Galline - Giovanni Pascoli
Al cader delle foglie, alla massaia
non piange il vecchio cor, come a noi grami:
che d'arguti galletti ha piena l'aia;
non piange il vecchio cor, come a noi grami:
che d'arguti galletti ha piena l'aia;
e spessi nella pace del mattino
delle utili galline ode i richiami:
zeppo, il granaio; il vin canta nel tino.
delle utili galline ode i richiami:
zeppo, il granaio; il vin canta nel tino.
Cantano a sera intorno a lei
stornelli
le fiorenti ragazze occhi pensosi,
mentre il granturco sfogliano, e i monelli
ruzzano nei cartocci strepitosi.
le fiorenti ragazze occhi pensosi,
mentre il granturco sfogliano, e i monelli
ruzzano nei cartocci strepitosi.
Parafrasi
In autunno
(Al cader delle foglie), quando coloro che non sono contadini vivono
da miseri (grami), la massaia ha l’aia
piena di galletti, che le forniscono la carne, e di galline, che le
danno le uova; e in più, il grano e il vino sono ben conservati nei
loro posti (granaio e tino).
La sopravvivenza è quindi è assicurata e si può
essere contenti. Ed infatti, a sera, mentre spannocchiano il mais, le
giovani cantano, anche se un velo di preoccupazione sembra adombrare i loro pensieri (occhi pensosi) e i ragazzi (monelli) saltellano sulle foglie secche,
dimostrando così di poter godere di una serenità che altri non hanno.
Analisi
La spannocchiatura in un'immagine dell'epoca |
La scena è tratta dalla vita reale
contadina: in autunno, infatti, al posto della veglia serale, tutta
la famiglia si riuniva sull’aia per ripulire le pannocchie e
ricavarne il granturco che sarebbe servito sia per l’alimentazione
umana (se ne ricavava farina per la polenta), sia per quella animale
(cibo per polli e maiali). La spannocchiatura era un’occasione di festa e
veniva celebrata con i canti delle ragazze e
con i giochi dei ragazzini che si rincorrevano e
saltellavano sulle foglie secche del granturco.
Da notare c'è anche il contrasto fra l'uso di aggettivi di registro piuttosto elevato se consideriamo l’argomento della poesia che è invece rurale, rustico: grami, galletti arguti, strepitosi.
Infine va sottolineata la costruzione aggettivale "occhi pensosi" riferito alle ragazze che non dimenticano, pur nel momento dell’allegria, la serietà della vita.
Infine va sottolineata la costruzione aggettivale "occhi pensosi" riferito alle ragazze che non dimenticano, pur nel momento dell’allegria, la serietà della vita.
Le ragazze non pensavano alla "serietà della vita". Pensavano ai loro ragazzi con i quali avrebbero voluto incontrarsi e che i costumi e l'etica del tempo obbligavano ad evitare per non incorrere in critiche deleterie sulla loro moralità. Ve lo dice uno che il Pascoli lo conosce molto bene. A quell'età, della serietà della vita, proprio non passa neppure per l'anticamera del cervello ai giovani, soprattutto se innamorati.
RispondiElimina