Scritta tra il 97 e il 98 d.C.
Tacito parla della carriera militare di Agricola e del fatto che avesse sempre collaborato con gli imperatori, buoni o cattivi che fossero, fino a diventare governatore della Britannia sotto Domiziano.
Tacito cerca di difendere il suocero, presentandolo come una vittima di Domiziano (quest'ultimo probabilmente lo aveva ucciso avvelenandolo), e si chiede se sia meglio contrastare un despota o sopportarne i soprusi per continuare a servire la patria, nell'interesse supremo dello Stato.
Tacito sceglie la seconda ipotesi e condanna sì la tirannide, ma anche coloro che vi si erano opposti morendo senza di fatto compiere nulla di buono per lo Stato (gli stoici).
Struttura e contenuti
La vita di Agricola è presentata in ordine cronologico, ci sono alcune notizie biografiche, ma poi si concentra sulla carriera del suocero.
Il discorso di Calgaco |
Questa parte è preceduta da un excursus sulla geografia e sui popoli che abitavano questa regione.
Quando giunge a raccontare l'ultimo anno di consolato e la vittoria sui Caledoni il racconto si dilata perché vengono inseriti i discorsi dei due generali: quello di Calgaco (generale dei Caledoni) che accusa i Romani di grande brutalità e quello di Agricola che è invece un discorso più pacato.
Nei capitoli finali parla della gelosia di Domiziano per i successi di Agricola e dei sospetti sulla morte del suocero.
L'opera si conclude con un epitaffio (cioè con un bilancio generale della vita di Agricola).
Differenze con il genere della biografia
Non ci sono aneddoti, pettegolezzi, particolari curiosi sulla vita di Agricola.
Tacito mette in risalto soprattutto la vita pubblica dell'uomo, non quella privata.
Anche l'excursus geografico non è solitamente presente nelle biografie.
L'opera di Tacito assomiglia più ad una monografia storica anche per la presenza dei discorsi dei due generali.
Stile e modelli
Lo stile è nobile ed elevato.
I modelli sono Livio, Sallustio e Cicerone (per i capitoli finali)
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