Giovanni Pascoli - Arano
Al campo, dove roggio nel filare
qualche pampano brilla, e dalle fratte sembra la nebbia mattinal fumare,
arano: a lente grida, uno le lente
vacche spinge; altri semina; un ribatte le porche con sua marra pazïente;
ché il passero saputo in cor già gode,
e il tutto spia dai rami irti del moro; e il pettirosso: nelle siepi s'ode il suo sottil tintinno come d'oro. |
Giovanni Pascoli - Galline
Al cader delle foglie, alla massaia
non piange il vecchio cor, come a noi grami: che d'arguti galletti ha piena l'aia;
e spessi nella pace del mattino
delle utili galline ode i richiami: zeppo, il granaio; il vin canta nel tino.
Cantano a sera intorno a lei
stornelli
le fiorenti ragazze occhi pensosi, mentre il granturco sfogliano, e i monelli ruzzano nei cartocci strepitosi. |
Giovanni Pascoli - Lavandare
Nel campo mezzo grigio e mezzo nero
Resta un aratro, senza buoi, che pare
Dimenticato, tra il vapor leggero.
E cadenzato dalla gora viene
Lo sciabordare delle lavandare
Con tonfi spessi e lunghe cantilene:
Il vento soffia e nevica la frasca
E tu non torni ancora al tuo paese!
Quando partisti come son rimasta!
Come l’aratro in mezzo alla maggese.
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Giovanni Pascoli - Il sogno del contadino
Nella notte scrosciò, venne dirotta
la pioggia, a strisce stridule, infinite:
e il tuono rotolò da grotta a grotta.
Egli, il capoccia, avvolto nel suo
mite, tacito sonno, non udiva.
Udiva
nascere l'erba. Vide le pipite
verdi.
Il grano sfronzò, quindi
accestiva.
Nevicava in suo sogno, a fiocco a
fiocco;
candido il monte, candida la riva.
No, quel bianco eran fiori d'albicocco
e di susino,
e l'ape uscia dal bugno
ronzando,
e il grano già facea lo
stocco.
Anzi, graniva; ch'era già di giugno.
La cicala friniva su gli ornelli.
Egli l'udiva, con la falce in pugno.
L'acqua scendeva stridula a ruscelli.
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Gabriele D'Annunzio - I seminatori
Van per il campo i validi garzoni
guidando i buoi da la pacata faccia; e, dietro quelli, fumiga la traccia del ferro aperta alle seminagioni.
Poi, con un largo gesto delle braccia,
spargon gli adulti la semenza; e i buoni vecchi, levando al ciel le orazloni, pensan frutti opulenti, se a Dio piaccia. Quasi una pia riconoscenza umana oggi onora la Terra. Nel modesto lume del sole, al vespero, il nivale tempio dei monti innalzasi: una piana canzon levano gli uomini, e nel gesto hanno una maestà sacerdotale. |
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