Trama
Due uomini vestiti da vagabondi,
Estragone e Vladimiro, stanno sotto un albero in una strada di
campagna: un certo Godot ha dato loro appuntamento senza precisare ne' il luogo ne' l'orario. I due non sanno neanche esattamente chi sia
questo Godot, ma pensano che aspettandolo potranno rimediare qualcosa di caldo da
mangiare e un letto dove dormire. Mentre attendono passa
sulla strada una strana coppia di personaggi: il proprietario terriero Pozzo che tiene al guinzaglio il suo servitore, Lucky.
Estragone e Vladimiro sono incuriositi
dal modo di fare del padrone e, nello stesso tempo, sono spaventati dalla misera condizione del servo. Pozzo e Lucky riprendono il loro cammino. Nel frattempo cala la sera e Godot non si è visto. Ad un certo punto arriva un ragazzo che riferisce loro che Godot non può venire, ma che verrà sicuramente domani. I due prendono in considerazione l'idea
di suicidarsi, ma rinunciano. Poi pensano di andarsene, ma restano.
Vladimiro ed Estragone attendono pazientemente sotto l'albero
l'arrivo di Godot. Vedono nuovamente passare Lucky e Pozzo, che nel frattempo è
diventato cieco. Sull'albero notano che sono spuntate due o tre
foglie. Pozzo e Lucky se ne vanno. Arriva il messaggero a dire che
Godot anche stasera non potrà venire ma arriverà sicuramente l'indomani. I due manifestano l'intenzione di andar via, ma in realtà non si muovono dal loro posto.
Analisi
Aspettando Godot è l'opera più celebre di Samuel Beckett: scritta tra il 1948 e il '49, venne rappresentata per la prima volta a Parigi nel 1953.
Considerata l'opera più rivoluzionaria del teatro del 900, ruota attorno al tema dell'attesa (vana!) unitamente a quello dell'incomunicabilità e della solitudine dell'uomo moderno.
L'opera non ha una vera trama, non ci sono grandi azioni: tutto è costruito attorno al dialogo fra i personaggi. A tal proposito, uno dei primi critici, VivianMercier, recensì l’opera con queste parole : "Aspettando Godot è una commedia in cui non
accade nulla per due volte".
Ed è proprio dai dialoghi che emergono le idee principali su cui è costruita la pièce:
- la vita è dolore, un dolore costante, sempre presente e immutabile
- la vita è solitudine, noia, ripetizione degli stessi gesti
- l'uomo non sa nulla della vita, vive come disperso in una dimensione spazio-temporale che non conosce
- l'uomo non ha più riferimenti, non ha più dio, è solo di fronte all'ignoto
Vladimiro ed Estragone nascono dalla
passione di Beckett per i barboni: avendolo sempre incuriosito ed
affascinato, li rese protagonisti non solo di Aspettando Godot, ma
anche di molti altri suoi romanzi.
Essi rappresentano la condizione umana in tutte le sue sfaccettature, ma che fondamentalmente è poi sempre uguale - per questo nella commedia i due personaggi non mutano mai.
Essi rappresentano la condizione umana in tutte le sue sfaccettature, ma che fondamentalmente è poi sempre uguale - per questo nella commedia i due personaggi non mutano mai.
Aspettando Godot può essere considerata una metafora della condizione esistenziale: ogni uomo che si
interroga, si pone delle domande, ateo o credente che sia, sta aspettando un
Godot, ovvero una risposta, un qualcosa o un qualcuno che ci riveli
il senso del tutto, che ci indichi il perché della nostra vita e delle
nostre sofferenze, che ci dica chi siamo e perché siamo nati.
Tutte le opere di Beckett hanno come filo conduttore appunto la solitudine dell'uomo moderno: un uomo che ha perso dio, che si trova senza riferimenti, in una condizione di totale rassegnazione, ignoranza e impotenza. Per di più senza riuscire a comunicare veramente con qualcuno.
adoro quest'opera
ReplyDeleteCoinvolgente in un modo inaspettato.Credo sia fondamentale la bravura degli interpreti per un'opera così particolare e commovente.
ReplyDeleteBECKETT non poteva rendere meglio il vuoto che ''l'uomo'' di questi secoli si porta dentro; la solitudine fisica e psicologica, l'assenza del tutto contro un Nulla che incombe impietoso. GODOT non è altro che quel DIO che tutti cercano restando disattesi. ANNA BARTIROMO.
ReplyDeleteok.
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