Sintesi
Sa di andare contro una lunga tradizione di autori precedenti che hanno consigliato e raccomandato ai governanti di essere modelli di virtù, di conservare i più alti standard morali e dare prova di essere governanti sempre affidabili, generosi e misericordiosi. Machiavelli dichiara che questo va bene se sei un principe immaginario che vive in un mondo perfetto e irreale, ma nel mondo reale un principe è circondato da persone senza scrupoli e deve competere con loro se vuole sopravvivere. Per dirla in termini moderni, deve imparare a nuotare con gli squali e quindi il principe deve imparare ad essere anche cattivo e a utilizzare questa conoscenza come strumento per mantenere il suo potere. Machiavelli riconosce che i Principi sono sempre sotto gli occhi di tutti e che il loro comportamento influenzando la loro immagine pubblica e la loro reputazione e quindi sarà determinante per riuscire a mantenere il potere.
In quest'ottica, l'autore sostiene che è bene evitare tutti i vizi, ma visto che è impossibile non averne nessuno, allora bisogna che il Principe cerchi di evitare quelli che danneggeranno più gravemente la sua reputazione e, di conseguenza, il suo potere.
Parafrasi
Motivi per cui gli uomini, e soprattutto i governanti, sono amati o odiati
Rimane ora da esaminare il modo in cui un Principe debba comportarsi coi propri sudditi e con gli alleati. E siccome so che molti hanno già trattato questa materia, temo che, scrivendone anche io, sarò considerato un presuntuoso, visto che le mie idee si allontanano (partendomi) molto da quanto hanno sostenuto tutti gli altri.
Motivi per cui gli uomini, e soprattutto i governanti, sono amati o odiati
Rimane ora da esaminare il modo in cui un Principe debba comportarsi coi propri sudditi e con gli alleati. E siccome so che molti hanno già trattato questa materia, temo che, scrivendone anche io, sarò considerato un presuntuoso, visto che le mie idee si allontanano (partendomi) molto da quanto hanno sostenuto tutti gli altri.
Però visto che la mia intenzione è quella di scrivere qualcosa che sia utile per chi legge, ho ritenuto più saggio osservare la realtà, piuttosto che l'idealizzazione della realtà: molti hanno immaginato repubbliche e principati che non sono mai stati né conosciuti né visti [cioè non sono mai esistiti], perché nessuno è tanto lontano da sapere come si debba vivere realmente come colui che dimentica quello che fa per seguire quello che si dovrebbe fare e così va incontro alla rovina piuttosto che alla stabilità; perché se un uomo vuole sempre comportarsi come un buono in tutte le cose che fa è meglio che finisca in mezzo a quelli che buoni non sono.
E proprio questo è necessario per un Principe che voglia tenere saldo il suo potere: imparare a non essere buono e a usare questa capacità se necessario.
Lasciando stare quindi tutte le cose ideali che si sono immaginate per un Principe, e parlando invece delle cose reali, penso che quando si parla degli uomini e soprattutto dei Principi, visto che sono sotto gli occhi di tutti, essi vengono considerati per alcune qualità che danno loro biasimo o ammirazione; alcuni sono considerati come liberali, alcuni invece miseri, usando un termine del dialetto toscano (perché avaro nel nostro dialetto è colui che, con la disonestà, vuole accrescere le proprie ricchezze, mentre misero è quello fa fatica a spenderle), altri sono considerati generosi, altri avidi; alcuni crudeli, altri pietosi; certi traditori, altri fedeli; uno debole e pauroso, l'altro feroce e livoroso; uno umano, l'altro superbo; uno lussurioso, l'altro casto; uno moralmente onesto, l'altro astuto; uno rigido, l'altro malleabile; uno pesante, l'altro leggero; uno religioso, l'altro non credente e così via.
Lasciando stare quindi tutte le cose ideali che si sono immaginate per un Principe, e parlando invece delle cose reali, penso che quando si parla degli uomini e soprattutto dei Principi, visto che sono sotto gli occhi di tutti, essi vengono considerati per alcune qualità che danno loro biasimo o ammirazione; alcuni sono considerati come liberali, alcuni invece miseri, usando un termine del dialetto toscano (perché avaro nel nostro dialetto è colui che, con la disonestà, vuole accrescere le proprie ricchezze, mentre misero è quello fa fatica a spenderle), altri sono considerati generosi, altri avidi; alcuni crudeli, altri pietosi; certi traditori, altri fedeli; uno debole e pauroso, l'altro feroce e livoroso; uno umano, l'altro superbo; uno lussurioso, l'altro casto; uno moralmente onesto, l'altro astuto; uno rigido, l'altro malleabile; uno pesante, l'altro leggero; uno religioso, l'altro non credente e così via.
So che tutti pensano che per un Principe sarebbe una cosa importantissima avere tutte le buone caratteristiche sopracitate, ma poiché non è possibile averle né osservarle in un solo uomo, poiché le condizioni umane non lo permettono, è necessario che sia sufficientemente prudente da sapere come evitare quei vizi che gli farebbero perdere il potere; e anche di tenersi lontano, se possibile, da quelli che non glielo farebbero perdere; ma non essendo possibile, può abbandonarsi ad essi con meno esitazione.
E ancora, non abbia paura di cadere nell'infamia per aver seguito quei vizi senza i quali lo stato può difficilmente essere salvato, perché considerando bene tutto, si scoprirà che qualcosa che sembra virtù, una volta seguita, può diventare la propria rovina; mentre qualcos'altro, che sembra vizio, se seguita può portare sicurezza e prosperità.
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