venerdì 31 marzo 2017

ETA' DEI FLAVI RIASSUNTO

Con la morte di Nerone nel 64 d.C. finisce la dinastia Giulio Claudia e inizia l'età dei Flavi.

Dopo una serie di lotte per il potere, sale al trono Vespasiano nel 69 d.C.
Proveniva da una famiglia di rango equestre, ma recente---> esponente del ceto emergente, Vespasiano promuove nuove costruzioni (ad esempio il Colosseo) e approva una legge che ufficializza i poteri dell'imperatore e regola la successione---> criterio ereditario.
A livello culturale Vespasiano promosse la scuola pubblica, aprì una nuova biblioteca, stipendiò retori del calibro di Quintiliano. Per capire la novità introdotta da Vespasiano bisogna ricordare che a Roma la scuola era sempre stata privata, ma Vespasiano finanziò alcune cattedre di retorica dove si formavano i funzionari imperiali: questa scuola aveva il compito di preparare i futuri collaboratori del princeps.


Vespasiano resta al potere per 10 anni e, alla sua morte, gli succede il figlio Tito che avrà un regno breve, ma molto apprezzato per la vittoria contro gli Ebrei ribelli e per le campagne militari nel nord della Britannia.
Sotto Tito viene terminato l'Anfiteatro Flavio. In questi anni ci furono anche alcune gravi calamità come l'eruzione del Vesuvio nel 79 d.C. (documentata da Plinio il Vecchio) e nell'80 d.C. un incendio a Roma seguito da una terribile epidemia.
A livello culturale anche Tito fu persona molto colta e interessata alle arti.


Tito muore nell'81, senza avere eredi diretti: gli succede il fratello Domiziano che instaura una monarchia assoluta di stampo orientale: l'imperatore si attribuiva poteri divini e come tale voleva essere venerato dai suoi sudditi.
A livello politico fu molto attivo nell'espansione dell'impero e stabilì misure protezionistiche per l'agricoltura italica minacciata dalle produzioni delle province. Tito muore nel 96 per una congiura di aristocratici.
Domiziano si dedicò personalmente alla poesia, istituì dei Ludi e dei concorsi letterari. Era odiato dai senatori romani per cui l'immagine che emerge dagli intellettuali dell'epoca è quella di un tiranno, persecutore di scrittori e filosofi non in linea con il suo pensiero. Mise a morte molti esponenti dello Stoicismo. Prosegue quell'azione di controllo della vita intellettuale che era iniziata anni prima con la dinastia Giulio Claudia.



Dopo l'esperienza di Domiziano, il Senato si preoccupa che al potere salgano persone capaci di governare--> diventa imperatore Nerva, esponente dell'antica nobiltà romana. Il suo regno durò solo due anni, ma Nerva si impegnò molto per rimediare ai danni provocati da Domiziano: provò a risanare le finanze statali, donò terre ai nullatenenti e liberò molti prigionieri politici di Domiziano.
Nel 97 adotta Traiano, comandante militare spagnolo: con Nerva nasce il Principato Adottivo--> era l'imperatore in carica a scegliere il suo successore, adottandolo. In questo modo si salvaguardava il criterio dinastico (caro al popolo) e il criterio meritocratico (caro al Senato).


Traiano governa dal 98 (morte di Nerva) al 117. Fu il primo imperatore di origine provinciale. Volle espandere l'impero--> conquista la Dacia ricca di oro con cui finanziò opere pubbliche: nuovo foro, mercati, terme, ampliamento del porto di Ostia, strade, etc. Attuò anche provvedimenti economici istituendo gli Alimenta--> prestiti di denaro agli agricoltori.
Massima espansione dell'impero sotto Traiano
Nel 114 si volge a Oriente e occupa Armenia, Assiria, Mesopotamia. Sotto Traiano si ha la massima espansione dell'impero e un periodo di benessere economico, con una notevole fioritura delle arti e delle lettere. A livello culturale scrisse personalmente alcune opere come il "De Bello Dacico" (opera andata perduta) e poesie sia in latino che in greco. Finanziò cattedre pubbliche di retorica, filosofia e diritto. Traiano rappresenta la figura di "optimus princeps" per eccellenza.
Muore improvvisamente nel 117 e sul letto di morte adotta Adriano.


