L’aria di primavera, che fra i rami verdi degli alberi viene
a sfiorarmi il viso, mi fa tornare alla mente quando Amore mi inferse le prime
sue ferite, tanto più dolci quanto più profonde;
e mi fa vedere il bel viso (di Laura) che altri (Laura) mi
nasconde, (viso) che mi è tenuto celato dal suo comportamento altero o dalla
sua gelosia; e (mi fa vedere) i suoi capelli, più biondi dell’oro purissimo,
che allora teneva sciolti e che ora tiene avvolti in una cuffia ornata di perle
e pietre preziose:
ripensando al modo in cui lei scioglieva e raccoglieva quelle chiome, l’anima sente
ancora un tremito di emozione;
il tempo, con l’avanzare dell’età, glieli ha
stretti in nodi ancora più saldi e ha legato il mio cuore con un laccio così
potente che solo la Morte sarà in grado di sciogliere.
Schema metrico
Sonetto formato da due quartine e due terzine
Versi endecasillabi che rimano ABBA ABBA CDC DCD
Figure retoriche
L’aura= v.1 Senhal (sta per Laura)
Ferir nel volto= v. 2 Stilnovismo
sì dolci e profonde= v. 4 Ossimoro (le ferite vengono
descritte come profonde (e quindi dolorose) e al tempo stesso “dolci”
trema la mente= v. 11 stilnovismo
saldi nodi= v. 12 Metafora (i nodi sono metafora del
legame amoroso che si è fatto più saldo con l’avanzare dell’età: Petrarca non è
riuscito a liberarsi dal vincolo amoroso che lo ha tenuto legato a Laura per
tutta la vita e che potrà sciogliere solo nel momento in cui morirà)
strinse ‘l cor d’un laccio= v.13 Metafora che
riprende quella del nodo del verso precedente
Amore e Morte (v. 3 e
v.14) sono due personificazioni
Sintesi realizzata indicando gli avvenimenti più importanti che portano all'invasione del territorio italiano da parte dei popoli germanici.
Gli Unni (popolazione mongola) conquistano la Cina, occupandola. Vengono cacciati ed emigrano verso ovest. Arrivano sulle rive del Danubio (confine dell'Impero Romano) e qui incontrano altre popolazioni organizzate in tribù (i germani).
La tribù germanica più vicina agli Unni erano i Goti che si distinguevano in: Ostrogoti (Goti dell'est) e Visigoti (Goti dell'ovest).
Attaccati dagli Unni, i Visigoti chiedono di entrare nei confini dell'Impero romano d'Oriente, ma qui, lasciati senza viveri, si ribellano all'esercito romano sconfiggendolo ---->Battaglia di Adrianopoli (378 d.C.).
A questo punto i Visigoti, capeggiati da Alarico, assediano Aquileia ( città del Friuli) nel 401 d.C e poi saccheggiano Roma (Sacco di Roma) nel 410 d.C. Intanto gli Unni entrano in Italia e si fermano in Lombardia. Vorrebbero saccheggiare Roma, ma il papa Leone I Magno li convince ad allontanarsi offrendo tributi.
Nel 475 sale al trono dell'Impero romano d'Occidente Romolo Augusto. E' un inetto e, nel 476, viene deposto da un ufficiale germanico, Odoacre, che ne prende il posto. E' la fine dell'Impero romano d'Occidente e, per molti storici, l'inizio del Medioevo. Teodorico, capo degli Ostrogoti, attacca Odoacre, lo sconfigge, e fa capitale del regno Ravenna. Teodorico governa per 30 anni, è un re tollerante nei confronti delle religioni e delle leggi (permette che i romani vengano giudicati secondo le leggi romane e non secondo quelle barbare).
Intanto l'Impero romano d'Oriente è sempre più un regno "orientale": la lingua adottata non è più il latino, bensì il greco. La capitale non viene più chiamata Costantinopoli, ma Bisanzio (infatti ora viene indicato come Impero Bizantino). Costantino era stato il primo imperatore dell'impero d'Oriente e, nel Concilio di Nicea (325 d.C.), voleva ristabilire la pace religiosa e per questo definì la data della Pasqua e fece scrivere il Credo niceno.
E' lui il fondatore del cesaropapismo---> l'imperatore è sia capo politico (cesare) che religioso (papa).
La chiesa romana, invece, voleva che i vescovi fossero indipendenti dal potere del re-->si crea una prima frattura fra la chiesa cristiana orientale che si definiva ortodossa e quella romana che si definiva cattolica.
