Spiegazione passo passo dei temi trattati
PAESAGGIO
Non
è un paesaggio idilliaco, tipico dell'Arcadia, ma è
aspro: ci sono burroni, il terreno è arido, freddo.
E'
quindi un paesaggio tipicamente preromantico.
POLITICA
Foscolo parla dell'Italia oppressa
dallo straniero (Napoleone e gli Austriaci che si contendevano i
territori italiani) e ricorda l'Italia del tempo passato.
Purtroppo, secondo l'autore, la memoria non è sufficiente a
risvegliare le coscienze dei cittadini.
FATALISMO
Il caso è cieco, il destino
degli uomini è già scritto e non c'è
possibilità di progresso anche se gli uomini pensano
scioccamente di poter agire secondo la loro volontà, ma in
realtà non possono cambiare nulla di quello che è
già scritto per loro.
STORIA
La storia viene vista come una
catena ininterrotta di sangue e il mondo è una foresta di
belve.
Visione dell'umanità dominata
dalla violenza e dal desiderio di sopraffazione.
Ricorda Hobbes e la sua visione
pessimistica dei rapporti fra gli uomini (homo homini lupus)
SMITIZZAZIONE
DEGLI EROI
Gli eroi secondo Foscolo sono dei
pazzi o dei condannati a morte o dei malfattori baciati dalla
fortuna e per questo vengono glorificati dopo la morte. La
stupidità della gente fa credere di essere diventati eroi
per il loro valore.
ILLUSIONE
DELLA RELIGIONE
La religione illude gli uomini,
promettendo un aldilà sereno e di ricongiungimento coi
propri cari, ma Foscolo ritiene appunto che questa sia solo
un'illusione e che non ci sarà nessun aldilà.
Foscolo non crede nell'immortalità,
l'unica cosa immortale sono gli affetti e i ricordi.
Visione materialistica tipica
dell'Illuminismo.
NATURA
La
natura non è benigna, bensì è ostile
all'uomo, è una natura nemica che svela le illusioni
gettando l'uomo nello sconforto (Leopardi)
MORTE
La morte viene vista
come una liberazione dal male di vivere.
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Alfine
eccomi in pace! - Che pace? stanchezza, sopore di sepoltura. Ho
vagato per queste montagne. Non v'è albero, non tugurio,
non erba. Tutto è bronchi; aspri e lividi macigni; e qua e
là molte croci che segnano il sito de' viandanti
assassinati. - Là giù è il Roja, un
torrente che quando si disfanno i ghiacci precipita dalle viscere
delle Alpi, e per gran tratto ha spaccato in due questa immensa
montagna. V'è un ponte presso alla marina che ricongiunge
il sentiero. Mi sono fermato su quel ponte, e ho spinto gli occhi
sin dove può giungere la vista; e percorrendo due argini di
altissime rupi e di burroni cavernosi, appena si vedono imposte su
le cervici dell'Alpi altre Alpi di neve che s'immergono nel Cielo
e tutto biancheggia e si confonde - da quelle spalancate Alpi cala
e passeggia ondeggiando la tramontana, e per quelle fauci invade
il Mediterraneo. La Natura siede qui solitaria e minacciosa, e
caccia da questo suo regno tutti i viventi.
I
tuoi confini, o Italia, son questi! ma sono tutto dì
sormontati d'ogni parte dalla pertinace avarizia delle nazioni.
Ove sono dunque i tuoi figli? Nulla ti manca se non la forza della
concordia. Allora io spenderei gloriosamente la mia vita infelice
per te: ma che può fare il solo mio braccio e la nuda mia
voce? - Ov'è l'antico
terrore della tua gloria? Miseri! noi
andiamo ogni dì memorando la libertà e la gloria
degli avi, le quali quanto più splendono tanto più
scoprono la nostra abbietta schiavitù. Mentre invochiamo
quelle ombre magnanime, i nostri nemici calpestano i loro
sepolcri. E verrà forse giorno che noi perdendo e le
sostanze, e l'intelletto, e la voce, sarem fatti simili agli
schiavi domestici degli antichi, o trafficati come i miseri Negri,
e vedremo i nostri padroni schiudere le tombe e disseppellire, e
disperdere al vento le ceneri di que' Grandi per annientarne le
ignude memorie: poiché oggi i nostri fasti ci sono cagione
di superbia, ma non eccitamento dell'antico letargo.