Scorcio di Villa Adriana a Tivoli
Adriano regna dal 117 al 138. Sale al trono a 41 anni. In politica estera adottò una politica difensiva e pacifica, rinunciando all'espansionismo che aveva caratterizzato i suoi predecessori. Consolidò i confini dell'impero costruendo grandi opere di fortificazioni lungo il Reno e il Danubio e il celebre Vallo in Britannia (oggi confine Inghilterra-Scozia). Sotto Adriano vi fu un periodo di pace, a parte una rivolta di Giudei in cui Gerusalemme venne distrutta e poi rifondata.
Adriano diede il via a molte opere urbane: Villa Adriana a Tivoli, ricostruzione del Pantheon, Castel Sant'Angelo, etc. A livello culturale pubblicò discorsi personali ed epistole.
Fu però un imperatore poco amato sia dal popolo che dal Senato.
Muore nel 138 d.C. dopo aver adottato Antonino.




giovedì 30 marzo 2017

RIASSUNTO IL RITRATTO OVALE DI EDGAR ALLAN POE

Racconto fra i più brevi di Edgar Allan Poe, Il Ritratto Ovale è ambientato all'inizio dell'800 in una località imprecisata degli Appennini.
La storia è narrata in prima persona dal protagonista, un uomo ferito, che, insieme al suo valletto Pedro, si introduce in un castello abbandonato per passarvi la notte.
I due scelgono di dormire in una delle tante stanze del castello: una camera riccamente adorna di quadri e pitture di ogni tipo.
Qui il protagonista trova un libretto dove vengono raccontate le storie dei quadri e, alla luce di un candelabro, si mette a leggerlo, mentre il valletto si assopisce.
Ad un certo punto, spostando il candelabro, nota un quadro che prima era rimasto nell'ombra e che lo colpisce immediatamente perché la giovane donna che vi è ritratta appare quasi viva.
Leggendo nel libretto, scopre che la donna era la moglie del pittore stesso: una giovane molto bella e amante dell'arte. Il marito aveva un giorno deciso di farle un ritratto e l'aveva fatta salire in una stanza buia e fredda in cima alla torre. Qui la donna aveva posato per lunghissime ore, mentre il marito, preso da una specie di delirio artistico, si era dimenticato di lei e di tutto il resto, tanto da non accorgersi che via via che il tempo passava la moglie deperiva, pendendo la sua bellezza, le forze, l'energia.
Arrivato il momento di dare l'ultima pennellata, aveva osservato il ritratto compiacendosi di quanto viva apparisse la moglie nel dipinto, accorgendosi poi che la donna che aveva di fronte era morta.

martedì 28 marzo 2017

CONFRONTO COMUNISMO FASCISMO NAZISMO



COMUNISMO

FASCISMO

NAZISMO

SIMBOLO

FALCE E MARTELLO

FASCIO

SVASTICA




LEADER

LENIN

MUSSOLINI

HITLER

QUANDO

1917-1989

1919-1945

1933-1945

DOVE NASCE

URSS

ITALIA

GERMANIA

ORIENTAMENTO POLITICO

SINISTRA

DESTRA

DESTRA

IDEOLOGIA

Sistema socio-economico basato sulla proprietà comune dei mezzi di produzione

Ideologia secondo cui il governo ha il totale controllo sui cittadini e sulla loro vita

Dittatura che ha il controllo completo sui cittadini (di razza ariana!) e sulla loro vita

BACKGROUND CULTURALE

Teorie di Karl Marx ed Friederich Engels

“Manifesto degli intellettuali fascisti” e “Manifesto del Fascismo” (Giovanni Gentile)

Mein Kampf

ESSENZA

Abolizione della proprietà privata

Controllo totale da parte dello stato

Esaltazione della razza ariana

NEMICI

Capitalismo (crea differenze sociali)

Socialisti e democratici e tutti coloro che si oppongono al regime

Ebrei e minoranze etniche

STRUTTURA POLITICA

Partito unico, un solo leader + Politburo (in pratica una dittatura)

Partito unico, un solo leader (una dittatura)

Partito unico, un solo leader (una dittatura)

STRUTTURA ECONOMICA

Il governo controlla i mezzi di produzione

Stato corporativo

Capitalismo e proprietà privata a servizio dello Stato

SOCIETA'

I cittadini sono tutti uguali, non ci sono classi sociali

Lo stato è al di sopra di tutti i cittadini

Disuguaglianza fra le razze

NAZIONALISMO

IMPERIALISMO

No (avrebbe creato disugaglianza sociale)

Sì (per il prestigio della nazione)

Sì (affermazione superiorità della razza ariana)

REPRESSIONE LIBERTA' INDIVIDUALI


lunedì 27 marzo 2017

TRAMA SEI PERSONAGGI IN CERCA D'AUTORE

"Sei personaggi in cerca d'autore" è un'opera teatrale scritta da Pirandello e rappresentata per la prima volta nel 1921 a Roma.