Nel 527 sale al trono d'Oriente Giustiniano che vuole riconquistare i territori in mano alle popolazione barbare--> spazza via i Vandali dal Nord Africa e i Visigoti dalla Spagna.
Per mandare via gli Ostrogoti dall'Italia inizia una guerra, la guerra greco-gotica, che dura 20 anni.
I Bizantini vincono e mettono al potere un governatore, chiamato Esarca, e Ravenna è la capitale del regno bizantino in Italia. Giustiniano è ricordato anche per l'importantissimo Corpus Iuris Civilis o Codice di Giustiniano che è una raccolta di leggi romane, di rilevante importanza storica.
Nel 569 arrivano in Italia i Longobardi. Assediano Pavia per 3 anni, la conquistano e ne fanno la loro capitale. Alcuni manipoli di guerrieri scendono lungo la penisola e fondano il Ducato di Spoleto e il Ducato di Benevento.
A questo punto l'Italia è divisa in Longobardia (territori in mano ai Longobardi) e Romània (territori in mano ai Bizantini)
Talora, venuto in odio alla Fortuna e agli uomini,
io piango solitario sul mio triste abbandono,
e turbo il cielo sordo con le mie grida imani,
e contemplo me stesso, e maledico la sorte,
agognandomi simile a tale più ricco di speranze,
di più belle fattezze, di numerosi amici,
invidiando l'ingegno di questi, il potere di un altro,
di quel che meglio è mio maggiormente scontento;
ma ecco che in tali pensieri quasi spregiando me stesso,
la tua immagine appare, e allora muto stato,
e quale lodola, al romper del giorno, si innalza
dalla terra cupa, lancio inni alle soglie del cielo:
poiché il ricordo del dolce tuo amore porta seco
tali ricchezze, che non vorrei scambiarle con un regno.
Riassunto
In questo sonetto Shakespeare avverte tutto il peso e l'amarezza per la propria solitudine: egli si sente il più infelice degli uomini, perseguitato dal destino. Però, mentre è immerso in questi tristi pensieri, gli succede di pensare alla persona che ama e allora lo sconforto si trasforma in gioia e la sua triste condizione diventa, come per miracolo, più bella e fortunata di quella di un re.
Struttura
14 versi divisi in 3 quartine e un distico
La lirica è costruita in modo armonico: nella prima quartina la solitudine del poeta è espressa in modo quasi disperato tanto che il poeta chiede al cielo il perché di tanto dolore senza ricevere alcuna risposta.
Nella seconda quartina Shakespeare paragona la sua condizione con quella degli altri uomini: si sente invidioso perché ciascuno di loro gli appare più fortunato e non riesce a sentire alcun conforto per i beni che possiede, per le doti che ha.
La poesia, però, non si chiude con questo tono di profonda tristezza: il ricordo della persona amata giunge improvviso a salvarlo (terza quartina). Il volto della donna amata, i ricordi che il poeta ha di lei sono come la luce del sole che vince le tenebre della notte. E per il poeta non esistono più ne' paure ne' angosce ne' infelicità. Tutto è cambiato. Nel lasciare questa sensazione di dolore egli si paragona ad un'allodola che si alza da terra: dalla pena più profonda, il ricordo dell'amore lo ha sollevato fino alle soglie del cielo. Negli ultimi due versi la sfortuna iniziale è mutata nella più bella delle condizioni umane, il poeta si sente tanto ricco da non voler cambiare la sua vita con quella di un re. (distico).
Figure retoriche
Personificazione= "Fortuna" (lettera maiuscola) "el cielo sordo"
Similitudine= "simile a tale più ricco di speranze...", "e quale lodola"
Metafora= "al romper del giorno" (all'alba)
Enjambements=" si innalza/dalla terra cupa", "porta seco/tali ricchezze" ,
Iperbole="alle soglie del cielo"
Campi semantici
Dolore e solitudine= odio, piango, solitario, triste, abbandono, maledico, scontento, terra cupa,
Amore=dolce, amore, ricchezze, regno
Silenzio/Voce=cielo sordo, grida inani, contemplo me stesso, lancio inni.
Presocratici significa "prima di Socrate": lui, infatti, si occuperà dell'uomo, mentre loro si occuparono soprattutto della natura e degli aspetti visibili della realtà.
Dire Presocratici equivale a dire Presofisti perché sono i sofisti ad essersi occupati dell'uomo.