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- Ma poi dico: Pare che gli
uomini sieno fabbri delle proprie sciagure; ma le sciagure
derivano dall'ordine universale, e il genere umano serve
orgogliosamente e ciecamente a' destini. Noi argomentiamo
su gli eventi di pochi secoli: che sono eglino nell'immenso spazio
del tempo? Pari alle stagioni della nostra vita normale, pajono
talvolta gravi di straordinarie vicende, le quali pur sono comuni
e necessarj effetti del tutto.
L'universo si controbilancia. Le
nazioni si divorano perché una non potrebbe sussistere
senza i cadaveri dell'altra. Io guardando da queste Alpi
l'Italia piango e fremo, e invoco contro agl'invasori vendetta; ma
la mia voce si perde tra il fremito ancora vivo di tanti popoli
trapassati, quando i Romani rapivano il mondo, cercavano oltre a'
mari e a' deserti nuovi imperi da devastare, manomettevano
gl'Iddii de' vinti, incatenevano principi e popoli liberissimi,
finché non trovando più dove insanguinare i lor
ferri, li ritorceano contro le proprie viscere. Così gli
Israeliti trucidavano i pacifici abitatori di Canaan, e i
Babilonesi poi strascinarono nella schiavitù i sacerdoti,
le madri, e i figliuoli del popolo di Giuda. Così
Alessandro rovesciò l'impero di Babilonia, e dopo avere
passando arsa gran parte della terra, si corrucciava che non vi
fosse un altro universo. Così gli Spartani tre volte
smantellarono Messene e tre volte cacciarono dalla Grecia i
Messeni che pur Greci erano della stessa religione e nipoti de'
medesimi antenati. Così sbranavansi gli antichi Italiani
finché furono ingojati dalla fortuna di Roma. Ma in
pochissimi secoli la regina del mondo divenne preda de' Cesari,
de' Neroni, de' Costantini, de' Vandali, e de' Papi. Oh quanto
fumo di umani roghi ingombrò il Cielo della America, oh
quanto sangue d'innumerabili popoli che né timore né
invidia recavano agli Europei, fu dall'Oceano portato a
contaminare d'infamia le nostre spiagge! ma quel sangue sarà
un dì vendicato e si rovescierà su i figli degli
Europei! Tutte le nazioni hanno le loro età. Oggi
sono tiranne per maturare la propria schiavitù di domani: e
quei che pagavano dianzi vilmente il tributo, lo imporranno un
giorno col ferro e col fuoco. La Terra è una foresta di
belve. La fame, i diluvj,
e la peste sono ne' provvedimenti della Natura come la
sterilità di un campo che prepara l'abbondanza per l'anno
vegnente: e chi sa? fors'anche le sciagure di questo globo
apparecchiano la prosperità di un altro.