Trama
La scena si apre su un palcoscenico vuoto: sono in corso le prove per uno spettacolo di Pirandello intitolato "Il giuoco delle parti".
Dopo l'ingresso della compagnia, si fa avanti l'usciere, annunciando l'arrivo di sei Personaggi che lo seguono con aria smarrita: sono il Padre, La Madre, il Figlio, la Figliastra, il Giovinetto e la Bambina.
Il capocomico è risentito per l'interruzione. Interviene il Padre, rivelando che essi sono stati creati da un autore che ha poi negato loro una vita artistica e chiede di poter rappresentare su quel palco il dramma che avrebbero dovuto interpretare.
Il capocomico inizialmente rifiuta, ma la vicenda prende via via forma attraverso le battute dei Personaggi: il Padre aveva avuto un Figlio con la Madre (Figlio che era stato poi mandato a balia lontano dalla famiglia). Viveva con loro un segretario che aveva un debole, ricambiato, per la Madre. Il Padre, pur di vedere la moglie felice, lascia la famiglia affinché la donna possa rifarsi una vita col segretario. Da questa unione nascono in effetti 3 figli: la Figliastra, il Giovinetto e la Bambina. In realtà il Padre non abbandonerà mai completamente la sua vecchia famiglia: cercando di mantenere vivo quel legame, spesso si recherà alla scuola frequentata dalla Figliastra per vederla uscire alla fine delle lezioni.
Ad un certo punto il segretario muore e la famiglia si ritrova in miseria. Per guadagnare qualche soldo la Figliastra e la Madre lavorano come sarte per Madama Pace che in realtà propone alla Figliastra di intrattenersi con degli uomini se non vuole che la Madre perda il lavoro.
Un giorno la figliastra si trova davanti come cliente il Padre che, riconoscendo la ragazza, riporta tutti a casa propria.
Viene poi ricreata la scena del retrobottega di Madama Pace e mentre si sta allestendo l'ambientazione, entra dal fondo del teatro proprio Madama Pace: una donna grassa e molto appariscente, con una sigaretta in mano e il ventaglio nell'altra.
Tutti gli attori fuggono dal palco, restano solo la Figliastra e la Madama che, parlando un po' italiano e un po' spagnolo, annuncia alla ragazza l'arrivo di un cliente.
Il capocomico è convinto della bontà del dramma e prova a farlo rappresentare dai suoi attori, ma la scena è troppo artificiosa, poco convincente e allora invita i Personaggi a rappresentare essi stessi la loro storia.
La scena del retrobottega va avanti fino a quando entra in scena la Madre che separa il Padre e la Figliastra per impedire che il fatto si consumi.
Intanto Madama Pace esce di scena.
L'azione si interrompe poco dopo perché un macchinista fa calare per sbaglio il sipario.

L'azione riprende in un'ambientazione diversa: siamo in un giardino dove la Madre trova la Bambina affogata in una vasca e vede dietro un albero il Giovinetto che, con una pistola in mano, assiste alla scena. Si sente partire un colpo d'arma proprio da dietro l'albero. Il ragazzo viene quindi portato in scena, senza capire se sia ferito, vivo oppure morto.
In quella concitazione, si accende una luce fortissima sul palco.
Il capocomico, come risvegliatosi da un sogno, manda via tutti, adirato per aver perso una giornata intera di prove.