Dove nasce questa corrente filosofica?
Nelle colonie greche della Ionia, in Magna Grecia, ad Atene (con Anassagora).
Problemi principali trattati
Cosmologico=relativo all'universo/cosmo
Ontologico= relativo all'essere/alla realtà
Scuola di Mileto
Si sviluppa nella Ionia (parte meridionale dell'Asia Minore). Nasce come una nuova corrente culturale che vuole liberarsi dalle credenze magiche-->i filosofi si concentrano sui fatti naturali e si rendono conto che i mondo è mutevole, in continuo cambiamento. Si convincono che, al di là di ciò che appare, esista un'unica realtà che è eterna. (Quindi ciò che esiste è solo una realtà passeggera.)
La sostanza primordiale--> l'arché
La realtà eterna viene chiamata arché, cioè principio, e comprende
la materia da cui tutte le cose derivano
la forza che anima tutte le cose
la legge che spiega la loro nascita e la loro morte
Da questi principi derivano l'ilozoismo, il panteismo e il monismo che caratterizzano questi primi filosofi:
-->ilozoismo significa che la materia è fornita di una forza che la fa muovere
-->panteismo significa che identificano il principio eterno con la divinità
-->monismo significa che dietro al divenire del mondo riconoscono un unico principio
Talete
Fondatore della Scuola di Mileto. Opera intorno al 580 a.C. Fu uomo politico, astronomo, matematico, filosofo. Non si hanno suoi scritti filosofici-->lo conosciamo grazie ad Aristotele. Secondo Talete il principio è l'acqua. Anche la Terra poggia sopra l'acqua. Diceva anche che "tutto è pieno di dei"-->visione panteistica e ilozoistica delle cose.
Anassimandro
Fu uomo politico, astronomo, filosofo. Fu il primo autore di scritti filosofici in Grecia-->scrive l'opera in prosa "Intorno alla natura" .
Secondo Anassimandro il principio di tutto è l'apeiron, cioè un principio infinito e indeterminato
da cui tutto si origina e a cui tutto torna per dissolversi. L'apeiron è indistruttibile e immortale, quindi divino. Principio della separazione
Secondo Anassimandro è il processo attraverso cui le cose derivano dall'apeiron-->la sostanza infinita è in eterno movimento e da essa le cose si separano in virtù dei contrari (caldo/freddo - secco/umido).
Da questa separazione derivano infiniti mondi che seguono un ciclo di nascita, durata e fine. La terra per Anassimandro è un cilindro sostenuto da nulla. Gli uomini non sono gli esseri originari della natura perché non sanno nutrirsi da soli-->per questo ritiene che discendano da altri animali--> gli uomini nacquero dentro i pesci, poi dopo essere stati cresciuti e resi autonomi, vennero buttati sulla terra.
Anassimene
Il principio fondamentale è l'aria--> è infinita e in movimento incessante, è la forza che anima il mondo.
Come avviene la trasformazione delle cose? Attraverso un doppio processo:
rarefazione= l'aria diventa fuoco
condensazione=dopo essere diventata fuoco l'aria si condensa e diventa vento, poi nuvola, poi condensandosi ancora acqua, terra e pietra.
Anche il caldo e il freddo si generano allo stesso modo: la condensazione produce il freddo, la rarefazione il caldo.
Negli ultimi decenni il Medioevo è stato rivalutato dagli storici, passando dall'essere considerato un età buia a momento storico importante in cui si sono formati i caratteri culturali dei popoli europei.
Il Medioevo viene solitamente distinto in due momenti:
ALTO MEDIOEVO ( cioè il più antico, il più vecchio) che va dal 476 d.C. all'anno 1000 (circa!) e che, in Europa, fu caratterizzato da un declino economico, culturale, politico
BASSO MEDIOEVO (cioè quello più recente) che va dall'anno 1000 alla fine del 1300 (circa!) e che fu caratterizzato invece da una ripresa economica, da sviluppi tecnologici, miglioramenti di vita.
All'interno di questa macro divisione possiamo individuare tre fasi fondamentali:
VI – VII SECOLO (anni 500-600)
VI
– VII SECOLO (anni 500-600)
Regni
Romano-Barbarici
Si disgrega l’unità
dell’Impero romano
IX
– XI SECOLO
(anni 800-1000)
Sacro Romano Impero
Carlo Magno
XII
– XIV SECOLO
(anni 1100 – 1300)
Nascita monarchie
nazionali in Europa e comuni in Italia
Ripresa economica,
sviluppo tecnologico
QUANDO FINISCE IL
MEDIOEVO?