Frattanto
noi chiamiamo pomposamente virtù tutte quelle azioni che
giovano alla sicurezza di chi comanda e alla paura di chi serve. I
governi impongono giustizia: ma potrebbero eglino imporla se per
regnare non l'avessero prima violata? Chi ha derubato per
ambizione le intere province, manda solennemente alle forche chi
per fame invola del pane. Onde quando la forza ha rotti tutti gli
altrui diritti, per serbarli poscia a se stessa inganna i mortali
con le apparenze del giusto, finché un'altra forza non la
distrugga. Eccoti il mondo, e gli uomini. Sorgono frattanto d'ora
in ora alcuni più arditi mortali; prima derisi come
frenetici, e sovente come malfattori, decapitati: che se poi
vengono patrocinati dalla fortuna ch'essi credono lor propria, ma
che in somma non è che il moto prepotente delle cose,
allora sono obbediti e temuti, e dopo morte deificati. Questa
è la razza degli eroi, de' capisette, e de' fondatori delle
nazioni i quali dal loro orgoglio e dalla stupidità de'
volghi si stimano saliti tant'alto per proprio valore; e sono
cieche ruote dell'oriuolo. Quando una rivoluzione nel globo
è matura, necessariamente vi sono gli uomini che la
incominciano, e che fanno de' loro teschj sgabello al trono di chi
la compie. E perché
l'umana schiatta non trova né felicità né
giustizia sopra la terra, crea gli Dei protettori della debolezza
e cerca premj futuri del pianto presente. Ma gli Dei si vestirono
in tutti i secoli delle armi de' conquistatori: e opprimono le
genti con le passioni, i furori, e le astuzie di chi vuole
regnare.
Lorenzo,
sai tu dove vive ancora la vera virtù? in noi pochi deboli
e sventurati; in noi, che dopo avere sperimentati tutti gli
errori, e sentiti tutti i guai della vita, sappiamo compiangerli e
soccorrerli. Tu o Compassione, sei la sola virtù! tutte le
altre sono virtù usuraje.
Ma
mentre io guardo dall'alto le follie e le fatali sciagure della
umanità, non mi sento forse tutte le passioni e la
debolezza ed il pianto, soli elementi dell'uomo? Non
sospiro ogni dì la mia patria? Non dico a me lagrimando: Tu
hai una madre e un amico - tu ami - te aspetta una turba di
miseri, a cui se' caro, e che forse sperano in te - dove fuggi?
anche nelle terre straniere ti perseguiranno la perfidia degli
uomini e i dolori e la morte: qui cadrai forse, e niuno avrà
compassione di te; e tu senti pure nel tuo misero petto il piacere
di essere compianto. Abbandonato da tutti, non chiedi tu ajuto dal
Cielo? non t'ascolta; eppure nelle tue afflizioni il tuo cuore
torna involontario a lui - va, prostrati; ma all'are domestiche.
O
natura! hai tu forse bisogno di noi sciagurati, e ci consideri
come i vermi e gl'insetti che vediamo brulicare e moltiplicarsi
senza sapere a che vivano? Ma se tu ci hai dotati del funesto
istinto della vita sì che il mortale non cada sotto la soma
delle tue infermità ed ubbidisca irrepugnabilmente a tutte
le tue leggi, perché poi darci questo dono ancor più
funesto della ragione?
Noi tocchiamo con mano tutte le nostre calamità
ignorando sempre il modo di ristorarle.
Perché
dunque io fuggo? e in quali lontane contrade io vado a perdermi?
dove mai troverò gli uomini diversi dagli uomini? O non
presento io forse i disastri, le infermità, e la indigenza
che fuori della mia patria mi aspettano? - Ah no! Io tornerò
a voi, o sacre terre, che prime udiste i miei vagiti, dove tante
volte ho riposato queste mie membra affaticate, dove ho trovato
nella oscurità e nella pace i miei pochi diletti, dove nel
dolore ho confidato i miei pianti. Poiché
tutto è vestito di tristezza per me, se null'altro posso
ancora sperare che il sonno eterno della morte - voi sole,
o mie selve, udirete il mio ultimo lamento, e voi sole coprirete
con le vostre ombre pacifiche il mio freddo cadavere. Mi
piangeranno quegli infelici che sono compagni delle mie disgrazie
- e se le passioni vivono dopo il sepolcro, il mio spirito
doloroso sarà confortato da' sospiri di quella celeste
fanciulla ch'io credeva nata per me, ma che gl'interessi degli
uomini e il mio destino feroce mi hanno strappata dal petto.
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UTILISSIMO
RispondiEliminaGRAZIE MILLE
Grazie❤️
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