lunedì 9 novembre 2015

PARAFRASI O IUBELO DEL CORE IACOPONE DA TODI

O iubelo del cuore
O iubelo del cuore
O gioia del cuore
O iubelo del core,
che fai cantar d’amore!
Quanno iubel se scalda,
fa l’omo cantare,
5 e la lengua barbaglia
e non sa che parlare:
dentro non celare,
tant’è grannel dolzore.

Quanno iubel è acceso,
10 sì fa l’omo clamare;
lo cor d’amor è appreso,
che nol comportare:
stridenno el fa gridare,
e non virgogna allore.

15 Quanno iubelo ha preso
lo core ennamorato,
la gente l’ha ’n deriso,
pensanno el suo parlato,
parlanno esmesurato
20 de che sente calore.

O iubel, dolce gaudio
ched entri ne la mente,
lo cor deventa savio
celar suo convenente:
25 non esser soffrente
che non faccia clamore.

Chi non ha costumanza
te reputa ’mpazzito,
vedenno esvalïanza
30 com’om ch’è desvanito;
dentrha lo cor ferito,
non se sente da fore.
O gioia del cuore,
che fai cantare d’amore!

Quando la gioia si accende,
allora fai cantare
e la lingua balbetta
e non sa quel che dice:
non può nascondere dentro
la dolcezza, tanto è grande.

Quando la gioia si accende,
fa gridare l’uomo;
il cuore è preso dall’amore
(così ) tanto da non poterlo sopportare:
stridendo lo fa gridare
e in quel momento (l’uomo) non si vergogna.

Quando la gioia ha preso (completamente)
il cuore innamorato,
la gente lo deride
pensando alle sue parole
che saranno sicuramente smisurate
riguardo a ciò per cui sente la passione.

O gioia, dolce piacere
che entri nella mente
il cuore sarebbe saggio se celasse il proprio stato
però non riesce ad evitare
di abbandonarsi alle grida.

Chi non ha esperienza (dell’amore)
ti considera pazzo,
vedendo il comportamento strano
come di un uomo che è fuori si sé;
un cuore che è ferito dentro
non si percepisce dall’esterno


ANALISI DELLA POESIA

METRO
E' una ballata in versi settenari. All'inizio è presente un distico (due versi) a cui seguono strofe da 6 versi.

STRUTTURA
Sono presenti alcuni nuclei tematici che ritornano più volte nella lirica.
a)calore dell'amore, dolcezza dell'amore, gioia che provoca nell'uomo (parole chiave: se scalda, acceso, calore, dolzore, dolce gaudio, iubelo)
b)chi prova questo amore non può fare a meno di cantare e gridare, la potenza del sentimento non è contenibile in nessun modo (fai cantare d'amore, fa l'omo cantare, l'omo clamare, el fa gridare, non faccia clamore, dentro non pò celare, nol pò comportare)
c)questa forza dirompente dell'amore deve però fare i conti con i limiti dell'espressione umana: non c'è parola che possa esprimere veramente quello che si prova e quindi l'uomo balbetta e si rende ridicolo agli occhi della gente che lo deride (la lengua barbaglia, non sa che parlare, parlanno esmesurato, te reputa 'mpazzito, co'om ch'è desvanito)

FIGURE RETORICHE
Francesismi: v. 8 Dolzore= "douceur" dolcezza - v. 29 "esvalianza"
Latinismi: v.21 "gaudio"
Anafore: "iubel/iubelo" inizio del distico e di ogni strofa
Rima siciliana: v. 15/17 "preso/deriso"

TEMI L'amore di cui parla Iacopone in questa lirica è l' amore mistico, cioè quel sentimento che mette in comunicazione l'uomo con Dio. Gli effetti di questa passione, che dovrebbe essere spirituale, sono presentati come del tutto simili a quelli di un amore propriamente fisico, erotico: è un sentimento sconvolgente e profondamente irrazionale, che coinvolge tutti i sensi di chi lo prova.

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