Ma dietro il fondo della scena si accende una luce verde che proietta quattro grandi ombre - quelle del Padre, della Madre, del Figlio e della Figliastra.
Il capocomico fugge spaventato.
Spento il riflettore escono dal fondo il Padre, la Madre e il Figlio, che si fermano in mezzo al palcoscenico. Ultima ad uscire è la Figliastra che, con una risata stridula, scompare dalla scena.





venerdì 24 marzo 2017

RIASSUNTO GIOTTO E FORESE DA RABATTA DECAMERONE

Novellatore:Panfilo 
Luogo: Campagna intorno a Firenze (Mugello)
Tempo: Estate
Tema centrale: l'arte della parola


La novella racconta di un vivace scambio di battute tra due illustri uomini del tempo di Boccaccio: uno è il famoso pittore Giotto e l'altro è Forese da Rabatta, insigne giurista, professore di diritto e uomo politico per il comune di Firenze.
Di Forese Boccaccio ci dice che era un grande conoscitore di legge e di diritto ("armario di ragione civile fu deputato"), ma che era di aspetto poco piacevole, per non dire brutto ("di persona piccolo e isformato, con un viso piatto e rincagnato").  Giotto viene presentato come il più grande artista della sua epoca. Boccaccio loda la sua arte dicendo che fu così abile nell'imitare la natura che il "visivo senso degli uomini vi prese errore, credendo essere vero quello che era dipinto". Anche lui, però, proprio come Forese, non aveva certo un bell'aspetto.
I due personaggi si incontrano lungo la strada che dal Mugello va verso Firenze: Forese sul dorso di un cavallo preso a noleggio e Giotto a piedi. Percorso insieme un tratto di strada, vengono sorpresi da un temporale estivo e decidono di rifugiarsi a casa di un conoscente che abita lì vicino per aspettare che la pioggia cessi. Volendo però essere a Firenze per l'indomani, decidono di ripartire e, presi a prestito due cappelli e due vecchi mantelli, riprendono il cammino sotto l'acqua.  Dopo un po' sono tutti bagnati e inzaccherati dal fango e Forese, guardando Giotto, scoppia a ridere chiedendogli se qualcuno vedendolo in quel momento penserebbe davvero a lui come al più grande pittore esistente.
Giotto risponde prontamente che certo lo riterrebbe tale se, vedendo Forese in quello stato, crederebbe che sia uno che conosce almeno l'alfabeto.
A quel punto Forese tace, riconoscendo il proprio errore.

Spiegazione
Boccaccio in questa novella esalta il potere della parola, capace di trarre d'impaccio e di salvare colui che si trova in una situazione scomoda o di pericolo.
Forese provoca Giotto con una battuta e viene indotto a riconoscere il proprio errore dalla risposta arguta dell'amico. Il vero protagonista della novella è Giotto, autore della risposta risolutiva che mette a tacere il provocatore.

martedì 14 marzo 2017

RIASSUNTO LIBRI ODISSEA

 Libro I
La dea Atena chiede a Zeus di poter intervenire per favorire il ritorno a casa di Ulisse e poi si reca ad Itaca, sotto le sembianze di Mentore, e consiglia a Telemaco di andare a Pilo e a Sparta per avere notizie del padre.
I Proci banchettano a palazzo e i racconti delle sciagure che colpirono i Greci al loro ritorno da Troia rattristano Penelope. Telemaco conforta la madre e rimprovera i Proci per il loro comportamento.

Libro II
Telemaco discute coi Proci e lamenta il fatto che essi risiedano stabilmente nella sua casa consumandogli cibo e averi.
Gli risponde Antinoo, dicendo che non lasceranno il palazzo se prima Penelope non sceglierà fra loro il suo sposo. Telemaco si dirige alla spiaggia dove incontra Atena, sotto le sembianze di Mentore, che sollecita la sua partenza. E' la stessa dea a procurargli una nave su cui, nottetempo, vengono caricati viveri e quanto necessario al viaggio.

Libro III
Seguendo il consiglio di Atena, Telemaco fa visita a Re Nestore a Pilo per aver informazioni sul padre. Nestore lo accoglie generosamente e gli racconta le avventure capitate agli eroi greci e la triste fine di Agamennone. Però non ha notizie di Ulisse e gli suggerisce di recarsi a Sparta, presso Menelao, accompagnato da Pisistrato.

Libro IV
Telemaco e Pisistrato arrivano a Sparta. Telemaco racconta la situazione a Itaca provocando lo sdegno di Menelao.
Intanto i Proci, avendo saputo della partenza di Telemaco ordiscono un piano per ucciderlo al suo ritorno a Itaca. Anche Penelope viene a conoscenza di questo piano e ne è terribilmente afflitta.

