venerdì 24 agosto 2018

ANALISI COME IL FIORE DI BIANCOSPINO GUGLIELMO DI AQUITANIA

Nella dolcezza della primavera
i boschi rinverdiscono, e gli uccelli
cantano, ciascheduno in sua favella,
giusta la melodia del nuovo canto.
E’ tempo, dunque, che ognuno si tragga
presso a quel che più brama.

Dall’essere che più mi giova e piace
messaggero non vedo, né sigillo:
perciò non ho riposo né allegrezza,
né ardisco farmi innanzi
finché non sappia di certo se l’esito
sarà quale domando.

Del nostro amore accade
come del ramo del biancospino,
che sta sulla pianta tremando
la notte alla pioggia e al gelo,
fino a domani, che il sole s’effonde
infra le foglie verdi sulle fronde.

Ancora mi rimembra d’un mattino
che facemmo la pace tra noi due ,
e che mi diede un dono così grande:
il suo amore e il suo anello.
Dio mi conceda ancor tanto di vita
che il suo mantello copra le mie mani.


Io non ho cura degli altrui discorsi
Che dal mio Buon-Vicino mi distacchino;
Delle chiacchiere so come succede
Per picciol motto che si profferisce:
Altri van dandosi vanto d’amore,
Noi disponiamo di pane e coltello.


PARAFRASI

 Nel clima mite della primavera i boschi tornano verdi e gli uccelli si rimettono a cantare le loro melodie, ognuno secondo il modo tipico della sua specie. E' questo il momento in cui ciascuno goda di ciò che più desidera.
Non è arrivato alcun messaggio né una lettera dalla persona che più mi piace e quindi non trovo pace e non sono felice, e non oso presentarmi io davanti a lei in prima persona finché non sarò certo dell'esito positivo di ciò che chiedo. 
Al nostro amore accade come al ramo di biancospino che, attaccato alla pianta, trascorre la notte al freddo, sotto la pioggia fino al nuovo giorno, quando il sole si infila fra le foglie e le fronde verdi.
Ricordo ancora una mattina quando facemmo pace e lei mi diede un regalo grandissimo: il suo amore e un anello. Spero che Dio vorrà farmi vivere abbastanza per avere il suo mantello posato sopra le mie mani.
Io non mi curo dei discorsi della gente che vuole allontanarmi dalla persona che amo. 
So cosa succede con le chiacchiere: basta una piccola parola e già ci si vanta di essere amati.
Noi abbiamo tutto ciò che ci serve.

ANALISI METRICA 

Lirica composta da 5 strofe, ognuna di 6 versi, quasi tutti endecasillabi (ci sono anche alcuni novenari e settenari---> i versi più brevi sottolineano la fragilità dell'uomo di fronte al sentimento d'amore)


FIGURE RETORICHE

Enjambement=  v. 5/6 " si tragga/presso" - v. 11/12 " l'esito/sarà" - vv. 15/16 " tremando/la notte" 
Sineddoche= v. 8 "sigillo": il sigillo (generalmente in ceralacca) si applicava per chiudere la busta, in questo caso l'autore vuole indicare la lettera stessa
Similitudine= v. 14 e seguenti "come il ramo di biancospino" (la similitudine occupa praticamente tutta la terza strofa)
Senhal= v. 26 " Buon-Vicino" pseudonimo per la persona amata
Proverbio = v. 30 " Noi abbiamo pane e coltello", significa "noi abbiamo tutto il necessario"

COMMENTO
Nel testo sono presenti alcuni elementi caratteristici della lirica trobadorica (questi elementi diventeranno poi i topoi, i luoghi comuni della poesia duecentesca)---> l'esordio primaverile, che consiste nell'aprire il componimento poetico con una descrizione della natura che rinasce dopo aver superato il freddo invernale (prima strofa).
La rappresentazione dell'amante come uomo in pena, timido e sottomesso (il poeta soffre perché la donna non si fa viva, ma non prende alcuna iniziativa poiché teme che l'amata si neghi o non accetti la sua corte). Da notare il contrasto tra l'interiorità tormentata del poeta con l'esuberanza della natura in rinascita. Altri elementi tipici sono l'applicazione al linguaggio amoroso di un lessico specifico della gerarchia feudale ("il suo amore e il suo anello" - "il suo mantello copra le mie mani")', l'introduzione dei maldicenti invidiosi (v. 25), veri nemici degli amanti e infine, della donna mediante uno pseudonimo (senhal), nome fittizio per non rivelare l'identità dell'amata.

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