Il desco a cui viene invitato il padre provinciale |
Dopo aver pranzato, i due si appartano per conversare liberamente.
Il conte zio, per spiegare le ragioni della sua richiesta, inizia ad elencare i demeriti di Fra Cristoforo, denunciando tra l'altro il fatto di aver aiutato e coperto Renzo, divenuto poi un fuorilegge.
Il padre dei cappuccini, capendo che dietro a questa richiesta ci sono motivazioni più profonde, è deciso a non cedere e si oppone, sostenendo di volersi accertare della veridicità di quanto successo a Renzo.
Il padre provinciale, in nome di una pacifica convivenza tra potere politico e potere religioso, alla fine si dimostra disposto ad allontanare il suo sottoposto.
Fra Cristoforo, infatti, qualche giorno dopo riceve l'ordine di recarsi a Rimini e parte a piedi in compagnia di un altro frate, senza protestare per quell'improvviso provvedimento, ma con una grande preoccupazione per Renzo, Agnese e Lucia che rimarranno senza il suo appoggio.
Il racconto riprende poi con Don Rodrigo deciso a chiedere aiuto ad un personaggio temutissimo e molto potente di cui Manzoni non rivela il nome. L'uomo, macchiatosi di ogni delitto e nefandezza, cacciato perfino dal ducato lombardo, ha stabilito la sua dimora in un castello inaccessibile, situato sì in territorio veneto, ma proprio al confine e in posizione dominante, per poter controllare tutto il territorio circostante.
Don Rodrigo, dunque, parte a cavallo per recarsi al castello dell'Innominato, in compagnia del Griso e di altri quattro bravi.
grasias
RispondiEliminaMolto chiaro ed interessante:)
RispondiEliminagrazie
RispondiEliminaGrazie mille, vi sono grato per questo aiuto
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