Padre del ciel, dopo i perduti giorni,
dopo le notti vaneggiando spese,
con quel fero desio ch’al cor s’accese,
mirando gli atti per mio mal sì adorni,
piacciati omai col Tuo lume ch’io torni
ad altra vita et a più belle imprese,
sì ch’avendo le reti indarno tese,
il mio duro adversario se ne scorni.
Or volge, Signor mio, l’undecimo anno
ch’i’ fui sommesso al dispietato giogo
che sopra i più soggetti è più feroce.
’’Miserere’’ del mio non degno affanno;
reduci i pensier’ vaghi a miglior luogo;
ramenta lor come oggi fusti in croce.
Parafrasi
Signore, dopo i giorni sprecati,
dopo le notti che ho trascorso vaneggiando,
tormentato da quel desiderio feroce che mi è divampato nel cuore,
contemplando i suoi gesti, per mia sventura tanto affascinanti,
fa in modo che, grazie alla tua luce, [cioè la Grazia]
io torni a condurre un vita migliore e a compiere azioni più degne,
così che il mio avversario [il diavolo], pur avendomi teso le sue trappole,
possa uscirne sconfitto.
Sta per finire l'undicesimo anno
da quando fui sottoposto a questo legame [l'amore]
che si accanisce soprattutto con chi è più debole.
Abbi pietà del mio dolore così indegno;
riporta i miei pensieri verso il bene;
ricorda loro come tu, in questo giorno, affrontasti il martirio della croce.
Analisi metrica
Si tratta di un sonetto con schema ABBA ABBA CDE CDE
Figure retoriche
Apostrofe: v. 1 "Padre del Ciel"
Perifrasi: v. 3 "fero desio"
Metafora: v. 3 "s'accese"; v. 5 "col tuo lume" (cioè la Grazia divina); v. 7 "avendo le reti tese" (metafora della trappola)
Chiasmo: v.1 e 2 "perduti giorni... notti spese"
Climax: v.12-13-14 "Miserere... reduci... ramenta" (il climax è di tipo ascendente)
Commento
Petrarca finge di aver scritto questo sonetto, che fa parte della sezione "In vita di Madonna Laura" del Canzoniere, nel giorno di Venerdì Santo del 1338, cioè l'undicesimo anniversario dell'incontro del poeta con Laura. (questo si capisce dai versi 9 e 14 dove ci sono precisi riferimenti temporali).
La lirica, che si apre con una citazione quasi letterale del "Padre Nostro", è incentrata sulla tematica religiosa: Petrarca mostra di provare disgusto per la passione amorosa, perché è causa di desideri sensuali, di ossessioni che portano l'uomo alla perdizione.
Il poeta desidera purificarsi da questo desiderio terreno, prova rimorso e pentimento.
Nella lirica è presente anche il tema del tempo e della memoria: il passato è visto come il tempo dell'errore, il presente come il tempo dell'incertezza e della precarietà, mentre il futuro è il tempo dedicato a Dio, quando il poeta riuscirà a liberarsi dalle passioni terrene.
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