domenica 31 luglio 2016

TUTTO PER BENE PIRANDELLO RIASSUNTO

Silvia Ascensi è una maestra di Perugia che, dopo la tragica morte del padre, si reca a Roma per chiedere al deputato Marco Verona il trasferimento in altra sede. L'uomo, ex studente del padre, si adopera subito per accontentarla e la presenta al cavalier Martino Lori, segretario presso il Ministero dell'Istruzione.
Dopo qualche tempo Silvia e il Lori si sposano, ma il loro matrimonio non è felice. L'uomo si accorge che Silvia non lo ama, che è fredda e superba nei suoi confronti, ma, essendo di carattere mite, cerca di scusarla, attribuendo il comportamento della donna alla turbolenta infanzia e alla separazione dei genitori.
La situazione, però, precipita al punto che Silvia lascia il marito e se ne va di casa.
L'uomo è costernato, tanto più che lo stesso giorno riceve un biglietto di convocazione da Marco Verona, in procinto di diventare ministro. Durante il colloquio Martino Lori, oltre a ricevere una proposta di lavoro, viene a sapere che Silvia ha chiesto consiglio proprio al Verona e che tutto è stato appianato durante la loro conversazione.
La sera stessa, infatti, Silvia torna a casa ed effettivamente sembra un'altra donna: si mostra pentita, è affettuosa e Martino Lori sente di avere finalmente accanto la moglie che aveva sempre sognato. Quando dopo qualche mese nasce loro una bambina, all'uomo sembra di aver raggiunto la felicità.
Anche Marco Verona, che nel frattempo ha lasciato la politica, dimostra grande affetto per la piccola Ginetta, comportandosi quasi come un padre: oltre a farle spesso visita, le porta costosi regali e cerca di soddisfare ogni suo capriccio.
Quando la bambina mostra interesse per la musica il Verona prende ad accompagnarla a teatro e, qualche volta, Silvia si unisce a loro. Proprio dopo una serata trascorsa fuori, la donna rientra con una brutta tosse che la condurrà alla morte in soli 5 giorni.
Martino Lori è stravolto dall'accaduto, ma anche il Verona dà mostra di provare un dolore fortissimo, al punto da lasciare perplesso l'amico.
Dopo la morte di Silvia, il Verona si reca quotidianamente a trovare Ginetta, mentre il Lori trova più conforto nel curare con assidua frequenza la tomba della moglie. Il legame tra Marco Verona e Ginetta si farà sempre più saldo al punto che sarà proprio l'uomo a scegliere per lei come marito il ricco marchese Flavio Gualdi.
Dopo le nozze, però, il Lori inizia a sentire la mancanza dell'amico che adesso, invece di recarsi a casa sua come faceva prima, preferisce andare a trovare Ginetta a casa del marchese. Martino Lori si sente via via sempre più escluso da quel nucleo familiare dove a stento ci si accorge della sua presenza. Chiuso nella solitudine della sua casa all'uomo non resta che tornare col pensiero al passato finché un giorno, un'illuminazione gli fa capire il perché dell'attaccamento di Verona a Ginetta e la ragione del grande dolore che lo aveva colto alla morte di Silvia. Finalmente Martino Lori capisce quella verità che non aveva mai saputo comprendere. Dopo una giustificata rabbia iniziale, all'uomo non resta che accettare lo stato delle cose e, come tutte le sere, si avvia verso il cimitero per far visita alla moglie.

sabato 30 luglio 2016

RIASSUNTO LUCREZIO DE RERUM NATURA LATINO COLORES

Ci sono scarse notizie sulla vita di Lucrezio (la fonte più importante è San Girolamo).
Si sa che nacque nel 94 a.C. e morì suicida a 43 anni (cioè nel 51 a.C).
Per altri la data di morte più probabile è il 55 a. C.
Anche le notizie sulla sua pazzia sono incerte e non del tutto confermate.

