lunedì 20 febbraio 2017

CONFRONTO PASCOLI E D'ANNUNZIO

Confronto tra i due autori più importanti del Decadentismo italiano

Punti di contatto

Inizialmente sono entrambi influenzati dalla poetica di Carducci
Rifiutano il positivismo, hanno sfiducia nella scienza
Trovano un modo di fuggire dalla realtà contemporanea (con esiti opposti: fanciullino in Pascoli-superuomo in D'Annunzio)
Entrambi utilizzano un lessico ricercato (soprattutto il D'Annunzio di Alcyone)


Differenze

Vita e caratteri completamente diversi
La loro vita è completamente agli opposti: quella di Pascoli è intima, raccolta, vissuta quasi "ai margini", mentre D'Annunzio fa della sua vita un teatro, un'opera d'arte, affrontando esperienze esaltanti e compiendo gesti eclatanti.
Il loro carattere rispecchia questa condotta di vita: Pascoli, anche a causa delle sue vicende private, è un uomo riservato e schivo, che sceglie di vivere praticamente in solitudine.
D'Annunzio al contrario è un estroverso che, con i suoi atteggiamenti, attira su di sé le attenzioni del pubblico.


Formazione culturale
Pascoli ha una formazione sostanzialmente classica (anche se esplora in parte le avanguardie europee di quegli anni), mentre D'Annunzio fa riferimento quasi esclusivamente ai modelli europei (Huysmans, Baudelaire, Wagner, Nietzsche) per il suo stile letterario.


Differenze nella poetica
Pascoli dà vita ad una poesia delle piccole cose, ad un ripiegamento intimo su sé stesso e sugli affetti familiari più stretti. La sua fuga dalla realtà si esplica nella creazione di un mondo ideale al cui centro vi è il nido: un mondo illusorio, fatto soprattutto di ricordi, che serve a proteggerlo dal male del mondo.
La poesia di D'Annunzio è all'opposto e rispecchia la poetica del superuomo: è una poesia elevata, ricca, preziosa, lussureggiante.

Natura 
In Pascoli la natura è ostile e misteriosa, conoscibile solo attraverso gli occhi del fanciullino.
In D'Annunzio troviamo invece un'immedesimazione "panica" nella natura: una totale fusione col paesaggio che si antropomorfizza (mentre la figura umana si "naturalizza").

Donna e eros
Le donne e l'amore, in Pascoli, sono sempre spiati o guardati da una certa distanza: il poeta vi allude in modo ambiguo, morboso, indefinito.
La figura femminile oscilla fra l'affetto familiare (la madre, le sorelle) e un'incapacità di vivere serenamente il rapporto con la sessualità: Pascoli è un poeta/uomo che resta fanciullo, imprigionato in un'infanzia in cui l'erotismo non riesce ad esplicitarsi se non appunto in maniera ambigua e distorta.
In D'Annunzio la donna è sempre al centro: è la femme-fatale carica di erotismo, seducente e misteriosa. E' spesso la nemica che impedisce all'eroe di elevarsi a superuomo, incatenandolo a sé con l'eros e la passione sfrenata.

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