In seguito alla divisione tra Chiesa Cattolica e Chiesa Ortodossa, l'Armenia aderisce alla Chiesa Orientale Ortodossa, conservando i propri rituali (Rito Armeno). Questo popolo quindi, conservando una propria religione (quella Cristiana Ortodossa) e una propria lingua, si è sempre distinto da tutti gli altri popoli per la sua forte identità culturale .
Gli armeni furono quindi sottomessi e per secoli vissero nell’ombra dell’Impero Ottomano, considerati come cittadini di seconda classe, a cui venivano imposte molte limitazioni. Ad esempio gli veniva impedito di indossare i loro vestiti tradizionali, le loro chiese non potevano affacciarsi sulla pubblica strada, era molto difficile per loro trovare un impiego nella pubblica amministrazione.
Primo genocidio - Fine 1800
Alla fine dell’Ottocento, il Sultano turco Abdul Hamid diede inizio ad una serie di persecuzioni contro gli Armeni che chiedevano maggiori garanzie e libertà per la loro comunità. Queste persecuzioni (avvenute tra il 1893 e il 1896) causarono circa 300 mila morti. Questo è considerato il Primo Genocidio Armeno e, nonostante ci siano state ampie testimonianze di quanto stava accadendo, le potenze europee, come la Francia, la Gran Bretagna e la Russia, che erano tradizionalmente a favore della “causa armena”, non intervennero nei confronti della Turchia. In seguito al Primo Genocidio, ci fu una forte emigrazione di Armeni verso i Paesi Europei (soprattutto verso la Francia) e l’America del Nord.
Il Genocidio del 1915
All'inizio del '900, nell’impero ottomano si fece strada il movimento dei “Giovani Turchi” che avevano in progetto di rovesciare il sultanato per portare più libertà ai cittadini. Anche gli Armeni li appoggiarono sperando in un sistema più libero e democratico, ma dovettero presto fare i conti con un'altra realtà: infatti, dopo aver preso il potere con un colpo di stato, i Giovani Turchi ripresero con più forza le persecuzioni a danno degli armeni. L'ala ultranazionalistica del partito, infatti, voleva raggiungere il Panturchismo, ma si trovava di fronte due ostacoli: il primo erano i Curdi, che però essendo mussulmani e non avendo una forte cultura nazionale potevano essere facilmente assimilati nella nuova società. Il secondo ostacolo era rappresentato dagli Armeni, che non solo erano cristiani, ma avevano anche una cultura millenaria, con proprie tradizioni e una propria lingua. Quindi dovevano essere eliminati.
Nell’aprile 1909 nella zona di Adanà ci fu una violenta azione contro gli Armeni, che il Governo tacitamente permise. In pochi giorni vennero uccisi circa 30.000 Armeni. Nel 1913, si formò una Dittatura militare e, nel febbraio 1915, il Governo turco decise la sistematica eliminazione degli Armeni, attraverso la costituzione di una struttura paramilitare, denominata Organizzazione Speciale.
Il genocidio fu realizzato in quattro fasi:
- elite culturale e politica
- forze armate
- deportazione nei campi di internamento
- Morte nei campi di internamento
Annientamento culturale
L'annientamento del popolo armeno proseguì poi anche a livello culturale: il governo turco cercò infatti di "turchizzare" le Regioni Orientali, abitate fino al 1915 prevalentemente da Armeni e da altre minoranze cristiane, cancellando ogni traccia della presenza e della cultura armena, fino a negare addirittura che gli Armeni, in quelle regioni, fossero mai esistiti. A molte località armene venne “ turchizzato” il nome, ad esempio il Monte Ararat (dove si sarebbe fermata l’Arca di Noè, dopo il Diluvio Universale) fu chiamato Agri Dagi. Anche il patrimonio culturale armeno venne in gran parte distrutto: nel 1915 c’erano oltre 3.500 monumenti armeni (monasteri, chiese, scuole, biblioteche…); di questi, nel 1916, ne rimanevano appena 500, alcuni gravemente danneggiati.