Precedenti letterari
Il De Rerum Natura è un poema epico-didascalico scritto in esametri e diviso in 6 libri. Ha lo scopo di diffondere la filosofia di Epicuro (didascalico significa appunto “che insegna”).
E' dedicato a Memmio, illustre e coltissimo intellettuale latino.
Il titolo è una traduzione dal greco→ Perì Phiseòs (“Intorno alla natura”) che è anche lo stesso titolo dell'opera più importante di Epicuro. 
Perché Lucrezio usa la poesia? Lo dice lui stesso nel I libro: la poesia serve a far comprendere meglio al lettore concetti che altrimenti sarebbero difficili da capire.

Modelli letterari
Il poema didascalico era molto diffuso nel I secolo a.C.
Lucrezio si rifa ad Empedocle di Agrigento e ad Ennio, poeta che aveva creato l'epica latina in esametri.

Proemio e contenuto
Il proemio è una preghiera a Venere (dea protettrice dei Romani)→ tipica del genere epico è l'invocazione alla divinità. Il poeta non invoca però le Muse come accadeva di solito, bensì Venere che era la dea dell'amore, del piacere, della potenza della natura.

Lucrezio chiede alla dea di assicurare la pace ai Romani: questo è in contraddizione con la filosofia epicurea che voleva gli dei completamente indifferenti alla vita degli uomini. Quello di Lucrezio deve quindi considerarsi un omaggio, sia alla tradizione sia al pubblico dei lettori che avevano in Venere la loro progenitrice.





Epicuro e Ifigenia
Dopo l'Inno a Venere (al cui interno si trova anche la dedica a Memmio), Lucrezio elogia Epicuro, da lui visto come l'eroe che ha salvato il mondo dalla “religio”→ cita quindi l'episodio di Ifigenia, figlia di Agamennone, che fu sacrificata per propiziare la flotta greca in partenza per Troia.
Secondo Lucrezio la religione è spesso causa di eventi empi e scellerati (come lo fu l'uccisione di Ifigenia).

I Libro – Gli Atomi
In questo libro Lucrezio si occupa della fisica epicurea: gli atomi sono invisibili e innumerevoli e formano e disfano i corpi aggregandosi e disaggregandosi nel loro incessante movimento nello spazio vuoto. Quindi nulla si crea e nulla si distrugge e non c'è altra materia oltre a quella costituita dagli atomi. Questa materia è eterna perché gli atomi sono indistruttibili.
Nell'ultima parte del libro afferma e dimostra l'infinità dell'universo.

II Libro – Il Clinamen
L'atarassìa (l'imperturbabilità) del sapiente viene contrapposta alla stoltezza degli uomini, divorati dalle passioni. Poi Lucrezio parla ancora del movimento degli atomi che si combinano grazie al CLINAMEN, cioè l'inclinazione che modifica le traiettorie degli atomi. Nell'ultima parte del libro Lucrezio afferma che secondo lui esistono infiniti altri mondi che si formano, crescono e poi periscono esattamente come il nostro.

III Libro – L'Anima
Prima celebra Epicuro, poi tratta dell'anima (principio vitale diffuso in tutto il corpo) e dell'animus (la mente, sede delle facoltà razionali): per Lucrezio sono anch'essi fatti di atomi che si disperderanno al momento della morte. Nel momento in cui l'uomo muore cessa per lui ogni forma di conoscenza, sensibilità e sofferenza.

IV Libro – Le Sensazioni
Le sensazioni sono provocate da atomi sottilissimi (i Simulacri) che si staccano dagli oggetti e dai corpi e vanno a colpire i sensibili

V Libro – L'Universo
Secondo Lucrezio l'universo non è eterno e non è stato creato dagli dei, ma si è formato dalla casuale aggregazione degli atomi.

VI Libro – I Fenomeni Naturali
Lucrezio descrive i fenomeni meteorologici (tuoni, fulmini, etc.) e naturali (terremoti, eruzioni vulcaniche, etc.) che provocano timore negli uomini e che, in realtà, possono essere spiegati in modo scientifico. Nell'ultima parte del libro parla delle epidemie e descrive anche la terribile peste di Atene del 430 a.C.

