Per trovare la definizione che il Manzoni stesso ci offre degli umili, però, non bisogna cercare nel romanzo, bensì in uno dei suoi inni più belli: Pentecoste. Nella poesia egli si rivolge alle serve e chiede loro di non invidiare le madri libere (Perché, baciando i figli, la schiava sospira ancora? Ed ammira con invidia il seno che nutre i figli liberi?) ed esorta i poveri a rivolgersi con fiducia al regno dei cieli perché il Signore porterà con se' i miserabili nel regno dei cieli.
Gli umili, dunque, sono coloro che, accettando serenamente la propria condizione, si avvicinano alla sofferenza e all'umiltà di Cristo: essere umile non significa appartenere ad una particolare categoria socio-economica, ma piuttosto ad una condizione etica e religiosa. Quella della fiducia nella Provvidenza e nella consapevolezza che la giustizia divina si realizzerà pienamente solo nell'aldilà.
Su questa terra, dunque, da un lato devono essere operosi e pazienti e dall'altro confidare nel soccorso caritatevole della Chiesa e dei buoni cristiani.
Fra Galdino, Agnese e Lucia nell'episodio delle noci |
Nell' episodio si contrappone il comportamento di Lucia che, invece, non presta attenzione a ciò che il frate racconta: la giovane, infatti, è anch'essa un' umile, ma lo è in maniera più complessa, quasi fosse una depositaria del messaggio evangelico di accettazione e fiducia.
Molto utile
ReplyDeleteho una verifica su Manzoni domani, speriamo vada bene
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