Libro V
Ancora una volta Atena si lamenta con Zeus per il fatto che Ulisse sia ancora trattenuto da Calipso nell'isola di Ogigia.
Zeus, allora, invia Mercurio affinché ordini a Calipso di lasciar andare Ulisse.
La Ninfa acconsente seppur a malincuore. Ulisse parte su di una zattera da lui stesso fabbricata, ma Poseidone, adirato con lui, gli scatena contro una tempesta che lo fa naufragare sull'isola dei Feaci.

Libro VI
Atena appare in sogno a Nausicaa e le consiglia di andare al fiume a lavare le vesti.
Nausicaa e le sue ancelle incontrano Ulisse mentre stanno giocando a palla. Tutte tutte spaventate dall'aspetto di Ulisse, tranne Nausicaa.
L'eroe chiede aiuto alla fanciulla e viene da lei vestito, rifocillato e condotto alla città dei Feaci.


Libro VII
Ulisse arriva al palazzo di Alcinoo e di sua moglie Arete e chiede loro aiuto per il suo ritorno a casa. I due sposi lo accolgono e chiedono come sia arrivato sulla loro terra. Poi acconsentano a fare di tutto perché possa tornare in patria.


Libro VIII
Il giorno seguente Alcinoo ordina che venga costruita una nave per Ulisse e quando lo vede piangere durante il canto dei menestrelli ordina che si facciano giochi e danze per rasserenare l'ospite. Durante la cena Ulisse scoppia nuovamente in lacrime quando Demodoco rievoca la caduta di Troia. A questo punto Alcinoo chiede ad Ulisse di rivelarsi e raccontare le proprie avventure.

Libro IX
Ulisse rivela ad Alcinoo il proprio nome e inzia il racconto di quanto successo dopo la caduta di Troia: la battaglia coi Ciconi, l'arrivo nella terra dei mangiatori di Loto, l'uccisione del ciclope Polifemo e la conseguente ira di Poseidone che d'ora in avanti ostacolerà con ogni mezzo il suo ritorno a Itaca.

Libro X
Ulisse racconta poi dell'arrivo nella terra di Eolo, re dei venti, che lo accoglie nella sua reggia, e gli regala un otre pieno di vento affinché possa tornare prima a casa. Sfortunatamente i compagni di Ulisse aprono la sacca liberando i venti che li conducono lontano da Itaca, nel paese dei Lestrigoni. Poi arrivano nell'isola di Eea, dove vive la maga Circe che intrappola alcuni compagni di Ulisse, trasformandoli in maiali. Ulisse, con l'aiuto di Mercurio, riesce a liberarli e si prepara a scendere nell'Ade dove incontrerà l'indovino Tiresia che gli mostrerà il futuro.

Libro XI
Seguendo le istruzioni di Circe, Ulisse entra nell’Ade, dove prima incontra il compagno Elpenore e poi parla con l'indovino Tiresia. Poi incontra Anticleia, sua madre, da cui viene a sapere la situazione della sua famiglia e parla con altre anime di eroi ed eroine, tra cui Achille, Aiace ed Agamennone. Infine, preso dalla paura, torna di corsa alla nave.

Libro XII
Ulisse racconta del suo ritorno all'isola di Eea per seppellire Elpenore e degli avvertimenti di Circe
sui pericoli futuri: le Sirene, Scilla e Caridi, i buoi del Sole. Ulisse parte e, come redetto, resiste al canto fatale delle Sirene, poi passa in mezzo a Scilla e Cariddi e infine arriva all'isola Trinacria dove i suoi compagni uccidono i buoi del Sole e ne mangiano le carni. Giove è molto adirato per questo e scatena una tempesta in cui muoiono tutti i compagni di Ulisse. La sua nave va alla deriva per dieci giorni fino ad arrivare all'isola di Ogigia, terra di Calipso. Alcinoo e gli altri ascoltatori sono adesso al corrente di tutto il lungo viaggio di Ulisse.


Libro XIII

Dopo aver raccontato la sua storia, Ulisse riceve da Re Alcinoo una nave ed un equipaggio per tornare a Itaca. I marinai lo depongono addormentato sulla spiaggia e, mentre fanno ritorno a casa, vengono trasformati in pietra da Poseidone. Ulisse non crede di essere finalmente arrivato a casa finché Atena non lo convince. La dea lo trasforma in un vecchio mendicante affinché non venga scoperto e possa vendicarsi dei Proci.