Struttura e linguaggio
I  6 libri sono raggruppati a 2 a 2 (diadi)

  • i primi due libri parlano degli atomi (Fisica)
  • i secondi due parlano dell'uomo (Antropologia)
  • gli ultimi due parlano del mondo (Cosmologia)

Ogni libro è strutturato con un proemio iniziale e una parte finale che contiene un tema specifico connesso a quanto precede.

I difetti
Molti lo ritengono un poema incompiuto (manca una revisione finale e mancano alcune parti che Lucrezio aveva dichiarato di voler scrivere). Questa incompiutezza è probabilmente dovuta sia alla sua morte prematura, sia al suo stile poetico meno raffinato ed elegante rispetto ai poeti successivi.
Per quanto riguarda il linguaggio ci sono molte ripetizioni che Lucrezio usa per ribadire alcuni concetti già espressi e che sono tipiche della poesia greca.
Le apostrofi al destinatario
Nel poema ci sono frequenti apostrofi al destinatario (sia a Memmio che al lettore generico) e un largo uso di “quindi”, “dunque”, “inoltre”→ in questo modo il poeta sembra instaurare un vero dialogo con il lettore.
Rusticità e arcaismi
Il poema è stato definito “rustico” in quanto usa vocaboli di utilizzo quotidiano (e questo è un aspetto sicuramente voluto da Lucrezio che corrisponde all'intento divulgativo dell'opera).
Il tratto più caratteristico del suo stile è l'arcaismo, cioè l'uso di arcaismi morfologici, asindeti, figure di suono, etc.

Lessico
Il lessico è molto innovativo: sono presenti molti termini scientifici e filosofici latini che traducono termini fino ad allora espressi con parole greche.  

martedì 26 luglio 2016

RIASSUNTO LA MARCHESANA DEL MONFERRATO

V Novella - I Giornata - La Marchesana del Monferrato


La novella è narrata da Fiammetta e racconta del re di Francia, Filippo Augusto, innamoratosi della Marchesa del Monferrato che non ha mai conosciuto, ma di cui ha sentito a lungo decantare la bellezza. In partenza per la terza crociata, il re decide di fare una deviazione per far visita alla donna e sedurla.

Giunto sul luogo fa avvisare la Marchesa che il giorno dopo si sarebbe recato a pranzo da lei.

La donna, avendo capito le intenzioni di Filippo, si mostra felice dell'onore riservatole e dà ordine che venga preparato un intero pranzo a base di galline.
Il giorno dopo il re ha modo di constatare che la marchesa è davvero bellissima e si accomoda a tavola deciso a conquistarla.
Il pranzo ha inizio e iniziano ad essere servite galline, poi arrivano galline e infine ancora galline..
Il re è piuttosto stupito: sa bene che quei luoghi sono ricchi di pregiata selvaggina e non capisce perché non gli vengano serviti altri cibi.  

Così, alludendo a sé stesso e al suo desiderio di conquistarla, domanda alla donna se in quel luogo vi siano soltanto galline e nessun gallo, al ché la Marchesa risponde che le galline, come le femmine, sono tutte uguali, per quanto vestite o cucinate in modo differente. Così dicendo spegne gli ardori del re che infatti, finito il pranzo, rinuncia ai suoi propositi e riparte per la crociata.


SIGNIFICATO della novella
La Marchesa, per far capire al re che deve andarsene, allude al fatto che anche le donne, come le galline, sono tutte uguali... 
Il fatto che lei sia Marchesa, che sia bella e ben vestita, non la rende diversa da qualunque altra donna e quindi, implicitamente, vuol dire al re che non avrebbe dovuto fare tutta quella strada per cercare di conquistarla visto che le donne sono ovunque nel mondo, egualmente belle e desiderabili.

