AGONIA
O come la quaglia
passato il mare
nei primi cespugli
perché di volare
non ha più voglia
Ma non vivere di lamento
come un cardellino accecato
PARAFRASI
Sarebbe meglio morire come le allodole che scambiano per acqua quello che è solo uno specchio.
O come la quaglia che, dopo aver attraversato il mare, non ha più la forza di volare e muore sfinita appena toccata terra ("primi cespugli").
Piuttosto che vivere in gabbia, infelice (di lamento), come un cardellino che gli uomini hanno reso cieco.
ANALISI METRICA
Lirica composta da 9 versi liberi divisi in tre strofe.
Non ci sono rime vere e proprie, a parte nel 4° e 6° verso (mare-volare).
Nella seconda strofa si possono però notare delle consonanze (quaglia - cespugli - voglia) dove si ripete appunto "gli".
La lirica ha una struttura circolare: inizia e termina con un paragone (una similitudine) di tipo naturalistico.
FIGURE RETORICHE
Similitudine= v. 1 "come le allodole assetate" - v. 9 "come un cardellino accecato"
Allitterazione= v. 1 "allodole" (allitterazione della L) e "assetate" (allitterazione della S)
Enjambement= v. 1 "assetate/sul miraggio"
Metafora= v. 2 "sul miraggio", cioè sugli specchietti che vengono utilizzati per catturare questa specie di uccello - v. 5 "primi cespugli" (indicano la terraferma, il primo approdo sicuro dopo la migrazione)
Inversione= vv. 7-8 "di volare/non ha più voglia"
COMMENTO
E del primo gruppo, Ultime, fa proprio parte la lirica Agonia che, rappresenta, attraverso l'esistenza di tre specie di uccelli, la parabola dell'uomo.
Agonia fu scritta prima del coinvolgimento personale del poeta nella guerra del 15-18 e si colloca fra le sue poesie "interventiste". Pur avendo affermato di non amare la guerra, Ungaretti sostenne con fervore la campagna interventista dell’Italia nel primo conflitto mondiale. Sembrerebbe una contraddizione, ma una spiegazione possibile possiamo trovarla proprio in questa poesia dove il poeta afferma che è meglio morire per aver creduto in un’idea, per avere speso le proprie forze inseguendo un sogno, che continuare a vivere chiusi in una gabbia, lamentandosi e recriminando senza alcun desiderio, senza alcuna prospettiva sul futuro. Il ritmo della poesia è spezzato dalla brevità dei versi, che sembrano quasi un singulto e che ben rendono l'idea di un'esistenza difficile e dolorosa. Dolore che accomuna, anche se diversamente, gli uccelli che vengono nominati nel testo: tutti e tre, infatti, per cause diverse vanno incontro ad una fine tragica, ma è chiaro l'apprezzamento del poeta verso chi riesce comunque a compiere uno sforzo, chi ha una meta e cerca di raggiungerla pur pagando con la propria vita.
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