Fu probabilmente scritto durante la crisi religiosa del 1342/43, ma venne poi rimaneggiato nel 1353.
L'opera è divisa in 3 libri ed è un dialogo fra Petrarca e Agostino (santo e filosofo che fu sempre una guida spirituale per Petrarca).
Il dialogo si svolge in 3 giorni alla presenza di una donna bellissima--> la Verità, che però non prende mai la parola.
Nel dialogo Petrarca si sdoppia in 2 personaggi che sono entrambi proiezioni della sua coscienza in conflitto: Agostino rappresenta la coscienza superiore, che fruga nell'animo di Petrarca portando alla luce una verità spesso sgradevole.
L'altro personaggio, Petrarca appunto, rappresenta invece il peccatore, debole e fragile, che vorrebbe migliorare se stesso, ma fa fatica a staccarsi dal mondo terreno e dalle sue tentazioni (gloria, onori, fama, amore carnale, etc.).
I LIBRO
Agostino rimprovera a Petrarca la debolezza della sua volontà
II LIBRO
Vengono illustrati i peccati capitali soffermandosi su quello che più affligge Petrarca, l'accidia (in questo caso è una pigrizia, un'inerzia di tipo morale)
III LIBRO
Si parla delle due colpe più gravi: il desiderio di gloria terrena e l'amore per Laura. Per Petrarca sono due colpe innocenti, per Agostino sono le passioni più basse che un uomo possa provare.
Il dialogo non ha una conclusione risolutiva: alla fine tutti i dubbi e le contraddizioni di Petrarca restano irrisolti. L'autore resta un uomo in crisi (a differenza di Dante e Agostino che nelle loro opere riescono a raggiungere la salvezza dell'anima).
La crisi di Petrarca è emblematica della crisi stessa di un momento storico di passaggio: quando si verifica il disgregarsi della spiritualità medievale, ma si è ancora lontani dall'Umanesimo e dal Rinascimento.
STILE
A livello stilistico questo profondo dissidio interiore che scuote l'autore non si avverte: lo stile è limpido, armonioso, strutturato sul modello classico. Tutto ciò permette a Petrarca di esprimere con lucida chiarezza i suoi tormenti interiori.
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