Per
alcuni storici il Medioevo termina con la caduta di Costantinopoli
(1453)
Per
altri termina con la scoperta dell’America da parte di Colombo
(1492)
Per
altri ancora con l’inizio della Riforma Protestante (1517)
NARRATORE
Il romanzo è narrato in terza persona. Il narratore è eterodiegetico (esterno), palese, non onnisciente.
Il narratore conosce bene i personaggi dal punto di vista psicologico, ma non conosce gli avvenimenti, anzi spesso si domanda che cosa accadrà in seguito.
TEMPO
Il romanzo è ambientato durante la Seconda Guerra Mondiale (dopo l'armistizio dell'8
Settembre 1943), nel periodo della Resistenza partigiana.
Non sappiamo in quale periodo dell'anno siamo, ma la storia narrata da Calvino occupa un tempo piuttosto breve (forse un mese o giù di lì).
SPAZIO
I luoghi in cui è ambientato il romanzo sono nel ponente ligure, in particolare la città di Sanremo (città in cui Calvino stesso visse a lungo) e la sua zona vecchia, la Pigna, dove sono ancora presenti i Carruggi, gli stretti vicoli dove si svolge tutta la prima parte del libro. La seconde parte delle vicende si svolge soprattutto all'esterno, nei boschi e sulle montagne sopra la città.
FABULA E INTRECCIO
Fabula e intreccio sostanzialmente coincidono nel romanzo. Le vicende sono narrate in modo lineare.
Sono presenti tre analessi (flashback):
la storia della Nera e di Pin (nel 2° capitolo)
la storia di Miscell (3° capitolo)
la storia di Cugino
PERSONAGGI
Vengono tutti presentati dal narratore, più per l'aspetto caratteriale che fisico. Fanno eccezione Lupo Rosso che si presenta da solo e Mancino che viene presentato da Cugino.
Caratteristica dei personaggi di questo romanzo è che hanno tutti un soprannome.
Il protagonista è Pin.
Gli aiutanti del protagonista sono Lupo Rosso, Cugino, Dritto, Mancino, Giglia.
Antagonisti (o falsi aiutanti) sono la Nera (sorella di Pin), Miscell il Francese, Pelle. Questi ultimi sono tutti personaggi dinamici in quanto cambiano i loro ideali, passano da uno schieramento all'altro.
REGISTRO
In alcuni punti il registro è formale, ma più spesso è di livello basso e colloquiale.
Sono presenti molti detti gergali, dialettali e popolareschi.
Prevale il discorso diretto (per dare più autenticità al racconto).
Il tempo della narrazione è il presente.
TEMATICHE Amicizia-->Pin ricerca inconsciamente fin dall'inizio della storia un amico, qualcuno che lo prenda in considerazione e che lo capisca veramente. A lui vorrebbe mostrare il suo luogo magico, il sentiero dei nidi di ragno, ma per gli adulti dell'osteria Pin è soltanto una macchietta, un giullare. La ricerca di Pin terminerà solo con l'arrivo di Cugino: è lui l'amico che lo prenderà per mano. Guerra --->Tematica più evidente nella seconda parte del romanzo, quando Pin entra nell'accampamento partigiano. E' evidente l'elemento autobiografico dell'autore che partecipò alla Resistenza come partigiano insieme al fratello. In questa parte si sentono le paure e la tensione dei soldati prima dei conflitti. Adolescenza--->Pin è orfano, ha solo la sorella che, peraltro, non si occupa minimamente di lui. Sta entrando nell'età dell'adolescenza, ma si sente già grande. Cerca di farsi accettare dagli adulti e per questo crede di comportarsi come tale, dicendo parolacce, compiendo azioni "da grande". In realtà, nessuno lo prende veramente sul serio e Pin reagisce chiudendosi, troncando i rapporti, schernendo gli altri come se non sapesse in che altro modo farsi notare. In fondo Pin è e resta un bambino durante il romanzo, un bambino solo, impaurito da tutto ciò che accade intorno a lui. Lo conferma il suo affidarsi a Cugino, a quell'uomo buono e potente, un ala protettrice con cui affrontare la notte del futuro.
KIM
A lui è dedicato il libro e un intero capitolo (il nono).
Kim è un commissario partigiano, un intellettuale, studente di medicina (studia psichiatria). Ha il nome del protagonista del romanzo omonimo di Rudyard Kipling. Secondo alcuni critici sotto il suo personaggio si celerebbe Calvino stesso.
