tu, sgricciolo, intorno le siepi;
e sentire fai nel tuo zirlo
lo strido di gelo che crepi.
Il tuo trillo sembra la brina
che sgrigiola, il vetro che incrina...
trr trr trr terit tirit...
Viene il verno. Nella tua voce
c’è il verno tutt’arido e tecco.
Tu somigli un guscio di noce,
che ruzzola con rumor secco.
T’ha insegnato il breve tuo trillo
con l’elitre tremule il grillo...
trr trr trr terit tirit...
Nel tuo verso suona scrio scrio,
con piccoli crepiti e stiocchi,
il segreto scricchiolettio
di quella catasta di ciocchi.
Uno scricchiolettio ti parve
d’udirvi cercando le larve...
trr trr trr terit tirit...
Tutto, intorno, screpola rotto.
Tu frulli ad un tetto, ad un vetro.
Così rompere odi lì sotto,
così screpolare lì dietro.
Oh! lì dentro vedi una vecchia
che fiacca la stipa e la grecchia..
trr trr trr terit tirit...
Vedi il lume, vedi la vampa.
Tu frulli dal vetro alla fratta .
Ecco un tizzo soffia, una stiampa
già croscia, una scorza già scatta.
Ecco nella grigia casetta
l’allegra fiammata scoppietta...
trr trr trr terit tirit
Fuori, in terra, frusciano foglie
cadute. Nell’Alpe lontana
ce n’è un mucchio grande che accoglie
la verde tua palla di lana.
Nido verde tra foglie morte,
che fanno, ad un soffio più forte...
trr trr trr terit tirit
ANALISI METRICA
Lirica composta da 6 strofe di 6 versi (sestine). I versi sono novenari più il ritornello trr trr trr terit tirit.
Lo schema rimico è ABABCC (rime alternate nei primi quattro versi e rime baciate negli ultimi due versi di ogni sestina)
FIGURE RETORICHE
Anafora= v. 1 e v. 8 "Viene... - Viene..." - v. 23 e v. 30 "Tu frulli" -
Apostrofe= v. 2, v. 10, v. 23, v. 30 "tu"
Enjambement= v. 1 "dirlo/tu" - v. 19 "ti parve/d'udirvi" - v. 36 "foglie/cadute"
Anastrofe= v. 3 "sentire fai" - v. 24 "rompere odi" - v. 39 "verde/tua"
Similitudine= vv. 5/6 "sembra la brina" - (sembra) "il vetro che incrina"
Iperbato= vv. 12/13 "t'ha insegnato.... il grillo"
Ripetizione= vv. 17 e 19 "scricchiolettio"
Accumulazione= vv. 31 e 32 "Ecco un tizzo soffia, una stiampa già croscia, una scorza già scatta"
Regionalismi= v. 9 "tecco" termine toscano per dire intirizzito, rigido - vv. 17 e 19 "schricchiolettio" termine toscano che significa “leggero scricchiolio prolungato nel tempo” - v. 27 "grecchia" è l'erica, anche questo è un termine toscano - v. 31 "stiampa" termine toscano per indicare un pezzo di legna da ardere.
Onomatopea= Il ritornello "trr trr trr terit tirit" -
ANALISI STILISTICA E COMMENTO
L’uccellino del freddo a cui il poeta si rivolge con il “tu”, è lo scricciolo: un piccolo volatile della famiglia dei passeracei. Qui è visto come l’uccellino che col suo cinguettio annuncia
l’arrivo dell’inverno, tanto che il suo trillo acuto rappresenta la voce stessa
del paesaggio intirizzito dal freddo. In questo componimento Pascoli porta alle
estreme conseguenze il suo sperimentalismo linguistico, nella consueta direzione
onomatopeica e fonosimbolica.
A livello stilistico la lirica è caratterizzata da allitterazioni e onomatopee che riproducono i suoni di una natura tardo autunnale, ormai secca e prossima al freddo invernale. Anche il verso dell'uccellino è riprodotto a livello onomatopeico da una serie di termini come "strido- crepi - incrina - screpoli". Ma è difficili riportare tutte le figure di suoni che il poeta ha sapientemente e abbondantemente distribuito all'interno dei versi. Si possono comunque riconoscere allitterazioni dei suoni «s», «sc», «t», «v» e
«f», così da creare delle sonorità legate ai suoni della campagna (lo scricciolo, i grilli, i rami e le foglie
secche), al freddo (il ghiaccio, la brina), alla vita domestica (lo spezzare la legna, l’accendere il fuoco),
al vento (il fruscio delle foglie, le folate).
A livello lessicale si possono distinguere diversi campi semantici riferiti all'inverno (gelo, freddo, verno, ghiaccio) e anche molti verbi che rimandano appunto alla stagione fredda, dove tutta la natura è ormai secca (crepi, sgrigiola, rompere, screpolare). Si può anche riconoscere il campo semantico del "nido" tanto caro al poeta: anche lo scricciolo, come la vecchietta, ha un suo rifugio, il nido appunto, sulle montagne. Anche l'uccellino si difende dal freddo dentro al muschio verde, così come la vecchia accende il fuoco per scaldarsi.
A QUESTA PAGINA LA PARAFRASI DELLA POESIA
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