come in un ventre oscuro di balena.
Mi risucchia un’eco di mare, e dalle grandi volte
scende un corale antico che è fuso alla mia voce.
Tu, scelto a caso dalla sorte, ora sei l’unico,
il padre, il figlio, l’angelo e il demonio.
Mi immergo a fondo in te, il più essenziale abbraccio,
e le tue labbra restano evanescenti sogni.
Prima di entrare nella grande navata,
vivevo lieta, ero contenta di poco.
Ma il tuo fascio di luce, come un’immensa spada,
relega nel nulla tutto quanto non sei.
Il destino ti ha posto accanto a me, ora sei unico (per me), sei il padre, il figlio, l'angelo e il demone. Entro profondamente nel tuo essere, abbraccio fondamentale, e le tue labbra diventano sogni vaghi. Prima di entrare nella navata (della cattedrale) vivevo felice, ero contenta con poco. Ma la grande luce che tu emani fa apparire come il nulla tutto ciò che non sei tu.
Mi risucchia un’eco di mare, e dalle grandi volte
scende un corale antico che è fuso alla mia voce.
Tu, scelto a caso dalla sorte, ora sei l’unico,
il padre, il figlio, l’angelo e il demonio.
Mi immergo a fondo in te, il più essenziale abbraccio,
e le tue labbra restano evanescenti sogni.
Prima di entrare nella grande navata,
vivevo lieta, ero contenta di poco.
Ma il tuo fascio di luce, come un’immensa spada,
relega nel nulla tutto quanto non sei.
PARAFRASI
Mi accosto a questo sentimento come se entrassi dentro una cattedrale, dentro il ventre buio di una balena. L'eco del rumore mare mi trascina via e dalle ampie volte (della cattedrale) scende la musica di un coro antico che si fonde con la mia voce.Il destino ti ha posto accanto a me, ora sei unico (per me), sei il padre, il figlio, l'angelo e il demone. Entro profondamente nel tuo essere, abbraccio fondamentale, e le tue labbra diventano sogni vaghi. Prima di entrare nella navata (della cattedrale) vivevo felice, ero contenta con poco. Ma la grande luce che tu emani fa apparire come il nulla tutto ciò che non sei tu.
METRO
Lirica composta da tre quartine in versi liberiCOMMENTO
La poesia di Maria Luisa Spaziani si apre con due similitudini in cui l'amore è paragonato all'ingresso in una cattedrale e nel ventre di una balena. Seguono poi due metafore ("un eco di mare" e " un corale antico") che descrivono gli effetti che questo sentimento d'amore ha sull'autrice. Troviamo poi una serie di antitesi che raccontano la figura dell'uomo di cui è innamorata: è padre e figlio, angelo e demone insieme. Le labbra dell'amante diventano, in una metafora, anche sogni vaghi e indistinti. Labbra è anche una sineddoche, per indicare la bocca dell'amante.NOTE SULL'AUTRICE
Maria Luisa Spaziani è stata una poetessa italiana, nata a Torino nel 1922. Mentre è ancora studentessa, dirige una piccola rivista, chiamata "Il Girasole" e poi "Il Dado" grazie a cui entra in contatto con l'ambiente letterario della sua città. Dopo la laurea in Lingue, nel 1949 incontra il poeta Eugenio Montale, con cui inizia una lunga e affettuosa amicizia. La sua prima raccolta poetica è Le acque del Sabato, pubblicata nel 1954. Dal 1956 insegna Francese in un collegio di Torino ed sarà proprio il contatto con i giovani studenti a darle ispirazione per le poesie raccolte in Luna lombarda (1959).Nel 1960 è chiamata a insegnare, all' Università di Messina, Lingua e letteratura tedesca e poi Lingua e letteratura francese. Affianca l attività di poetessa e di insegnante con quella di traduttrice: sue sono le versioni italiane di Gustave Flaubert, André Gide, Marguerite Yourcenar. Tra le sue raccolte poetiche, che le danno fama mondiale, ricordiamo: L occhio del ciclone (1970), Transito con catene (1970), Geometria del disordine (1981), Giovanna d Arco (1990), La traversata dell oasi (2002), La luna è già alta (2006), L'incrocio delle mediane (2008).
Si spegne a Roma, all' età di novantun anni, nel 2014
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