Riassunto
La fattoria degli animali venne ideato e scritto da George Orwell mentre si trovava in Spagna, tra il 1937 e il 1943, e venne poi pubblicato a Londra nel 1945.
Il romanzo può definirsi una storia di disillusione, una moderna "favola" per adulti in cui sono evidenti i tratti di un'amara satira sul genere umano e sulle sue illusioni, oltre a una violenta condanna dello stalinismo e del totalitarismo.
I protagonisti sono un gruppo di animali che, stanchi di essere sfruttati dal loro padrone, il fattore Jones, si lasciano convincere dall'abile parlantina di un anziano maiale, Vecchio Maggiore, e decidono di ribellarsi al potere degli uomini creando uno stato di soli animali: la fattoria degli animali, appunto.
Old Major muore, ma la ribellione viene comunque portata avanti: a capo di tutto sono due giovani, entusiasti maiali, Napoleone e Palla di Neve, che, grazie al loro coraggio e alla collaborazione di tutti gli animali, portano l'impresa al successo facendo delle parole del Vecchio Maggiore una vera realtà: è nata la fattoria degli animali.
Purtroppo la gestione di una fattoria senza l'aiuto dell'uomo comporta molti problemi di cui gli animali si rendono presto conto e, anche se grazie alla collaborazione di tutti, queste difficoltà vengono superate, qualche animale inizia già a rimpiangere il tempo della "schiavitù": un tempo in cui almeno il cibo era assicurato e non si doveva faticare troppo per ottenerlo.
Gli animali si erano dati anche dei "comandamenti", delle leggi da rispettare affinché il bene collettivo fosse rispettato. Uno fra i comandamenti più importanti era il settimo: " tutti gli animali sono uguali" ed è proprio questa consapevolezza ad aiutare molti di loro a superare i sacrifici che questa nuova condizione di libertà porta con se'.
Ben presto, però, il clima pacifico della fattoria subisce uno scossone: le ambizioni di potere di
Napoleone lo portano, pian piano, ad accentrare il potere su se' e sugli altri maiali, che diventano, così, la classe dirigente. E' a questo punto che il settimo comandamento viene
aggiornato con una postilla "tutti gli animali sono uguali, ma alcuni sono
piu' uguali degli altri".
In realtà, Napoleone si è ormai trasformato nel "padrone", odiato e temuto proprio come lo era stato il fattore Jones. Infine, anche l'altro cardine su cui si reggeva la fattoria, cioè l'odio nei confronti degli uomini, decade e gli altri animali assistono ai brindisi che celebrano la fine delle ostilità tra i maiali e gli uomini. A tal punto maiali e uomini sono ormai diventati simili che, per un osservatore esterno, non è più possibile distinguere i musi degli uni dai volti degli altri.
Analisi
La morale della storia è che tutte le rivoluzioni si somigliano tanto nella forza del loro divampare e nella volontà di sovvertire un ordine costituito quanto nella loro, sostanziale, inutilità.
La ribellione, gli ideali che portano al cambiamento sono destinati comunque alla sconfitta, ad essere disattesi per mano di uomini la cui natura avida ed egoista li porta a tradire e a trasformarsi da ribelli a dittatori.
L'uguaglianza è un'illusione, il modello sociale di fraternità viene tradito da quella postilla aggiunta in calce al settimo comandamento: "alcuni sono più uguali degli altri". Ecco la presa di potere, il gradino che eleva, la distanza fra classe dirigente e popolo.
Personaggi e allegorie
Vecchio Maggiore=Il vecchio maiale è sia Karl Marx che Lenin
Il fattore Jones=E' lo Zar Nicola II
Napoleone=E' Stalin
Palla di Neve=E' Lev Trotsky
Gondrano=E' Stachanov
Beniamino=Rappresenta l'intellettuale disilluso, forse è allegoria dello stesso Orwell
Mosè=E' la Chiesa Russa Ortodossa
Mollie=E' l'aristocrazia russa
Minimus=Forse lo scrittore Gorkij (Minimus rappresenta comunque l'intellettuale asservito al potere)
I cani=rappresentano la polizia politica e lo squadrismo
Le pecore=rappresentano le masse, facilmente manipolabili
Topi e conigli=rappresentano i "fuorilegge" della società russa ladri, mendicanti, etc.
