Questa fiaba fa parte di "Fiabe italiane": una raccolta curata da Italo
Calvino ed uscita nel 1956 nella collana "I millenni" di Einaudi.
Riassunto
La fiaba racconta le vicende di Don Giuseppe, un giovane
rimasto orfano che vive insieme all’amata sorella e che lavora come segretario
presso il re del Portogallo.
Il giovane ha una così bella grafia che il Re di Spagna
lo reclama presso la propria corte. Giuseppe, in virtù dell’amicizia fra i due
sovrani, è costretto a partire e, per
non sentirne troppo la mancanza, porta con se’ il ritratto della sorella. Una
volta in Spagna entra nelle grazie del re suscitando la gelosia
degli uomini di corte.
Il Bracciere (figura di corte che aveva il compito di offrire il braccio alle dame) rivela al re che Don Giuseppe tutte le notti
piange sul ritratto di una bella donna e che questa donna lui l’ha conosciuta bene. Don Giuseppe nega, sostenendo che nessuno ha mai visto la sorella, e i due litigano
furiosamente. Alla fine il re chiede al Bracciere di portare le prove di
questa conoscenza: se sarà vero taglierà la testa a Don Giuseppe, altrimenti
sarà il Bracciere a dover morire.
Il Bracciere, recatosi in Portogallo per cercare di
incontrare la sorella di Don Giuseppe, trova aiuto in una vecchina che con uno
stratagemma riesce a tagliare tre piccoli peli biondi dalla spalla della
sorella.
Tornato in Spagna con le prove, il re condanna Don Giuseppe
a morte. Questi scrive alla sorella spiegando l’accaduto e fa spedire la
lettera da una guardia. La sorella, cercando un modo per salvarlo, vende tutte le
proprietà e si fa costruire uno stivale d’oro coperto di gioielli e parte per
la Spagna. Raggiunto il luogo dell’esecuzione grida al re che il Bracciere le
ha rubato l’altro stivale.
Il Bracciere, scioccamente, per discolparsi nega di aver mai
conosciuto la ragazza e il re capisce la verità facendolo decapitare e poi, affascinato dalla bellezza della giovane, la prende in sposa.
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