Anali del sonetto di Giacomo da Lentini "Molti amadori la loro malatia"
Molti
amadori la loro malatia
portano
in core, che 'n vista non pare;
ed
io non posso sì celar la mia,
ch'ella
non paia per lo mio penare
però
che so sotto altrui signoria,
né
di meve non ho niente a ffare,
se
non quanto madonna mia voria,
ch'ella
mi pote morte e vita dare.
Su'
è lo core e suo so tutto quanto;
e
chi non ha consiglio da suo core
non
vive infra la gente como deve:
cad
io non sono mio né più né tanto,
se
non quanto madonna è de mi fore
ed
uno poco di spirito è 'n meve.
PARAFRASI
Molti amanti tengono il loro amore
nel cuore, tanto che non appare alla vista
ma io non riesco a nascondere il mio
perché si manifesta attraverso il mio dolore
poiché sono soggetto all'altrui comando
e non posso affatto disporre di me stesso
se non quanto la mia signora vorrà
visto che ella può darmi la vita e la morte
Suo è il mio cuore e sono suo tutto quanto
e chi non segue il consiglio (che riceve) dal proprio cuore
non vive come si deve fra la gente
non vive come si deve fra la gente
perché io non sono mio né più né tanto
se non quando la mia amata è fuori dai miei pensieri
e allora un po' di spirito ritorna in me.
e allora un po' di spirito ritorna in me.
Amore come malattia
Potere di vita e di morte della donna sull'innamorato
Annientamento dell'uomo di fronte all'amore
ANALISI
Forma metrica
Si tratta di un sonetto (due quartine, due terzine) in endecasillabi che rimano ABAB, ABAB, CDE, CDE.
Figure retoriche
Metafora= v. 1 "la lor malatia"--> il loro amore. Metafora dell'amore visto come malattia
Enjambement= v. 1 "la loro malatia/portano in core"
Meridionalismo= vv. 6 e 14 "meve" è un meridonalismo comune ricalcato sul latino TIBI, SIBI
Provenzalismo= v. 7 e 13 "madonna"
Iperbole= v. 8 "ch'ella mi pote morte e vita dare"
Commento
Gli amanti tengono la passione nascosta nel loro cuore, ma questo il poeta non riesce a farlo in quanto è completamente dominato dalla sua amata. L'uomo che non segue il proprio cuore vive male fra la gente e lui stesso è totalmente guidato dalla sua signora dall'esterno. Il suo spirito ritorna in lui solo quando riesce a non pensare a lei.
Questo il riassunto generale dei concetti espressi da Jacopo da Lentini in questo sonetto.
Nel testo si ritrovano alcuni temi tipici della poesia del '200: l'amore che non può essere rivelato (spesso l'amata era già sposata o promessa o comunque non libera).
L'amore come malattia, come qualcosa che toglie forze, fiato, parole e ragione.
Il potere assoluto della donna amata nei confronti dell'uomo: un laccio d'amore metaforico che lo tiene bloccato e inerme, che gli toglie la volontà e la forza di fare qualunque altra cosa.
L'amato che ritorna in sé, che sente riaffiorare un po' di vitalità solo quando riesce a non pensare alla sua amata.
Tutti questi temi anticipano la poesia stilnovistica di Guinizzelli, Cavalcanti e Dante Alighieri.
Da notare anche il fatto che la donna non compare, se non in modo astratto: non abbiamo una sua descrizione fisica anche solo accennata. E', per così dire, una presenza che appartiene solo al poeta e di cui noi non sappiamo nulla, tranne gli effetti che questa donna produce nell'uomo che la ama.
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