vi rimena l’ ondata della vita:
qui dove affonda un morto
viluppo di memorie,
orto non era, ma reliquario.
Il frullo che tu senti non è un volo,
ma il commuoversi dell’ eterno grembo;
vedi che si trasforma questo lembo
di terra solitario in un crogiuolo.
Un rovello è di qua dall’ erto muro.
Se procedi t’ imbatti
tu forse nel fantasma che ti salva:
si compongono qui le storie, gli atti
scancellati pel giuoco del futuro.
Cerca una maglia rotta nella rete
che ci stringe, tu balza fuori, fuggi!
Va, per te l’ ho pregato, – ora la sete
mi sarà lieve, meno acre la ruggine…
PARAFRASI
Rallegrati quando il vento che entra nel frutteto
vi riporta la forza della vita
lì dove c'è un inutile groviglio di ricordi,
non trovi un orto, ma un luogo di sepoltura.
Il fruscìo che senti non è il rumore delle ali di un uccello
ma il trasalire della natura;
guarda come questo lembo di terra (il pomario)
si riempie di vita.
Al di qua dell'alto muro c'è tormento.
Se vai avanti nel tuo cammino forse incontrerai
il fantasma che ti salverà:
qui (cioè al di qua del muro) si snodano le storie e le azioni degli uomini,
(azioni) che sono destinate ad essere cancellate dal tempo (per lasciare spazio al futuro).
Cerca un buco nella rete che ci imprigiona,
salta fuori, scappa!
Vai, io l'ho desiderato per te - (se tu riesci a fuggire) la sete
non mi farà più soffrire, la ruggine non sarà così amara..
ANALISI METRICA
Lirica composta da 18 versi (quasi tutti endecasillabi, ma ci sono anche dei settenari) suddivisi in quattro strofe (la prima e la terza hanno cinque versi, la seconda e la quarta ne hanno quattro).
Nella poesia sono presenti poche rime.
Il fruscìo che senti non è il rumore delle ali di un uccello
ma il trasalire della natura;
guarda come questo lembo di terra (il pomario)
si riempie di vita.
Al di qua dell'alto muro c'è tormento.
Se vai avanti nel tuo cammino forse incontrerai
il fantasma che ti salverà:
qui (cioè al di qua del muro) si snodano le storie e le azioni degli uomini,
(azioni) che sono destinate ad essere cancellate dal tempo (per lasciare spazio al futuro).
Cerca un buco nella rete che ci imprigiona,
salta fuori, scappa!
Vai, io l'ho desiderato per te - (se tu riesci a fuggire) la sete
non mi farà più soffrire, la ruggine non sarà così amara..
ANALISI METRICA
Lirica composta da 18 versi (quasi tutti endecasillabi, ma ci sono anche dei settenari) suddivisi in quattro strofe (la prima e la terza hanno cinque versi, la seconda e la quarta ne hanno quattro).
Nella poesia sono presenti poche rime.
FIGURE RETORICHE
Rima interna= "orto/morto"
Correlativi oggettivi= "il vento che entra" = la primavera, che riporta la vita" - "eterno grembo"= la Terra - "erto muro"= le difficoltà della vita - "acre ruggine"= la realtà inaridita
Enjambements= "ti imbatti/tu forse" - "nella rete/che ci stringe" - "ora la sete/mi sarà lieve"
Enjambements= "ti imbatti/tu forse" - "nella rete/che ci stringe" - "ora la sete/mi sarà lieve"
Volgarismo= "scancellati" per "cancellati"
TEMATICHE
I strofa= la vanità del ricordo
II strofa=la natura e la sua potenza
III strofa= entità salvifica (il fantasma)
IV strofa=realtà che imprigiona l'uomo
COMMENTO
Questa lirica apre il primo libro di Montale, Ossi di seppia, e costituisce da sola la prima sezione della raccolta: il testo è stato scritto ed editato in corsivo per volontà dell’autore, forse proprio perché la poesia ha funzione di un proemio e di una dichiarazione poetica.
Il titolo In limine è in latino ed è un'espressione che può avere molti significati tra cui “soglia”, “dimora”, “inizio”, ma anche “fine” e “compimento”.
La scelta di Montale potrebbe quindi essere legata al fatto che In Limine è posta all'inizio della raccolta poetica di cui fa parte, ma più ampiamente potrebbe riferirsi ad un confine metaforico, sottile, ma determinante, fra il "qui" (spaziale e temporale) e un "oltre" cui l'uomo tende, ma che non sempre raggiunge.
Un "oltre" che rappresenta la salvezza dalla prigione che è il vivere quotidiano, un salto "oltre" il muro che impedisce la vita, un varco che libera e salva il tu ideale (forse la donna amata, forse il lettore stesso) cui la poesia è indirizzata.
Sia a livello stilistico che di significato, tutta la lirica è basata su un'antitesi fondamentale che contrappone il «pomario» al «reliquiario», la vitalità della natura e del vento alla morte, il “di là” a il «di qua dall’erto muro», la staticità del presente e il movimento, il salto che rappresentano invece il futuro, la salvezza.
Questa doppia visione regola anche i rapporti tra l’io, rassegnato a «la ruggine», e il «tu», a cui è concessa la speranza di imbattersi «nel fantasma che ti salva» e di trovare «una maglia rotta nella rete».
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