Famoso il suo discorso nel bosco di larici insieme a Ferreira "Forse non farò cose importanti, ma la storia è fatta di piccoli gesti anonimi..." in cui si evidenzia il sentimento partigiano che animò molti giovani e anche molti vecchi dell'epoca. La volontà di esserci, di combattere per la patria, per il riscatto da una vita oppressa, per le offese, lo sfruttamento.. Qui il discorso completo di Kim nel capitolo 9.
SCHEMA SEQUENZE NARRATIVE
DOVE
DOVE
SEQUENZA
FILO CONDUTTORE
VICOLI DELLA CITTA’
VECCHIA (SANREMO
Pin viene messo alla prova dagli
adulti
IL
SENTIERO DEI NIDI DI RAGNO DOVE SI RIFUGIA PIN,
DOVE NASCONDE LA PISTOLA, DOVE PORTA CUGINO
Confini= a Nord con Turkmenistan, Uzbekistan, Tajikistan
a Ovest con Cina e Pakistan
a Sud col Pakistan
a Est con l'IRan Capitale= Kabul Forma di governo= Repubblica presidenziale Religione= a maggioranza musulmana Lingue ufficiali= Dari, Pashtu Moneta= Afghani
L'Afghanistan è situato nell'Asia centrale e non ha sbocchi sul mare.
Territorio
Il territorio è prevalentemente montuoso: più del 50% della nazione si trova ad un'altitudine superiore ai 2000 mt. La catena montuosa più importante è quella dell'Hindu Kush, che attraversa il paese da nord-est a sud-ovest. Il monte più alto è il Monte Noshaq che misura 7.485 mt.
A nord i monti digradano in un una fertile pianura percorsa dal fiume Amu Darya, mentre a sud si trovano aride lande desertiche e bacini palustri.
Idrografia
L'Afghanistan è bagnato da numerosi fiumi -tra i più importanti l'Amu Darya, l'Hari, l'Helmand - che finiscono tutti nei deserti meridionali, a parte il fiume Kabul che è invece affluente dell'Indo.
Sono fiumi non particolarmente ricchi d'acqua, anzi molti di questi sono a carattere torrentizio.
Clima
Il clima è molto freddo d'inverno e torrido d'estate.
Nei mesi freddi le temperature scendono fino a 15° sotto lo zero, mentre d'estate si raggiungono i 30° e oltre. Da notare la forte escursione termica che caratterizza il paese (forte differenza di temperatura fra la notte e il giorno) e la scarsità delle piogge (circa 30 giorni all'anno di media), fattori dovuti alla distanza dell'Afghanistan dal mare e alle catene montuose dell'Asia Centrale.
Terremoti
La forte attività tettonica ha generato nel paese paesaggi affascinanti, ma ha anche provocato numerosi terremoti. Ogni anno se ne registrano circa 50, quasi tutti di debole intensità. Il più grave è avvenuto nel luglio del 1985 ed ha raggiunto il livello 7.3 della scala Richter.
Popolazione
A causa dell'instabile situazione politco-governativa e per le numerose guerre che ne hanno caratterizzato la storia, è difficile dare numeri precisi circa la popolazione afghana. Si stima ci siano circa 30 milioni di abitanti, con una densità media piuttosto bassa (circa 480 abitanti per kmq): la popolazione è concentrata in villaggi sugli altopiani e nelle grandi città.
Per quanto riguarda la composizione, l'Afghanistan ospita numerosi gruppi etnici: tra i più importanti ricordiamo i Pashtun, i Tajiki, gli Hazara e gli Uzbechi.
Città principali
Kabul(la capitale), Kandahar, Herat, Mazar-i Sharif, Kunduz, Jalalabad
Economia
Dopo la caduta del regime talebano l'economia è cresciuta grazie agli aiuti internazionali.
Nonostante ciò, l'Afghanistan resta una nazione molto povera. La maggior parte della popolazione soffre per la scarsità di cibo e per la mancanza dei beni di prima necessità: acqua potabile, cure mediche e medicine, elettricità.
Una delle voci più importanti nell'economia del paese è data dall'agricoltura: si coltivano oppio, grano, noci.
Si allevano ovini e bovini che forniscono lane e latticini.
Le industrie sono tutte su piccola scala e producono mattoni, lavorati tessili, scarpe, prodotti alimentari, tappeti lavorati a mano.