Esistono quindi cattolici integralisti, ebrei integralisti, etc.
L’integralismo è una concezione di pensiero secondo cui la politica, la cultura e la società intera devono essere interamente sottoposte ai principi religiosi.
Gli integralisti rifiutano quindi una visione laica (cioè non religiosa) del mondo e vorrebbero che la legge religiosa disciplinasse e regolasse tutti gli aspetti del vivere civile.
Ci sono movimenti integralisti in ogni grande religione monoteista: nel cristianesimo, nell'ebraismo e nell'islam.
Il Fondamentalismo, invece, nasce come corrente religiosa negli Stati Uniti, all'interno della Chiesa protestante-battista. Secondo questa corrente l'unica vera base della convivenza fra cristiani sono gli insegnamenti presenti nella Bibbia.
Secondo questa corrente qualunque altro testo storico, filosofico o scientifico non è da prendere in considerazione.
Come si può notare fondamentalismo e integralismo hanno un significato molto simile: per entrambi la religione attuale si è allontanata troppo dai principi originari e viene auspicato il ritorno alla pratica religiosa più pura.
Col passare del tempo questi i due termini hanno assunto una valenza negativa, identificandosi con una certa tendenza al fanatismo o, addirittura, alla violenza.
Cosa vogliono gli integralisti oggi?
I cattolici integralisti combattono contro la dipendenza del potere ecclesiastico al potere civile (quella che si chiama secolarizzazione). Per alcuni, inoltre, bisognerebbe ritornare ad alcune tradizioni liturgiche ormai in disuso, come la messa in latino.
Gli ebrei integralisti hanno sostanzialmente due obiettivi: il rifiuto del principio di laicità dello Stato e la formazione di uno stato ebraico corrispondente ai confini che la Bibbia stabilisce per il "Grande Israele".
Anche l'integralismo islamico vuole che la religione sia l'unica base delle leggi della comunità.
Movimenti fondamentalisti e integralisti sono presenti oggi in quasi tutti i paesi islamici: essi affermano che i precetti religiosi devono essere integralmente applicati nella legislazione degli stati. Il contatto con la cultura occidentale è visto come perdita d’identità e soprattutto si teme che la religione perda la sua influenza e la centralità nella vita sociale.
Queste posizioni sono più presenti nel mondo islamico che in altri ambiti religiosi perché il Corano contiene esplicitamente norme per regolare la vita civile e la politica.
L'Islam delle origini, infatti, era una teocrazia, cioè una religione e al tempo stesso una forma di governo. Maometto e i primi califfi erano capi religiosi e insieme leader politici.
I fondamentalisti vedono nella fase più antica dell'Islam (il periodo trascorso dal Profeta a Medina) una specie di età dell’oro.
All'origine dei movimenti integralisti islamici ci sono quindi motivazioni profonde, non soltanto religiose, ma soprattutto politiche.
E' diffusa l'idea che la civiltà del mondo islamico per molti secoli sia stata sopraffatta e umiliata da quella occidentale e che questo abbia portato povertà e subordinazione. Nella loro opposizione ai valori della modernità, gli integralisti islamici appoggiano le forme di tradizionalismo più arretrate, come il rifiuto di ogni forma di emancipazione delle donne e le pratiche più arcaiche di giustizia tribale.
In sostanza rifiutano il lungo percorso di modernizzazione che molti stati islamici hanno intrapreso nellultimo secolo adattando le loro legislazioni alle nuove istanze della società.
Le fazioni islamiste rappresentano un fattore d’instabilità per gli stessi stati musulmani e sono diventate anche un pericolo mondiale dal momento in cui i gruppi più radicali hanno dichiarato una sorta di guerra del terrore contro obiettivi occidentali.
Si tratta di movimenti minoritari, ma pericolosi, che creano sospetto e paura e rendono difficili i rapporti fra gli stati e l’integrazione all'interno della società stessa.
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