riesce a non cedere all'insistenza dei Proci.
Didone dal canto suo appare più volubile, più fragile. Il suo "amore" sembra meno solido di quello di Penelope: ha più l'aspetto di un'infatuazione, di una passione violenta, destinata a consumarsi presto. Didone infatti perde la testa, maledice l'uomo che ama e poi si uccide.
Non è forte abbastanza per superare l'abbandono e non trova altro rimedio per la sua sofferenza che quello più tragico ed estremo: una vendetta che la porta solo all'autodistruzione.
Penelope e Didone sono personaggi profondamente diversi: entrambi caratterizzati da un grande sentimento d'amore che però viene vissuto in maniera opposta: leale e profondo il primo, lussurioso e devastante il secondo.
Punti in comune
Queste due donne hanno però in comune il destino di tutte le donne del mondo antico: mentre i loro uomini sono protagonisti di vicende avventurose, esse restano confinate alla scena domestica, all'attesa, alla paziente accettazione di ciò che gli dei capricciosi decidono per i loro uomini.
Ulisse ed Enea non hanno altra scelta che avventurarsi nelle missioni gloriose e nelle battaglie che li portano lontani dalle loro donne; le donne, dal canto loro, non hanno altra scelta che restare a soffrire per la loro assenza, per i loro tradimenti, per la solitudine cui sono inevitabilmente condannate.
Questo atteggiamento remissivo e paziente è sicuramente poco compatibile con il mondo moderno, con i valori che oggi regolano i rapporti tra uomo e donna che sono ormai paritari in quasi tutti i paesi del mondo.
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