I due fattori Pilkington e Frederick= L'Inghilterra e la Germania di Hitler
Il romanzo può definirsi una storia di disillusione, una moderna "favola" per adulti in cui sono evidenti i tratti di un'amara satira sul genere umano e sulle sue illusioni, oltre a una violenta condanna dello stalinismo e del totalitarismo.
I protagonisti sono un gruppo di animali che, stanchi di essere sfruttati dal loro padrone, il fattore Jones, si lasciano convincere dall'abile parlantina di un anziano maiale, Vecchio Maggiore, e decidono di ribellarsi al potere degli uomini creando uno stato di soli animali: la fattoria degli animali, appunto.
Old Major muore, ma la ribellione viene comunque portata avanti: a capo di tutto sono due giovani, entusiasti maiali, Napoleone e Palla di Neve, che, grazie al loro coraggio e alla collaborazione di tutti gli animali, portano l'impresa al successo facendo delle parole del Vecchio Maggiore una vera realtà: è nata la fattoria degli animali.
Purtroppo la gestione di una fattoria senza l'aiuto dell'uomo comporta molti problemi di cui gli animali si rendono presto conto e, anche se grazie alla collaborazione di tutti, queste difficoltà vengono superate, qualche animale inizia già a rimpiangere il tempo della "schiavitù": un tempo in cui almeno il cibo era assicurato e non si doveva faticare troppo per ottenerlo.
Gli animali si erano dati anche dei "comandamenti", delle leggi da rispettare affinché il bene collettivo fosse rispettato. Uno fra i comandamenti più importanti era il settimo: " tutti gli animali sono uguali" ed è proprio questa consapevolezza ad aiutare molti di loro a superare i sacrifici che questa nuova condizione di libertà porta con se'.
I comandamenti della fattoria degli animali |
In realtà, Napoleone si è ormai trasformato nel "padrone", odiato e temuto proprio come lo era stato il fattore Jones. Infine, anche l'altro cardine su cui si reggeva la fattoria, cioè l'odio nei confronti degli uomini, decade e gli altri animali assistono ai brindisi che celebrano la fine delle ostilità tra i maiali e gli uomini. A tal punto maiali e uomini sono ormai diventati simili che, per un osservatore esterno, non è più possibile distinguere i musi degli uni dai volti degli altri.
Analisi
La morale della storia è che tutte le rivoluzioni si somigliano tanto nella forza del loro divampare e nella volontà di sovvertire un ordine costituito quanto nella loro, sostanziale, inutilità.
La ribellione, gli ideali che portano al cambiamento sono destinati comunque alla sconfitta, ad essere disattesi per mano di uomini la cui natura avida ed egoista li porta a tradire e a trasformarsi da ribelli a dittatori.
L'uguaglianza è un'illusione, il modello sociale di fraternità viene tradito da quella postilla aggiunta in calce al settimo comandamento: "alcuni sono più uguali degli altri". Ecco la presa di potere, il gradino che eleva, la distanza fra classe dirigente e popolo.
Personaggi e allegorie
Vecchio Maggiore=Il vecchio maiale è sia Karl Marx che Lenin
Il fattore Jones=E' lo Zar Nicola II
Napoleone=E' Stalin
Palla di Neve=E' Lev Trotsky
Gondrano=E' Stachanov
Beniamino=Rappresenta l'intellettuale disilluso, forse è allegoria dello stesso Orwell
Mosè=E' la Chiesa Russa Ortodossa
Mollie=E' l'aristocrazia russa
Minimus=Forse lo scrittore Gorkij (Minimus rappresenta comunque l'intellettuale asservito al potere)
I cani=rappresentano la polizia politica e lo squadrismo
Le pecore=rappresentano le masse, facilmente manipolabili
Topi e conigli=rappresentano i "fuorilegge" della società russa ladri, mendicanti, etc.
I due fattori Pilkington e Frederick= L'Inghilterra e la Germania di Hitler
utile
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