giovedì 26 luglio 2018

ANALISI POESIA ED AMAI NUOVAMENTE UMBERTO SABA

Ed amai nuovamente; e fu di Lina 
dal rosso scialle il più della mia vita. 
Quella che cresce accanto a noi, bambina 
dagli occhi azzurri, è dal suo grembo uscita. 

Trieste è la città, la donna è Lina, 
per cui scrissi il mio libro di più ardita
sincerità; né dalla sua fu fin’ 
ad oggi mai l’anima mia partita. 

 Ogni altro conobbi umano amore; 
 ma per Lina torrei di nuovo un’altra
 vita, di nuovo vorrei cominciare. 

 Per l’altezze l’amai del suo dolore;
 perché tutto fu al mondo, e non mai scaltra, 
 e tutto seppe, e non se stessa, amare. 


PARAFRASI

E tornai ad amare; ho trascorso la maggior parte della mia vita insieme a Lina, che indossa uno scialle rosso.
La bambina dagli occhi azzurri che cresce con noi l'ha partorita lei.
Il libro più sincero che ho scritto l'ho dedicato alla città di Trieste e a Lina e fino ad oggi la mia anima è rimasta a loro fedele. 
Ho conosciuto tutti i tipi di amore, ma solo per Lina sarei disposto a rinascere e a cominciare di nuovo tutto.
L'ho amata per la sua grande sofferenza, perché lei è stata tutto, ma non furba, perché fu capace di amare tutto e tutti, tranne che se stessa.


ANALISI METRICA

E' un sonetto (formato da due quartine e due terzine per un totale di 14 versi endecasillabi) che rima ABAB ABAB CDE CDE


FIGURE RETORICHE

Enjambements=vv.1-2 "Lina/dal rosso scialle" - vv. 3-4 "bambina/dagli occhi azzurri" - vv. 6-7 "ardita/sincerità" - vv. 10-11 "altra/vita"
Antonomasia= vv 2 e 4 "dal rosso scialle" - "dagli occhi azzurri"
Iperbati= v. 1-2 "e fu di Lina... il più della mia vita" - v. 4 "è dal suo grembo uscita" - vv. 6-7 "ne dalla sua fu.... l'anima mia partita" - v. 8 "ogni altro conobbi umano amore" - v. 12 "per l'altezze l'amai del suo dolore"
Chiasmo= v. 5 "Trieste è la città, la donna è Lina"
Anafora=vv. 10-11 "di nuovo/di nuovo" vv. 13-14 "tutto/tutto"
Metonimia= v. 8 "l'anima mia" (me stesso-->astratto per concreto)
Rima interna=vv. 5-7 "città/sincerità" -  vv. 10-11 "torrei/vorrei"
Antitesi= vv. 13 "tutto fu.. mai scaltra" - v. 14 "tutto seppe e non se stessa amare"
Allitterazione= v. 2 allitterazione della L - v. 6 allitterazione della R





giovedì 19 luglio 2018

DIFFERENZA FRA ATTRIBUTO E APPOSIZIONE


L'ATTRIBUTO è un AGGETTIVO (bello, brutto, cattivo, favoloso..)

L'APPOSIZIONE è un SOSTANTIVO (dottore, rappresentante, amico, madre...)


Ricorda che
  • Sia l'attributo che l'apposizione concordano col nome (o i nomi) a cui si riferiscono
  • Sia l'apposizione che l'attributo completano un termine della frase, dandoci delle informazioni su di esso
  • Sia l'attributo che l'apposizione possono riferirsi al soggetto o ad un altro complemento 

  • (può esserci, ad esempio, l'apposizione del complemento oggetto o del complemento di agente, così come l'attributo del complemento di specificazione o del complemento di compagnia... )


Vediamo qualche esempio per fare ulteriore chiarezza--->


Quella macchina è di Paolo (attributo----> "quella" è un aggettivo)

Nonna Piera è andata al mare per le vacanze (apposizione---> "nonna" è un sostantivo)

Il fiume Po scorre nella Pianura Padana (apposizione----> "fiume" è un sostantivo)

Sto ascoltando zia Francesca che legge una favola  (apposizione----> zia è un sostantivo)

E' stata una magnifica giornata (attributo---> "magnifica" è un aggettivo)

Eleonora, la compagna di mio padre, è arrivata ieri (apposizione----> "compagna" è un sostantivo)



ESERCIZIO

Ora provate voi a riconoscere l'attributo e l'apposizione in questo esercizio, indicando se le parole sottolineate sono attributi o apposizioni (e possibilmente specificando a quale parte della frase si riferiscono-->soggetto, complemento oggetto, etc.)