Libro XIV
Ulisse si reca a casa del servo Eumeo, guardiano dei maiali, che, pur non riconoscendo il suo re, lo accoglie con benevolenza e gli cede il proprio mantello per coprirsi. Ulisse è felice di sapere che il vecchio gli è rimasto fedele nonostante sia rimasto tanti anni lontano dalla patria.

Libro XV
La dea Atena, intanto, appare in sogno a Telemaco e lo invita a tornare a casa.
Eumeo, intanto, racconta la propria storia ad Ulisse.
Telemaco arriva sano e salvo in patria, e, messo in guardia da una profezia, decide di non dirigersi subito ad Itaca, ma di fermarsi a dormire a casa di Eumeo.

Libro XVI
Eumeo è felice di rivedere Telemaco e viene mandato a lo manda ad Itaca per avvisare Penelope del ritorno del figlio. Atena restituisce a Ulisse il suo aspetto nomale e gli dice di rivelarsi a Telemaco.
I Proci, intanto, mettono a punto il loro piano per uccidere il giovane. Penelope rimprovera Antinoo per questo scellerato progetto.
Eumeo torna al suo casolare, ma nuovamente non riconosce Ulisse che ha ripreso l'aspetto del vecchio mendicante.

Libro XVII
Telemaco arriva in città e racconta a Penelope il suo viaggio, mentre Ulisse ed Eumeo vanno verso Itaca. Lungo la strada incontrano Melanzio, guardiano delle capre, che dà un calcio ad Ulisse. Il cane Argo riconosce Ulisse e, ormai vecchio, muore dalla gioia. Ulisse entra a palazzo e viene maltrattato dai Proci.

Libro XVIII
Penelope si lamenta coi Proci perché trattano male i suoi ospiti e consumano i suoi averi, senza offrirle doni nuziali come dovrebbero fare.  Durante la serata Ulisse viene insultato dall'ancella Melanto e da Eurimaco.


Libro XIX
Ulisse racconta a Penelope di aver ospitato Ulisse a Creta e gli parla degli abiti che l'uomo aveva indosso. La nutrice Euriclea, lavando i piedi ad Ulisse, lo riconosce da una ferita ad piede. Penelope dice che ormai non può più rimandare le nozze con i Proci, ma, come condizione per le nozze, vuole prima sottoporli alla prova dell'arco.

Libro XX
Ulisse si corica nell'atrio del palazzo, da dove può osservare le tresche delle ancelle coi Proci. Questi ultimi non smettono di schernirlo e di sbeffeggiarlo. Ridono anche di Telemaco per aver accolto in casa propria un simile ospite.

Libro XXI
Penelope propone ai Proci la prova dell'arco. Telemaco prepara i paletti con gli anelli in mezzo a cui dovrà passare la freccia e poi prova a tendere l'arco, ma senza successo. I Proci, uno dopo l'altro, provano a piegare l'argo, ma non vi riesce nessuno. Quando è il turno di Ulisse, invece, l'arco si tende e la freccia parte al primo colpo.

Libro XX
Ulisse inizia la sua vendetta: il primo che uccide è Antinoo e poi è il turno di Eurimaco. La lotta è violenta e la dea Atena infonde coraggio all'eroe. Tutti i Proci vengono uccisi, tranne Femio e Modonte per intercessione di Telemaco. Anche alcune ancelle vengono uccise, mentre le altre si radunano felici intorno ad Ulisse.

Libro XXIII
Euriclea sveglia Penelope, e le annuncia che Ulisse è tornato, ed ha ucciso i Proci, ma la sposa non
riesce a riconoscere in quel vecchio mendicante il marito nonostante Atena abbia restituito ad Ulisse il suo aspetto normale. Ulisse allora le rivela la forma particolare del loro talamo nuziale e finalmente i due sposi possono riabbracciarsi.


Libro XXIV
Mercurio scorta le anime dei Proci nell'Ade dove incontrano Agamennone e Achille. Ulisse intanto si reca nell'orto dove sta lavorando il padre Laerte e gli si rivela, raccontando anche l'uccisione dei Proci. Il popolo intanto, sobillato dal padre di Antinoo, vorrebbe vendicare la morte dei Proci, ma Ulisse fa strage anche di loro finche Atena, sotto le sembianze di Mentore, riporta la pace fra gli uomini.

lunedì 6 marzo 2017

RIASSUNTO IL RITRATTO DI DORIAN GRAY

Basil Hallward, pittore londinese, trova nella bellezza del giovane Dorian Gray una fonte di grande ispirazione per il suo lavoro e realizza per lui un bellissimo ritratto.
Durante l'ultima sessione nello studio di Basil, Dorian incontra Lord Henry Watton che gli apre gli occhi sul potenziale della sua incredibile bellezza e lo invita a godere a pieno dei piaceri della vita in tutte le sue forme.