Boccaccio in questa novella ha voluto mettere in luce la capacità delle donne di tenere testa a possibili spasimanti e al fatto che in assenza del proprio marito esse sono in grado di organizzare banchetti e ricevere personalità illustri.




domenica 24 luglio 2016

SCHEMA NUMERI IN INGLESE



0

zero

18

eighteen

¼

quarter

19

nineteen

½

half

20

twenty

¾

three quarters

21

twenty-one

1

one

10

ten

2

two

20

twenty

3

three

30

thirty

4

four

40

fourty

5

five

50

fifty

6

six

60

sixty

7

seven

70

seventy

8

eight

80

eighty

9

nine

90

ninety

10

ten

100

One hundred

11

eleven

101

One hundred and one

12

twelwe

1.000

One thousand

13

thirteen

1.001

One thousand and one

14

fourteen

10.000

Ten thousand

15

fifteen

10.001

Ten thousand and one

16

sixteen

1.000.000

One million

17

seventeen

1.000.000.000

One billion


venerdì 22 luglio 2016

CRIN D'ORO CRESPO E D'AMBRA PARAFRASI

Parafrasi della poesia di Pietro Bembo "Crin d'oro crespo e d'ambra tersa e pura"


 1  Crin d'oro crespo e d'ambra tersa e pura, 
Ch'a l'aura su la neve ondeggi e vole, 
Occhi soavi e più chiari che 'l sole, 
 Da far giorno seren la notte oscura,
    
5  Riso, ch'acqueta ogni aspra pena e dura,  
Rubini e perle, ond'escono parole  
 Sì dolci, ch'altro ben l'alma non vòle,
Man d'avorio, che i cor distringe e fura, 

9     Cantar, che sembra d'armonia divina,  
Senno maturo a la più verde etade,  
Leggiadria non veduta unqua fra noi, 

12      Giunta a somma beltà somma onestade, 
 Fur l'esca del mio foco, e sono in voi  
Grazie, ch'a poche il ciel largo destina.


Parafrasi
Capelli biondi come l'oro, lucenti e trasparenti come l'ambra
che all'aria ondeggiate e volate sul viso candido,
occhi dolci più luminosi del sole,
tanto da trasformare la notte in un giorno sereno,

sorriso che calma anche le pene più crudeli,
rubini e perle da cui escono parole
così dolci che l'anima non desidera altra gioia,  
mano bianchissima che incatena e ruba i cuori,

un canto che sembra musica divina,
saggezza in giovane età,
grazia mai vista fra gli uomini,

unita ad una grandissima bellezza e ad una grandissima onestà,
furono l'esca da cui sprigionò la mia passione e sono grazie
che a poche creature il cielo concede con tanta generosità.





Figure retoriche


Antitesi= V. 4 "giorno seren... notte oscura", V. 10 "senno maturo.... verde etate"
Dittologia= V. 1 "tersa e pura", V. 2 "ondeggi e vole", V. 5 "pena e dura", V. 8 "distringe e fura"
Iperbole= V. 3 "più chiari che 'l sole", V. 5 "ch'acquesta ogni aspra pena e dura", V. 9 "che sembra d'armonia divina", V. 14 "ch'a poche il ciel largo destina"
Enjambement= V. 6 "parole/sì dolci", V. 13 "sono in voi/grazie"
Allitterazione=  V. 1 della R (cRin d'oRo d'ambRa teRsa e puRa),
Metafora= V. 1 "Crin d'oro crespo e d'ambra", V. 6 "rubini e perle", V. 8 "man d'avorio"

giovedì 21 luglio 2016

RIASSUNTO COME GEMELLE PIRANDELLO

La novella "Come Gemelle" di Pirandello racconta le vicende del marchese don Camillo Righi, la cui moglie sta per avere un bambino. L'uomo, cacciato via dalla donna in preda alle doglie, si rifugia nel buio della sua stanza per sfuggire alle urla di dolore e per riflettere sulla loro vita matrimoniale.
Don Camillo si sente quasi in colpa per le sofferenze che la donna sta passando, sa di non amarla, sente che quel figlio non è frutto del loro amore, ma di una routine che non rende felici nessuno dei due. E infatti, mentre si tappa le orecchie per non udire lo strazio della moglie, arriva un uomo ad avvisarlo che Carla, la sua amante, vorrebbe averlo a casa un momento perché anche lei sta per partorire.
Il marchese è sconvolto, non sa che fare.. poi si decide ad andare, sapendo che per la moglie c'è ancora tempo e che è ben assistita dal medico.
Arrivato a casa dell'amante la trova che passeggia per casa, dolorante e affaticata, ma comunque piena della sua solita vitalità.
Carla si ritira un momento e, dopo pochi momenti, dà alla luce una bambina. Poi chiede un bacio all'uomo e lo rimanda dalla moglie.
Arrivato a casa, però, il marchese scopre che sua moglie è morta mentre partoriva una bambina. Nei mesi seguenti la piccola orfana viene mandata a balia, ma cresce poco, è smunta e scheletrita. Quando il marchese va a trovare Carla trova invece una bella bambina florida e sana. L'uomo spiega la situazione della piccola e la donna si offre di allattarla insieme a sua figlia. Don Camillo è combattuto, poi decide per il bene della piccola e fa trasferire tutti a Fabriano dove Carla prende a nutrire la piccola orfana che subito riprende forze e colore.
Il marchese sa di aver dato scandalo e che adesso, a Roma, tutti parlano di loro, ma è felice che le due bambine crescano insieme, quasi come fossero gemelle.