1) Rossi, professore di filosofia, è molto amato dai suoi studenti

      apposizione (riferita al soggetto "Rossi"

2) Ho perso un anello prezioso

      attributo (riferito al complemento oggetto "anello"

3) Buffon, portiere della Juventus, non ha mai vinto la Champions League

      apposizione (riferita al soggetto "Buffon")

4) Ieri sera abbiamo visto un film strappalacrime

      attributo (riferito al complemento oggetto "film")

5) Alla fine della lunga nottata abbiamo preso un taxi per tornare a casa

      attributo (riferito al complemento di specificazione "nottata")

6) Sono stufa di fare la balia a mio fratello Paolo

      apposizione (riferito al complemento di termine "fratello")

7) Mio padre insegnerà al MIT di Boston, l' università più prestigiosa del mondo

      apposizione (riferito al complemento di luogo "MIT")

8) Il Senatore Razzi ha partecipato a diversi programmi televisivi

      apposizione (riferito al soggetto "Razzi")

giovedì 12 luglio 2018

PARAFRASI IL GARZONE CON LA CARRIOLA UMBERTO SABA

È bene ritrovare in noi gli amori
perduti, conciliare in noi l'offesa;
ma se la vita all'interno ti pesa
tu la porti al di fuori.

Spalanchi le finestre o scendi tu
tra la folla: vedrai che basta poco
a rallegrarti: un animale, un gioco
o, vestito di blu,

un garzone con una carriola,
che a gran voce si tien la strada aperta,
e se appena in discesa trova un'erta
non corre più, ma vola.

La gente che per via a quell'ora è tanta
non tace, dopo che indietro si tira.
Egli più grande fa il fracasso e l'ira,
più si dimena e canta.


PARAFRASI

E' bene ritrovare dentro di noi il senso dell'amore che abbiamo perduto;
perdonare le offese;
ma se ti senti oppresso da ciò che hai dentro di te,
esternalo/buttalo fuori.
Apri le finestre oppure scendi  
tra la gente: ti accorgerai che basterà poco
a farti sentire più allegro: un animale, un bambino che gioca,
o un ragazzo di bottega (garzone) vestito di blu che tenendo una carriola
si fa strada urlando fra la gente 
e se in una discesa trova una salita,
ecco che invece di correre sembra volare.
C'è tanta gente a quell'ora per strada e si lamenta al passaggio del garzone.
Lui invece, più le persone inveiscono si arrabbiano, più è felice e si dimena.


ANALISI METRICA

Lirica composta da 16 versi (endecasillabi e settenari) divisi in 4 strofe (sono quattro quartine) che rimano 
ABBA CDDC EFFE GHHG 


FIGURE RETORICHE
Enjambement: v. 1 "amori/perduti" - v. 5 "scendi tu/tra la folla" - v. 6 "basta poco/ a rallegrarti" - v. 16 "è tanta/non tace"
Metonimia: v. 7 "gioco" Il poeta qui usa la parola gioco per alludere ai bambini
Antitesi: vv. 3-4 "all'interno-al di fuori"
Anastrofe: vv. 8-9 "o, vestito di blu, un garzone" 
Iperbole: v. 12 "non corre più, ma vola"

venerdì 6 luglio 2018

PARAFRASI CITTA' VECCHIA UMBERTO SABA

Spesso, per ritornare alla mia casa
Prendo un’oscura via di città vecchia.
Giallo in qualche pozzanghera si specchia
Qualche fanale, e affollata è la strada.


Qui tra la gente che viene che va
Dall’osteria alla casa o al lupanare,
dove son merci ed uomini il detrito
di un gran porto di mare,
io ritrovo, passando, l’infinito
nell’umiltà.

Qui prostituta e marinaio, il vecchio
Che bestemmia, la femmina che bega,
il dragone che siede alla bottega
del friggitore,
la tumultuante giovane impazzita
d’amore,
sono tutte creature della vita
e del dolore;
s’agita in esse, come in me, il Signore.

Qui degli umili sento in compagnia
Il mio pensiero farsi
Più puro dove più turpe è la via.



PARAFRASI 

Spesso per tornare a casa, imbocco un vicolo buio della città vecchia.
La luce gialla dei lampioni si riflette nelle pozzanghere, la strada è affollata.