Una volta che il ritratto viene completato, Dorian prova invidia per quel giovane uomo che vi è ritratto, conscio che rimarrà sempre bellissimo, mentre a lui toccherà invecchiare e diventare brutto. Preso da questi sentimenti esprime il desiderio che sia il ritratto ad invecchiare e non la sua persona. 
Memore dei consigli di Lord Watton, poi, si getta a capofitto nel bel mondo londinese e inizia una tormentata storia d'amore con una giovane attrice di teatro, Sybil Vane. Dopo una performance fallimentare della ragazza, però, a Dorian sembra venire meno tutto l'amore che provava e decide di rompere il fidanzamento. Quella stessa sera, tornato a casa, si accorge che l'espressione nel viso del suo ritratto è diventata leggermente più dura e severa. Impressionato da quel cambiamento decide di portare avanti il fidanzamento sposando Sybil come concordato, ma il giorno dopo, scopre che la ragazza si è suicidata durante la notte. A questo punto Dorian è molto spaventato e nasconde il ritratto in soffitta.

Negli anni che seguono il giovane conduce una vita dissoluta e poco attenta alla moralità, constatando che per ogni sua malefatta, il ritratto cambia, invecchiando e assumendo espressioni orribili, mentre lui non perde l'incredibile bellezza che aveva in gioventù.

Quando Dorian compie 38 anni si imbatte in Basil, il pittore che non incontrava da tanto tempo, e gli mostra ciò che è successo al suo ritratto. Basil si preoccupa moltissimo per Dorian e cerca di convincerlo a pentirsi e a condurre una vita più moderata, ma Dorian lo uccide e si fa aiutare da un amico a bruciare il corpo e a farne sparire i resti.

Intanto, James, fratello di Sybil, è da tempo sulle tracce dell'uomo che ha portato sua sorella al suicidio, e, quando trova Dorian, lo aggredisce, minacciandolo di morte. 
James desiste dai suoi propositi quando Dorian afferma di avere solo 25 anni e di non poter essere l'ex fidanzato di Sybil, morta diversi anni prima.
Qualche giorno dopo, durante una battuta di caccia, proprio il fratello di Sybil, resta ucciso per un colpo di pistola accidentale.
Da quel momento Dorian si pente della propria esistenza e, come prima cosa decide di distruggere quel ritratto che era stato per lui fonte di tanti guai, prendendolo a coltellate.
Il mattino dopo i servi trovano un uomo dall'aspetto orribile, colpito da una serie di pugnalate, con a fianco il ritratto di un giovane e bellissimo uomo.

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venerdì 3 marzo 2017

SCHEMA CONGIUNZIONI SUBORDINANTI IN LATINO

CONGIUNZIONI SUBORDINANTI LATINE

FINALI

ut, quo

affinché, affinché con ciò

ne

affinché non

neve, neu

a affinché non







CAUSALI

quod, quia, quoniam

poiché, perché

quando, quandoquidem

dal momento che

siquidem

se è vero che

cum

poiché

quippe cum, utpote cum

essendo che, giacché




CONSECUTIVE

ut

così che

ut non

così che non




TEMPORALI

cum,

quando, allorché

cum, donec, quoad

finché, fin tanto che

ubi, ubi primum, ut, ut primum

appena che

simul, simul ac, simul atque

appena che

antequam, priusquam

prima che, prima di

postquam

dopo che




CONDIZIONALI

si

se

nisi, ni, si non

se non

sin, sin autem, si minus

se però, se no

nisi forte, nisi vero

tranne che, a meno che

dummodo, dum modo

purché

dummodo ne, dum ne

purché non




CONCESSIVE

quamquam, quamvis, licet

benché, quantunque

etsi, tametsi, etiamsi

anche se, se anche

cum ut

benché




COMPARATIVE

ut, sicut, velut, tamquam

come, siccome

tamquam si, quasi, proinde

come se

ut si, velut si, proinde ac si

come se