Thursday, January 17, 2013

I NUOVI POVERI DELLA SECONDA RIVOLUZIONE INDUSTRIALE

La seconda rivoluzione industriale portò con se' indubbi vantaggi dal punto di vista tecnologico e un miglior tenore di vita per molte persone, in particolare per quelle appartenenti alle classi medie e superiori.
Le classi povere a cui appartenevano gli operai, invece, si trovarono a fronteggiare non solo un mondo radicalmente nuovo, ma anche nuovissime difficoltà di vita.
Per prima cosa i salari erano bassissimi e le condizioni lavorative al limite della pericolosità; inoltre non esistevano (o quasi) i diritti che oggi ben conosciamo, gli operai erano poco qualificati, e quindi facilmente sostituibili, e non venivano assolutamente tutelati dal punto di vista medico e sanitario.
Abitazioni operaie durante la Rivoluzione Industriale
Anche i bambini facevano parte della forza lavoro a cui erano costretti per lunghe ore o, addirittura, impiegati in mansioni altamente pericolose come la pulizia di macchinari dove solo la loro fisicità minuta poteva essere adatta. Si stima che nel 1860 un quinto dei lavoratori dell'industria tessile britannica avesse meno di 15 anni. La parola industrializzazione significò anche la sostituzione della mano umana con quella meccanica in moltissimi reparti produttivi.
Un'altra nuova problematica è legata alle aree urbane dove erano ubicate le fabbriche e le industrie: questi nuovi centri, infatti, non erano strutturati per tenere il passo con il grande flusso di lavoratori che arrivavano in città dalla campagna.
La conseguenza furono che non c'erano abitazioni sufficienti per tutti, sovraffollamento, condizioni igieniche non adeguate e diffusione di moltissime, gravi malattie.
Le condizioni di vita della classe operaia in Gran Bretagna iniziarono a migliorare gradualmente dopo la seconda metà del 1800, quando il governo iniziò a varare le prime riforme del lavoro e gli operai poterono riunirsi in sindacati.

2 comments:

  1. si ma non c'è scritto praticamente niente su come veniva sfruttati i bambini

    ReplyDelete
  2. e si riferisce soprattutto alla prima rivoluzione industriale, non alla seconda

    ReplyDelete