In mezzo al viavai della gente, che va dall'osteria verso casa o verso il bordello, dove le merci e gli uomini sono come rifiuti (detrito) di un grande porto di mare, io ritrovo l'infinito nelle cose umili.
La prostituta e il marinaio, l'anziano che bestemmia, la donna che litiga, il soldato di cavalleria (dragone) davanti al negozio del venditore di cibi fritti, la giovane impazzita d'amore; tutti loro sono creature nate dalla vita, dal dolore. In esse vive Dio, come vive dentro di me.

In mezzo a queste persone umili sento la mia anima diventare tanto più pura quanto più è immorale la strada.


ANALISI METRICA

Sono tre strofe costituite da versi imparisillabi (endecasillabi, settenari, quinari, trisillabi) legati in vario modo da rime e assonanze. (non c'è un vero e proprio schema metrico, ma non è nemmeno una lirica in versi liberi)
La prima strofa è è una quartina, la seconda è formata da quindici versi, la terza è una terzina.
La poesia ha un ritmo lento all'inizio, scandito da segni di interpunzione. In corrispondenza dell'undicesimo verso (al centro del componimento) si ha un' accelerazione del ritmo per poi rallentare di nuovo prima della terzina finale


FIGURE RETORICHE
Anastrofe: vv. 3-4 "giallo.... fanale" - v. 7 "son merci ed uomini il detrito" - v. 19 "s’agita in esse, come in me, il Signore"
Enjambement: vv. 3-4 "si specchia/qualche fanale"
Anafora: vv. 1-5-11 "qui" ripetizione dell'avverbio
Assonanza: vv. 1-4 "casa-strada" vv. 5-10 "va-umiltà"
Antitesi: v. 5 "viene-va" e v. 22 (ultimo verso) "puro-turpe"
Enumerazione: dal v. 11 introdotta dal "qui" elenco di personaggi:  "prostituta, marinaio, vecchio, femmina, dragone, giovane..."
Iperbole: v. 15 "tumultuante giovane impazzita d'amore"
Espressione ossimorica: vv. 10-11 "l'infinito nell'umiltà" (non un vero e proprio ossimoro)

domenica 1 luglio 2018

RIASSUNTO FONTAMARA IGNAZIO SILONE

La vicenda è ambientata all'epoca dell'avvento del Fascismo in un paesino fittizio dell'Abruzzo, chiamato Fontamara, dove un bel giorno smette di arrivare la corrente elettrica.
I cittadini non sanno darsi una spiegazione per l'accaduto; oltretutto, dopo poco tempo, arriva in paese uno sconosciuto, il Cavalier Pelino, che fa firmare a tutti una carta "in bianco", assicurando che non ci sarà da pagare nulla.
Gli abitanti di Fontamara sono poveri contadini, un po' ignoranti (i cosiddetti "cafoni" di cui parla Silone nel romanzo) e si fidano di quel che dice Pelino. In realtà non sanno che stanno firmando l'autorizzazione a deviare l'acqua del ruscello che irriga i loro orti e i loro campi verso le terre del Podestà.
Compreso l'inganno, le donne del paese si recano a casa dell'uomo per reclamare l'acqua, mentre il giovane Berardo Viola, trentenne forte e anche un po' violento, si allontana da Fontamara per cercare lavoro altrove e poter così sposare l'amata Elvira.
Le proteste dei cittadini continuano: vedono i loro campi diventare aridi per la mancanza d'acqua e ottengono, sempre raggirati, di avere a disposizione solo un terzo dell'acqua del ruscello.
Nel frattempo, Berardo scopre a sue spese che l'avvento del Fascismo ha cambiato molte cose in Italia: non è consigliato parlare di politica e, se non si è iscritti al partito è difficile prendere un treno, trovare un alloggio o un lavoro.
Il clima è molto teso e le forze dell'ordine sono pronte a tutto pur di difendere il regime; Berardo, addirittura, viene arrestato insieme ad altri uomini per un piccolo equivoco.
In carcere il giovane matura una coscienza politica che prima non aveva e, venuto a sapere della morte di Elvira, decide allora di auto-accusarsi fingendo di essere il Solito Sconosciuto, un temibile nemico del regime fascista.
Berardo viene quindi torturato affinché faccia i nomi dei suoi compagni, ma si suicida in cella prima di morire per mano dei suoi carcerieri.
In paese tutti elogiano la sua condotta e per punizione vengono inviati a Fontamara degli squadroni punitivi che fanno strage degli abitanti.
Si salvano in pochi, fra questi la famiglia del narratore della storia che riesce a fuggire sulle montagne.