Al centro del romanzo "L'uomo che piantava gli alberi" di Jean Giono è la figura di un pastore, Elzéard Bouffier, che vive sulle pendici provenzali delle Alpi. L'uomo trascorre la maggior parte del suo tempo piantando ghiande da cui, si augura, nasceranno un giorno delle querce.
Narratore della storia è un giovane ragazzo che conosce Elzéard durante un'escursione: dopo aver finito le scorte di acqua riceve aiuto dal pastore e inizia fra i due una conoscenza che durerà per molti anni.
Elzéard spiega al giovane il suo intento di ridare vita a quei luoghi così aridi e desolati, piantando frutti che genereranno alberi.
Quando scoppia la Prima Guerra Mondiale il giovane si arruola come soldato, mentre il pastore continua il suo lavoro di piantatore di alberi.
Dal 1920 in poi il ragazzo inizia a visitare Elzéard ogni anno e lo fa sia per godere dell'aria pulita di quei luoghi, sia perché inizia ad amare e ad ammirare il paesaggio che, grazie al lavoro dell'amico, sta iniziando a cambiare.
Quindici anni dopo, nel 1935, Elzéard riceve la visita di una delegazione governativa che viene ad esaminare la foresta e la mette sotto protezione dello Stato.
All'inizio della seconda guerra mondiale la Francia ha urgente bisogno di legname, ma la foresta di Elzéard non corre pericolo di essere disboscata.
Il narratore incontra l'amico pastore per l'ultima volta nel 1945: il paesaggio arido si è trasformato in una regione viva e bellissima; come lui molti altri si sono accorti del cambiamento e hanno iniziato a ripopolare i dintorni della foresta dove ora sorgono fattorie e coltivazioni.
Il racconto si chiude con una nota del narratore in cui ci dice che Elzéard Bouffier è morto nel 1947, in una casa di riposo.
All'inizio della seconda guerra mondiale la Francia ha urgente bisogno di legname, ma la foresta di Elzéard non corre pericolo di essere disboscata.
Il narratore incontra l'amico pastore per l'ultima volta nel 1945: il paesaggio arido si è trasformato in una regione viva e bellissima; come lui molti altri si sono accorti del cambiamento e hanno iniziato a ripopolare i dintorni della foresta dove ora sorgono fattorie e coltivazioni.
Il racconto si chiude con una nota del narratore in cui ci dice che Elzéard Bouffier è morto nel 1947, in una casa di riposo.