mercoledì 20 luglio 2016

TRAMA CYRANO DE BERGERAC

"Cyrano de Bergerac" è una commedia in cinque atti, scritta da Edmond Rostand nel 1897. Ambientata nella metà del '600, fu rappresentata per la prima volta a Parigi, al Teatro de la Porte Saint-Martin, nel 1897 ottenendo subito un grandissimo successo.

Trama
Cyrano de Bergerac, soldato, poeta e spadaccino, è un giovane afflitto da un grosso e ingombrante nasone. A causa di questo difetto si è convinto che nessuna donna potrà mai amarlo e, per compensare in parte a questa mancanza, è diventato molto abile con la spada e nel comporre versi.
Cyrano ha una cugina, Rossana, molto piacente e corteggiata, di cui anch'egli è invaghito.
Un giorno, dopo un incredibile duello con un uomo che aveva osato importunarla, Cyrano riceve un messaggio dalla cugina per un appuntamento segreto e si convince che lei voglia confessargli il suo amore. Purtroppo per lui, invece, Rossana è innamorata di un altro giovane, il cadetto Christian de Neuvillette, con cui non ha mai scambiato una parola, ma che ritiene possedere tutte le migliori doti che un uomo dovrebbe avere. In nome della loro amicizia, Rossana chiede a Cyrano di aiutarla a conquistarlo e il giovane mette da parte i suoi sentimenti per mantenere fede all'impegno preso.
Da quel momento egli offre la sua capacità poetica a Christian, scrivendo per lui ogni giorno una lettera destinata a Rossana.
Addirittura una notte, sotto il balcone della giovane, Cyrano fa da suggeritore a Christian e poi, favorito dall'oscurità, si ritrova lui stesso a parlare d'amore fingendo di essere l'amico.
Poco dopo, però, scoppia una guerra e i due soldati vengono mandati al fronte.
Qui Cyrano continua a scrivere lettere d'amore sotto il nome di Christian e Rossana, ormai perdutamente innamorata, non resiste a sapere il suo amore così lontano e si reca in segreto nella zona dove infuria la guerra.
Questo gesto convince Christian che siano state le lettere, e quindi le parole d'amore di Cyrano, ad aver fatto innamorare la giovane e insiste perché l'amico confessi tutto alla ragazza.
Prima che Cyrano possa farlo, però, Christian viene ferito a morte e Cyrano compie un ultimo gesto di amicizia sussurrando all'orecchio dell'amico morente di aver raccontato tutto e che Rossana aveva confermato l'amore per Christian.

Dopo la morte di quello che crede il suo appassionato amante, Rossana si chiude in un convento e, per molti anni, Cyrano si reca da lei ogni sabato per farle visita. Un pomeriggio cade in un'imboscata, e viene ferito gravemente. Nonostante questo riesce ad arrivare al convento dove Rossana gli chiede di leggere l'ultima lettera scritta da Christian, ma Cyrano, ferito e frastornato, si confonde e invece di leggere, recita la lettera a memoria.
Solo allora, mentre Cyrano sta morendo, Rossana si rende conto che è lui l'uomo che le ha sempre scritto quelle bellissime parole e che nel tempo l'ha fatta innamorare.