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Tuesday, April 2, 2013

ERMETISMO IN BREVE

Giuseppe Ungaretti - 1917

DEFINIZIONE
Non può definirsi un movimento letterario vero e proprio, ma piuttosto un “atteggiamento” di un gruppo di artisti che condivisero alcune idee e ne svilupparono altre in maniera autonoma ed indipendente.
La caratteristica principale è lo stile che fu oscuro, volutamente difficile, appunto---> ERMETICO.
Sarebbe sbagliato però definire "ermetica" qualunque poesia dal significato complesso o dal linguaggio aulico (altrimenti moltissimi poeti potrebbero essere chiamati ermetici!) perché l'ermetismo non fu soltanto questo.

La poesia è ermetica per i molti significati che un testo porta dentro di se', per il carattere ambiguo della sintassi e del lessico che riesce ad essere percepito e compreso solo dal poeta e a volte nemmeno da lui... Tanto per farci capire l'indecifrabilità della realtà e delle nostre stesse percezioni.
I poeti ermetici non hanno più certezze in cui credere, perciò cercano nuove forme che possano rispecchiare il loro stato d'animo, e le trovano nelle parole essenziali, scabre, secche, in un linguaggio oscuro che ben esprime la loro angoscia, la tristezza, il necessario ripiegamento verso l'interiorità.  

DOVE E QUANDO
E' a Firenze che si ritrovarono, negli anni '30, i maggiori esponenti di questa corrente.
A livello storico-artistico siamo in un momento particolare: in tutta Europa si assiste a quello che viene definito “un ritorno all'ordine”, cioè ad un progressivo declino delle avanguardie e ad una regressione sia in ambito sociale che letterario.
In Italia, in quegli anni, governa il fascismo di Mussolini e i rapporti fra il regime e i poeti non potevano che essere complessi: non potendo contestare apertamente il regime, molti scrittori trovarono rifugio nella letteratura come un campo di esperienze alternativo a quello della cultura di regime, manifestando così un atteggiamento di acquiescenza e di accettazione.

NOVITA' DELL'ERMETISMO
Le novità più importanti riguardarono sicuramente il linguaggio che è oscuro e difficile. .
Uso delle figure retoriche.
La similitudine viene sostituita con l’analogia, cioè l'accostamento di due immagini, situazioni, oggetti che sono tra loro lontani. Nella poesia tradizionale l'analogia era espressa tramite la similitudine, che veniva introdotta dalle particelle correlative "come... così... (tale)". I nuovi poeti sopprimono le particelle correlative e fondano insieme i due concetti dando luogo così ad un'ampia gamma di interpretazioni (ermetismo).
Altre figure retoriche utilizzate sono la metafora - spesso di difficile comprensione – e la sinestesia (es. urlo nero----> si accostano due percezioni, quella visiva e quella uditiva). 
I termini utilizzati sono colti e rari.
La metrica
Si assiste ad un recupero dei metri classici – endecasillabo e settenario – e di forme poetiche chiuse come il sonetto. I componimenti sono brevi, mirati all'essenzialità.
Tecnicamente si abolirono gli articoli-si scelsero termini astratti, usati al plurale- locuzioni indeterminate – legami sintattici e struttura logica della frase poco rispettati
La punteggiatura
La successione dei versi senza segni di punteggiatura evidenzia il carattere di «folgorazione» improvvisa che «colpisce» il poeta, il quale la fissa su di una pagina in cui gli stessi spazi bianchi diventano parte integrante del discorso poetico.

POETICA
La poesia deve essere pura e libera da qualsiasi finalità (didattica, didascalica, celebrativa). 
Essa non deve descrivere o rappresentare, bensì evocare. Deve essere l'espressione del proprio io più segreto e profondo.  Per gli ermetici non è tanto importante che il messaggio venga immediatamente compreso, quanto è importante, invece, il valore di esperienza dell’atto poetico, che sarà comunicativo (e avrà quindi valore proprio) solo in quanto capace di suscitare un’analoga esperienza nel lettore.  

Friday, November 30, 2012

RIPASSO GIUSEPPE UNGARETTI


Nasce nel 1888 ad Alessandria d’Egitto, si trasferisce a Parigi dove viene a contatto con artisti e poeti famosi. Partecipò alla prima Guerra Mondiale e nel 1919 aderì al fascismo. Dal 1936 al ’42 visse in Brasile e tornato in Italia ottenne la cattedra di Letteratura italiana all’università di Roma. Morì nel 1970. 

Nella poesia di Ungaretti ci sono due periodi ben distinti fra loro.
Il primo dove la parola è utilizzata in maniera essenziale. I versi sono brevissimi e il poeta utilizza lo spazio bianco proprio per sottolineare le pause e di conseguenza mettere in rilievo le poche parole. La punteggiatura viene abolita così come i nessi logici contribuiscono a rivalutare la parola e il suo significato.

Esempio poesia del primo periodo:  "La Veglia" scritta nel 1915, fa parte della raccolta "Allegria"

Un’intera nottata
buttato vicino
a un compagno
massacrato
con la sua bocca
digrignata
volta al plenilunio
con la congestione
delle sue mani
penetrata
nel mio silenzio
ho scritto
lettere piene d’amore
Non sono mai stato
tanto
attaccato alla vita

Nel secondo periodo invece si ha quasi un ritorno alla tradizione: i versi sono organizzati in strofe ed è presente la punteggiatura. I temi non sono più la guerra, la morte e la fragilità dell’uomo ma il poeta si concentra sul mistero della vita connessa al tempo e alla storia. 
Esempio poesia del secondo periodo:  "La Madre" scritta nel 1930

E il cuore quando d'un ultimo battito
avrà fatto cadere il muro d'ombra 
per condurmi, Madre, sino al Signore,
come una volta mi darai la mano.

In ginocchio, decisa,
Sarai una statua davanti all'eterno,
come già ti vedeva
quando eri ancora in vita.

Alzerai tremante le vecchie braccia,
come quando spirasti
dicendo: Mio Dio, eccomi.

E solo quando m'avrà perdonato,
ti verrà desiderio di guardarmi.

Ricorderai d'avermi atteso tanto,
e avrai negli occhi un rapido sospiro
.