Nel 1905, il cosiddetto suo annus mirabilis, Einstein pubblicò diversi articoli scientifici molto importanti fra cui alcune memorie sulla relatività ristretta e sulla teoria dei quanti.
Negli anni successivi si dedicò allo studio dell'accelerazione nei sistemi di riferimento, arrivando a sostenere che le leggi della fisica siano le stesse per tutti gli osservatori in tutti i sistemi di riferimento. Questa teoria, nota come relatività generale, fu poi completamente formulata nel 1915.
Nel 1919 alcuni studiosi verificarono le sue affermazioni effettuando delle misurazioni durante un'eclissi solare e Einstein fu catapultato in una posizione di grande rilievo internazionale.
Questi straordinari risultati gli valsero onori e fama, ma furono i suoi contributi alla teoria quantistica a fargli vincere il premio Nobel nel 1921.
Per la maggior parte della sua vita Einstein lavorò come professore universitario: prima all'Università di Berna poi a Praga e a Zurigo; dal 1915 si stabilì definitivamente presso l'Università di Berlino e l'Accademia delle scienze prussiana.
Nel 1919 divorziò da Mileva Maric e, nello stesso anno, si risposò con sua cugina Elsa Lowenthal con cui visse fino al momento della morte della donna, avvenuta nel 1936.
Negli anni '20 e '30, Einstein divenne sempre più attivo nella politica e negli affari internazionali. Forte sostenitore del sionismo, fu anche convinto pacifista e sostenitore di un unico governo mondiale senza bisogno di forze armate. Negli anni '20 partecipò a numerose campagne a favore della pace e del disarmo. Tuttavia, quando il partito nazionalsocialista di Hitler salì al potere nel 1933, Einstein iniziò a ripensare a queste sue convinzioni.L'esperienza a Princeton e la bomba atomica
Albert Einstein davanti all'Università di Princeton |
Da allora si allontanò ulteriormente dalle idee pacifiste fino a quando, negli anni della Seconda Guerra Mondiale, partecipò attivamente allo sforzo bellico, lavorando per la Marina degli Stati Uniti e scrivendo una lettera al presidente Roosevelt nel 1939, in cui lo esortava ad accelerare lo sviluppo delle armi nucleari della nazione. Partecipò al Progetto Manhattan, tuttavia, non fu mai a favore del lancio delle bombe atomiche sul Giappone.
Morì a Princeton, per un aneurisma dell'aorta, il 18 Aprile del 1955 a 76 anni.
L'eredità di un genio
I maggiori contributi di Einstein alla fisica furono gli studi di meccanica ed elettrodinamica attraverso la teoria della relatività e la sua sfida alla fisica newtoniana attraverso la teoria quantistica. Tuttavia, l'impatto delle sue idee non si limitò alla scienza: i risultati di Einstein influenzarono la filosofia, l'arte, la letteratura e innumerevoli altre discipline.
Da individuo appassionato nelle sue convinzioni e schietto nella sua politica, Einstein ha trasformato l'immagine dello scienziato nel ventesimo secolo. Non sorprende, quindi, che il TIME Magazine abbia selezionato Albert Einstein come "Persona del secolo", definendolo "genio, rifugiato politico, umanitario, fabbro dei misteri dell'atomo e dell'universo".
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