Questa novella di Giovanni Verga è ambientata a Catania e narra delle vicende di due giovani, Corsi e Donati, amici fin dai tempi della scuola, legati come fratelli ed entrambi impiegati alle ferrovie, uno come ingegnere e uno come disegnatore.
Un giorno Corsi conosce una bella ragazza, Lina, se ne innamora e la sposa.
Lina, nonostante non fosse facile, riesce a inserirsi nell'amicizia dei due giovani con la sua presenza discreta e delicata. I tre giungono ad un equilibrio fatto di serate piacevoli passate davanti al camino, di uscite e passeggiate serali. Anche la gente non vede malizia in quello strano triangolo proprio per il rispetto profondo che traspare dai gesti misurati, educati e mai invasivi sia di Donati che di Lina.
Una 'ntruppatedda |
Ci si avvicina al giorno della festa di Sant'Agata, patrona della città di Catania, durante la quale le donne catanesi hanno la libertà di andare in giro completamente nascoste da un mantello, a parlare e scherzare con gli uomini senza che i loro mariti o fidanzati possano dire niente e Lina fa intendere a Donati che quel giorno, cosa mai fatta prima, si maschererà anche lei.
La notte prima Donati sogna di baciare Lina. Il sogno lo turba molto, ma il giovane cerca di scacciare la strana sensazione che ha avuto al risveglio e ne minimizza l'importanza. Nel giorno della festa, Donati viene preso sotto braccio da Lina mascherata da 'ntruppatedda, e i due iniziano a girovagare allegri per la città. Decidono poi di entrare in un caffè, lo stesso caffè che Donati aveva visto in sogno, e lì il giovane racconta a Lina il sogno della notte precedente. Lei sembra restarne molto turbata, sorride, ma non dice nulla. Da quel momento i rapporti fra i tre cambiano pian piano, ma in modo definitivo: Lina ha un comportamento molto freddo con Donati e le loro serate trascorrono adesso in silenzi imbarazzati e frasi smozzicate. Alla fine i tre smettono di vedersi. Corsi e Lina si trasferiscono, Donati incontra una ragazza e si fidanza. Proprio un anno dopo, sempre in occasione della festa di S.Agata, Donati e Lina si incontrano. Rientrano in quel caffè e lì Lina confessa al giovane di essere stata innamorata di lui.
Temi
Il tema principale è il tema amoroso. Nella novella di Verga entra in gioco la morale dell'epoca secondo cui un "triangolo" sentimentale come quello vissuto dai giovani protagonisti non era assolutamente contemplato. C'è poi il tema del fato, di quella "coda del diavolo" (quello che noi chiamiamo "zampino") che a volte si insinua là dove mai nessuno si aspetterebbe di trovarla. Il "diavolo" che appare in sogno, sotto forma di un bacio tentatore che turba l'animo di Donati e infine rovina l'amicizia fra i tre. Verga introduce qui l'elemento fantastico, la realtà che si confonde col sogno, con l'immaginazione. L'autore non offre spiegazioni, com'è nella tradizione verista, e nemmeno soluzioni. Lascia al lettore la pagina bianca, in modo che tragga da sé un significato dalla vicenda. Egli si limita ad avvisarci, nella breve prefazione al racconto, che ognuno di noi può leggere nelle vicende narrate il significato che più gli aggrada: sia esso spiegabile con la ragione, coi sentimenti o con lo zampino, appunto, del diavolo.
Va ricordato infine l'elemento legato al folklore, alla festa popolare siciliana di cui Verga suppone un'origine saracena e ci dice che "a Catania la Quaresima veniva senza il Carnevale", ma in compenso la festa di Sant'Agata era "un gran veglione di cui la città era teatro". L'autore descrive il costume delle 'ntrupptedde e il loro atteggiamento libero e "libertino". Le catanesi solo in occasione di S.Agata diventano veramente padrone di sé stesse: padrone di far innamorare chi vogliono, di farsi fare regali, di civettare con chiunque gli aggradi. Cosa ben strana, aggiunge Verga, in un paese dove i mariti sono estremamente gelosi.
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